MECLEMBURGO-POMERANIA OCCIDENTALE

Enciclopedia dell' Arte Medievale (1997)

MECLEMBURGO-POMERANIA OCCIDENTALE

A. Tschilingirov

(ted. Mecklenburg-Vorpommern)

Regione amministrativa della Germania settentrionale, confinante a N con il mar Baltico, a E con la Polonia, a S con il Brandeburgo, a O con la Bassa Sassonia e lo Schleswig-Holstein.Questo territorio, che in epoca romana era stato abitato da Longobardi, Sassoni e da altre popolazioni germaniche, dopo il suo abbandono all'epoca delle Migrazioni, nel corso del sec. 7° venne occupato da genti slave e in seguito, con l'espansione verso E della nobiltà feudale germanica, fu riconquistato in fasi diverse fino al 13° secolo. Le regioni occidentali del Meclemburgo - conquistate nel 1160 dal duca di Baviera e Sassonia Enrico il Leone (1129-1195) e restituite nel 1167 in feudo al figlio Pribislao - rimasero fino al 1918 sotto il dominio della stessa dinastia slava, legata alla nobiltà tedesca. Nel 1549 venne introdotta la Riforma; nel 1621 il territorio fu diviso nei ducati di Meclemburgo-Schwerin e Meclemburgo-Güstrow (dal 1701 Meclemburgo-Strelitz), i quali dal 1815 divennero arciducati e dal 1867 entrarono a far parte della Confederazione germanica.Al principio del sec. 12°, all'epoca di Vratislao I Greifen, la Pomerania, territorio a E del Meclemburgo, fu divisa politicamente nei ducati di Pomerania e di Pomerelia; quest'ultimo, corrispondente alla parte orientale della regione, fu governato dal polacco Boleslao III Krzywousty. I figli di Vratislao, Boghislao I e Casimiro I, a capo della parte occidentale della regione, nel 1181 divennero vassalli dell'imperatore Federico I Barbarossa. Nel 1295, a seguito delle divisioni ereditarie del casato dei Greifen, vennero costituiti i due ducati di Pomerania-Stettino (zona dell'Oder) e di PomeraniaWolgast (zona costiera). Nel 1478 Boghislao X riunificò l'intera Pomerania, che tuttavia, dopo l'estinzione del casato dei Greifen (1637), subì una nuova divisione con la quale il Brandeburgo ottenne l'area a O dell'Oder, che però subito dopo la pace di Vestfalia (1648) andò alla Svezia. Nel 1815 la Prussia riunì tutti i territori pomerani nella provincia omonima, che dopo la seconda guerra mondiale venne di nuovo divisa: la regione a E dell'Oder con Stettino passò alla Polonia.Nei territori del M., ai conquistatori tedeschi seguirono i coloni agricoli, provenienti soprattutto dalle Fiandre, dalla Bassa Sassonia e dalla Vestfalia, i quali occuparono le terre dei contadini slavi, che vennero assimilati o scacciati, e crearono nuove aree coltivate con l'impiego di tecniche più progredite. Nel 1167 Enrico il Leone fondò, al posto di un precedente distrutto castello su un'isola, una fortezza e la città di Schwerin, che divenne non solo sede principale dell'omonima contea e del vescovado, ma anche il centro religioso e culturale dell'intera regione. All'istituzione del vescovado di Schwerin fece seguito la fondazione di numerosi vescovadi e collegiate da cui si svilupparono nuovi nuclei urbani. L'insediamento dei Cistercensi è segnato dalle abbazie di Doberan (1171), Dargun (1172), Bergen sull'isola di Rügen (1193), Sonnenkamp (1210) e Neuenkamp (1233). Le città portuali di Wismar, Rostock, Stralsunda e Greifswald assunsero crescente importanza e si associarono una dopo l'altra alla Hansa (v. Anseatiche, Città).Dei numerosi castelli slavi costruiti tra il sec. 8° e il 12° si sono conservati solo pochi terrapieni anulari; la gran parte, nel corso dell'occupazione tedesca, venne infatti distrutta o sostituita da nuove fortezze edificate sullo stesso sito (per es. Schwerin). In alcuni impianti (per es. Teterow) le indagini archeologiche hanno potuto stabilire il preciso andamento e l'aspetto delle palizzate, del cammino di ronda coperto e delle porte, tutti realizzati in legno. Le prime strutture difensive delle città di nuova fondazione vennero sostituite, già alla fine del sec. 13°, da un sistema di fossati, terrapieni e alte mura con bertesche, porte di accesso turrite, muri di cinta e rivellini. Il più antico esempio conservato di muro fortificato provvisto di una torre d'ingresso si trova a Rostock, il più importante impianto di difesa nel distretto di Neubrandenburg. Dei primi castelli, prevalentemente posti sul luogo di precedenti bastioni fortificati, restano solo le due porte di accesso turrite e abitabili e il battifredo cilindrico del castello di Burg Stargard, costruito a partire dal 1248 per commissione dei margravi di Brandeburgo. Dalla metà del sec. 14° i castelli a impianto circolare vennero soppiantati da ampi complessi rettangolari (per es. Neustadt-Glewe).L'edilizia ecclesiastica è documentabile nel M. solo dalla fine del 12° secolo. Il primo duomo di Schwerin, iniziato nel 1172, era realizzato in laterizio, secondo il modello di