Megara

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(gr. τὰ Μέγαρα) Cittadina della Grecia orientale, nell’Attica. Nell’antichità fu il centro politico della regione compresa fra l’istmo di Corinto, l’Attica e la Beozia (Megaride). Fu fondata verso la fine del periodo miceneo da genti corinzie o argive; la monarchia vi fu presto sostituita con un’oligarchia che eleggeva il βασιλεύς eponimo. Nell’8°-7° sec. a.C. raggiunse un grande sviluppo divenendo una potenza colonizzatrice: fondò in Sicilia M. Iblea, e nella Propontide Calcedonia. Nel 6° sec. una lunga contesa la oppose ad Atene per il possesso dell’isola di Salamina, cui pose termine, dopo alterne vicende, un arbitrato spartano che assegnò l’isola ad Atene. Nello stesso periodo il movimento oligarchico sarebbe sfociato nella tirannide di Teagene, che rese prospera M., la quale tornò alla politica colonizzatrice fondando Eraclea sul Ponto. Dopo la caduta di Teagene, che portò inizialmente all’anarchia e poi a una costituzione oligarchica, M. entrò nella lega del Peloponneso e partecipò alla guerra contro i Persiani. L’ostilità con Atene causò, nel 432, l’esclusione di M. dai mercati dell’impero ateniese e nella guerra del Peloponneso il suo territorio fu più volte devastato. Dopo una breve fase di regime democratico e di pace con Atene, M. si riaccostò a Sparta ma la durezza dell’egemonia spartana la spinse alla rivolta (394 a.C.); si avvicinò quindi alla Macedonia, e, quale possedimento di Cassandro, fu presa e saccheggiata nel 307 da Demetrio Poliorcete. Teatro, in seguito, delle competizioni tra le varie potenze, nel 146 si arrese spontaneamente a Roma. Fu investita dalle invasioni barbariche e nel 395 saccheggiata dai Visigoti. In età medievale passò ai Bizantini, ai Turchi, all’impero latino di Costantinopoli, ai Veneziani. Sotto la dominazione ottomana (stabilmente da 1503) fu ridotta a semplice villaggio; nel 1831, nella Grecia da poco indipendente, fu il centro dell’opposizione a G. Capodistria.

M. ebbe due acropoli, la Caria a E e quella detta di Alcatoo a O cinte da mura poligonali; tra le due si trovava una celebre fontana, con due bacini e un condotto scavato nella roccia, attribuita a Teagene, ma probabilmente d’età posteriore (fine 6° sec. a.C.). Pausania ricorda numerosi templi.

Nel 5° sec. a.C. a M. fiorì una forma arcaica della commedia, la farsa megarese, greca, tra il 5° e il 4° sec. la scuola filosofica megarica, di logica e dialettica, fondata da Euclide di Megara. I Megarici interpretarono la dottrina socratica in senso eleatico, identificando il suo concetto del bene con quello parmenideo-zenoniano dell’unico ente. Particolarmente zenoniano era il metodo di confutazione per assurdo, adottato da Euclide e dai suoi successori (Eubulide, Alessino, Diodoro Crono e Stilpone): dalla loro dialettica nacque quella eristica, o arte della confutazione, che si riconnette a certi aspetti deteriori della sofistica della stessa età. Platone volle dimostrare ironicamente, nel Parmenide, come la dialettica zenoniana adottata dai Megarici, di confutazione del molteplice in difesa dell’Uno, potesse essere rivolta contro la stessa unità parmenidea.

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