MEKONG

Enciclopedia Italiana (1934)

MEKONG (A. T., 95-96)

Riccardo Riccardi

Il più gran fiume dell'Indocina e uno dei maggiori dell'Asiai tributario del Mar Cinese Meridionale. Nasce a oltre 3000 metri nel Tibet orientale, e attraversa poi lo Yiü-nan scorrendo in una valle stretta, incassata, selvaggia, che, peraltro, nello Yün-nan meridionale comincia ad allargarsi in unȧ serie di fertili bacini, collegati tra loro da cupe gole, larghe anche soltanto 20 m. Entrato nel Laos, il Mekong alterna tratti del suo corso con direzione NNE.-SSO. con tratti volti da O. a E.; il suo letto si presenta quasi sempre incassato tra muraglie di roccia e con numerose rapide: tutto ciò è dovuto a fenomeni di ringiovanimento nel ciclo d'erosione. Anche nel Laos la valle s'allarga talvolta in fertili bacini dal suolo alluvionale, come quello di Chieng-sen e di Louang-prabang. A Vien-tiane il Mekong è sceso già a 300 m. e ha ancora 1600 km. di corso prima di giungere al mare (il corso totale si calcola di 4500 km.); debole, quindi, è il pendio del suo letto nel corso medio; ma neppure in questo ha potuto raggiungere il profilo di equilibrio, e presenta di frequente dislivelli notevoli, dovuti all'affiorare di rocce resistenti o a movimenti del suolo geologicamente recenti. Piroscafi possono navigarlo in ogni stagione soltanto nel tratto fra Vien-tiane e Savannaket: tra Kemmarat e Kratié, dove ha inizio la navigazione marittima e dove, a 550 km. dal mare, si fa ancora sentire la marea, il corso del gran fiume presenta tre lunghe serie di rapide e di cascate: quelle di Kemmarat (il fiume corre per 150 km., velocissimo, in una gola larga una sessantina di metri soltanto), di Khône (lunghe 12 km.; cascate anche di 15 m. di altezza), e di Préapatang (lunghe 50 km.). A Kratié s'inizia il corso inferiore, ampio e ben navigabile anche da navi marittime, e a Pnom-penh, dove il Mekong è largo 3 km., comincia il delta attuale, vasto quasi quanto la Sardegna (22.000 kmq.), fertilissimo e molto densamente popolato (ampie zone hanno anche più di 200 ab. per kmq.), che si avanza nel mare con la paludosa penisola di Camau. Col delta il fiume ha colmato un ampio golfo marino, dove prima sfociava. A Pnom-penh il Mekong si divide in due bracci: il Fiume Anteriore (quello orientale), che convoglia i 3/4 delle acque, è più profondo e più frequentato dalle navi, e a Vinh-long si suddivide in vari altri bracci sfocianti con sei estuarî (cua), dei quali il Cua Tieu è il più accessibile a grosse navi; e il Fiume Posteriore (il ramo occidentale), il quale termina in mare con due bocche. Numerosi canali naturali mettono in comunicazione le varie diramazioni del fiume e le collegano poi al Vaïco occidentale, al Vaïco orientale, al fiume di Saigon e al Donnaï, che sboccano in mare a nord del Mekong.

Una delle caratteristiche del Mekong è quella di avere pochi affiuenti ragguardevoli, e ciò, insieme con la sua scarsa navigabilità, limita molto la sua importanza come via di penetrazione nei paesi che ne costituiscono il bacino, non ampio (810.000 kmq.) relativamente alla lunghezza del corso del fiume. Nel tratto tra Vien-tiane e Savannaket affluisce al Mekong il Sé-bang-fai, navigabile con vaporetti per oltre 200 km., la valle del quale è in parte utilizzata dalla ferrovia in costruzione Thakhek-Tan-ap (presso Dong-hoï, sul mare); molto più a valle il Mekong riceve il Nammun (Sé-moun), che scorre in territorio siamese e si apre una via verso Bangkok, e poi, a Pnom-penh, il Tonlé-sap, emissario del pescosissimo lago omonimo, sulle rive del quale da dicembre a giugno si raccolgono circa 30.000 pescatori cambogiani e annamiti, che si disperdono al comparire delle piene. Queste, causate sia dallo sciogliersi delle nevi sulle alteterre del corso superiore, sia dalle piogge portate dal monsone estivo, si avvertono già a luglio nel Laos, e raggiungono il loro massimo alla fine d'ottobre nella Cocincina. Le acque allora s'innalzano anche di 12 m. sul livello normale (nel corso superiore) e nel corso inferiore inondano vastissime superficie: fra l'altro, gran parte del bacino del Lago Tonlésap, fino alle ultime pendici dei Monti Dang-rek e dei Monti Cardamomi. Nel periodo delle piene il Lago Tonlé-sap fa da regolatore al Mekong, poiché il suo emissario si converte in immissario, convogliando al lago le acque sovrabbondanti del gran fiume. La portata di questo a Pnom-penh è in media di 12.000 mc. al 1″, con un minimo di 3000 e un massimo di 31.000 mc.

Come si è già visto, il Mekong è un fiume nel complesso poco utilizzabile per il traffico moderno: bene utilizzabile, invece, a scopo d'irrigazione e per trarne forza motrice. È in progetto lo sfruttamento delle rapide di Khône mediante un grande sbarramento, che permetterebbe l'irrigazione della pianura cambogiana a ponente del fiume e potrebbe fornire l'energia elettrica necessaria allo sfruttamento dei giacimenti di ferro di Pnom-dek. Il principale porto fluviale sul Mekong è Pnom-penh, capitale della Cambogia; al margine del delta si è sviluppato il massimo porto dell'Indocina francese, Saigon, sul Fiume di Saigon.

Per l'esplorazione del Mekong, v. indocina.

Bibl.: J. Sion, Asie des Moussons, parte 2ª, Parigi 1929; G. Maspero, Un empire colonial français: l'Indochine, Parigi 1930; H. Russier, H. Gourdon, E. Russier, L'Indochine française, Hanoï 1931; A. Pouyanne, Voies d'eau de la Cochinchine, Saigon 1911; E. Doucet, Sur la formation du delta du Mékong, in Ann. de Géogr., 1914-15, pp. 339-350; J. Lebas, Les pêcheries du Tonlé-Sap, ibid., 1925, pp. 69-73; H. Parmentier, Les delta et le cours inférieur du M., in Bull. Soc. Études Indochin., Saigon 1928, pp. 58-72; L. Archimbaud, Le M., voie de pénétration indochin., in Rev. du Pacifique, 1929, pp. 705, 710.

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