quelli di Ratzeburg, Lubecca e Brunswick, anch'essi fatti erigere, precedentemente, da Enrico il Leone. Influssi del movimento di riforma cluniacense si manifestarono per la prima volta in Pomerania nella chiesa del monastero benedettino di Stolpe (presso Anklam), mentre la costruzione, iniziata nel 1190, della prima abbaziale di Doberan mostra nette influenze borgognone. A questi edifici fece seguito dal 1225 un gran numero di basiliche romaniche e protogotiche, prevalentemente in laterizio, con una rada articolazione delle pareti esterne con lesene e fregi, nonché con un rigido allineamento delle alte finestre archiacute. La forma spaziale della Hallenkirche, sperimentata nelle confinanti regioni tedesche nel sec. 12°, venne ripresa inizialmente nella chiesa parrocchiale cittadina di Gadebusch, eretta agli inizi del sec. 13°, che, nella decorazione architettonica e nelle forme dei pilastri, riflette formule renane e dello Schleswig-Holstein. D'altro canto le chiese parrocchiali costruite dalla metà del sec. 13° nella maggior parte delle città del territorio - fra cui quelle di Wittenburg, Klütz e la Nikolaikirche a Rostock - seguirono il modello di edifici della Vestfalia, con strette navate laterali e terminazione rettilinea. L'ampia copertura a volte fu introdotta con la prima costruzione ecclesiastica della regione, il duomo romanico di Schwerin, ma il suo esempio venne ripreso solo alla fine del sec. 13° nel programma architettonico delle grandi chiese, per es. a Gadebusch e nel monastero cistercense di Dargun.Oltre alle costruzioni ecclesiastiche maggiori, cittadine e monastiche, edificate nel corso dell'espansione tedesca, sorse contemporaneamente in piccoli villaggi un gran numero di parrocchiali, prevalentemente dotate di un ambiente mononave e di una torre occidentale (per es. Altenkirchen, Werder-Benthen, Glove-Bobbin, Zarnekow-Levin, Bartenshagen-Parkentin). La maggior parte delle costruzioni venne eretta in pietra grezza e solo verso la fine del sec. 13° il laterizio si impose sempre più come tipico materiale costruttivo della Germania settentrionale. La possibilità di lavorarlo con molta più facilità della pietra, di modellarlo e invetriarlo portò a una molteplice articolazione della decorazione architettonica e alla vivacizzazione delle superfici murarie. Nel sec. 14° nelle chiese in laterizio del Meclemburgo e della Pomerania vennero adottati il sistema, sviluppatosi in precedenza nelle cattedrali della Francia settentrionale, dell'edificio con coro a deambulatorio e cappelle radiali e la struttura di contrafforti e archi rampanti a sostegno delle pareti superiori. Il modello fu la Marienkirche di Lubecca, allora centro della Hansa. Nel 1270 la Nikolaikirche di Stralsunda fu la prima chiesa a essere rinnovata in tal senso; seguirono le Marienkirchen di Greifswald, Neubrandenburg, Pasewalk, Friedland e Prenzlau. Se nei primi edifici l'articolazione della cuspide che conclude la parete orientale restò ancora limitata a semplici finti archi dal profilo ogivale, nelle Hallenkirchen più tarde essa assunse maggiore varietà e nelle chiese di Neubrandenburg (inizi del sec. 14°) e di Prenzlau (ca. 1340) raggiunse il suo apice, mai più eguagliato nella regione. Oltre a queste importanti parrocchiali cittadine sorsero, grazie alla trasformazione e al rifacimento di molte chiese rurali, numerose Hallenkirchen divise in tre navate. Nelle chiese dei conventi degli Ordini mendicanti dominarono le aule allungate con terminazione poligonale. Gli edifici della clausura vennero per lo più eretti secondo il canone usuale: il convento domenicano di St. Katherina e quello francescano di St. Johannes a Stralsunda sono i migliori esempi in proposito.Le case di patrizi e borghesi erano edificate su stretti lotti e avevano il lato cuspidato verso la strada; all'interno esse erano articolate a seconda delle necessità e spesso disponevano di alcuni magazzini, oltre che del piano d'abitazione. Nel corso della seconda guerra mondiale gran parte di questi edifici è andata distrutta; tra i pochi sopravvissuti vi sono alcune costruzioni molto significative dei secc. 14° e 15°, tra cui l'arcidiaconato e lo Alter Schwede a Wismar, il Giebelhaus am Markt di Greifswald, lo Heiliggeist-Spitalpfarrhaus e il Kerhofhaus a Rostock e il Wulflamhaus a Stralsunda. Agli inizi i municipi non furono altro che edifici d'abitazione di maggior lusso ai quali la loggia al piano terreno, dove si amministrava la giustizia, conferiva rappresentatività e speciale caratterizzazione (per es. Grimmen, Parchim). Invece i municipi eretti all'epoca del maggior sviluppo delle grandi città, e soprattutto quelli di Stralsunda e Rostock, sono ampi e sfarzosi complessi formati da più Giebelbauten, ovvero edifici con facciate cuspidate, collegate da elementi trasversali riccamente articolati o da pareti scenografiche, che rivelano un forte influsso del municipio di Lubecca.Le arti figurative ebbero nel Meclemburgo e nella Pomerania fino al sec. 14° un ruolo decisamente minore rispetto all'architettura; gli esempi più importanti in questo campo sono gli affreschi nell'abbaziale di Bergen (fine del sec. 12°), le vetrate dipinte della chiesa del monastero di Sonnenkamp (ca. 1240), le raffigurazioni di Melchisedec e Abele all'interno degli sportelli del Kelchschrank nell'abbaziale di Doberan (1270-1280), nonché alcune sculture lignee del sec. 13°, disseminate nell'intera regione, che in gran parte vengono attribuite a botteghe di Lubecca e presentano una dipendenza dalla plastica protogotica renano-vestfalica. Prevalentemente sotto l'influsso delle botteghe di Lubecca sono anche la pittura e la scultura lignea degli inizi del sec. 14°, in cui lo stile elegante e cortese delle figure presenta una fusione tra la tradizione artistica locale e quelle inglese, vestfalica e della Bassa Sassonia (per es. altare del Corpus Domini nell'abbaziale di Doberan; pittura su vetro con colori coprenti sul retro della lastra, dall'abbazia cistercense femminile di Rostock; pitture murali nella chiesa del monastero di Rehna, nel duomo di Schwerin e nella Nikolaikirche a Stralsunda). Nel secondo quarto del sec. 14° sembra che l'abbazia di Doberan possedesse una propria bottega, che realizzò, tra l'altro, l'altare maggiore, l'altare della croce e gli stalli del coro della chiesa abbaziale.Dopo il 1350 anche a Wismar, Rostock e Schwerin dovevano esistere autonome botteghe di pittori di notevoli capacità. Alcune chiese hanno conservato pitture ornamentali o figurate di quest'epoca, che superano l'architettura per qualità artistica. Dall'inizio del sec. 14° dominò qui come nell'intera Germania settentrionale il weicher Stil. Fra le opere di artisti locali o residenti appaiono di particolare rappresentatività e preziosità quelle dei maestri di Wismar e Rostock. A una bottega di Stralsunda si devono le vetrate dipinte, del primo terzo del sec. 15°, nella chiesa benedettina di Verchen e nell'antica chiesa di pellegrinaggio di Kenz, mentre le finestre dipinte della Marienkirche di Wismar, così come quelle delle chiese di Kirch Stück e Bössow, vennero realizzate attraverso la mediazione di maestri di Erfurt; le vetrate delle finestre della chiesa di pellegrinaggio di Wilsnack sono presumibilmente opera del pittore di vetrate di Stendal. Il Krämeraltar nella Nikolaikirche di Wismar, proveniente dalla Marienkirche, rivela ancora l'influsso del maestro di Lubecca autore della schöne Madonna Darsow nella Marienkirche di Lubecca, mentre le figure sull'altare maggiore della Georgenkirche a Wismar - la più importante realizzazione della scultura lignea e della pittura tardogotiche in questo ambito - sono più indipendenti, ma appaiono alquanto provinciali. Strettamente legato a quest'ultima opera è l'altare nella Georgenkirche di Parchim, non conservatosi integralmente. Un gruppo particolare è costituito da alcuni altari che vennero tutti realizzati intorno alla metà del sec. 15° in una bottega di Rostock e che mostrano l'aspirazione verso una resa illusionistica della rappresentazione (altare maggiore della chiesa di Teterow, altare dei sellai e borsai nella Nikolaikirche a Stralsunda, altare dei re Magi dal convento domenicano di Rostock). Negli altari maggiori della chiesa delle monache cistercensi e della Nikolaikirche a Rostock già poco prima si era manifestata l'influenza di un realismo borghese proveniente dai Paesi Bassi, che sostituiva alle forme idealizzate del weicher Stil uno scenario più prossimo alla realtà e una cruda differenziazione dei caratteri umani.Verso la fine del sec. 15° le capacità degli artisti di questa regione della Germania si affievolirono. A Stralsunda nacque una bottega che si attenne strettamente, nelle tematiche e nello stile, ai modelli della scultura del Brabante, mentre molte delle opere d'arte importate alla svolta tra i secc. 15° e 16° si devono ad artisti di Lubecca, tra gli altri al pittore Hans Kemmer, un allievo di Cranach il Vecchio, che realizzò gli sportelli dell'altare dei borgomastri nella Nikolaikirche di Stralsunda. Alla fine dell'età antecedente alla Riforma giunse da Lubecca anche l'altare di S. Rocco nella Marienkirche di Rostock, le cui lunghe figure manierate appaiono estranee alla scultura tardogotica lignea del Meclemburgo. Già all'avvento dell'età moderna, agli inizi del sec. 16°, risalgono le tre statue dei duchi del Meclemburgo nell'ambulacro del coro della chiesa abbaziale di Doberan e il gruppo con il Crocifisso trionfale nella chiesa parrocchiale di Güstrow (1516), le cui rozze forme e l'asprezza dei tratti dei volti sono tipici dello stile tardo della scultura medievale nel Meclemburgo.

Bibl.:

Fonti. - Mecklenburgisches Urkundenbuch (Verein für Mecklenburgische Geschichte und Altertumskunde), 25 voll., Schwerin-Leipzig 1863-1977.

Letteratura critica. - Die Baudenkmäler der Provinz Pommern, I, Die Baudenkmäler des Regierungsbezirk Stralsund, a cura di E. von Haselberg, 5 voll., Stettin 1881-1902; Die Kunst- und Geschichts-Denkmäler des Grossherzogtums Mecklenburg-Schwerin, a cura di F. Schlie, 5 voll., Schwerin 1898-1902; Die Baudenkmäler der Provinz Pommern, II, Die Bau- und Kunstdenkmäler des Regierungsbezirk Stettin, a cura di H. Lemcke, I-XI, XIV, 1, Stettin 1898-1914; E. Boll, Mecklenburgische Geschichte, a cura di H. Witte, 2 voll., Wismar 1909-1913; O. Vittense, Geschichte von Mecklenburg, Gotha 1920 (rist. Würzburg 1985); Kunst- und Geschichts-Denkmäler des Freistaates Mecklenburg-Strelitz, a cura di G. Krüger, 4 voll., Neubrandenburg 1921-1934; W. Hees, Geschichtliche Bibliographie von Mecklenburg, 3 voll., Rostock 1944; E. Fründt, Bibliographie zur Kunstgeschichte von Mecklenburg und Vorpommern, Berlin 1962; Die Kunstdenkmale im Bezirk Rostock, I, Die Kunstdenkmale des Kreises Rügen, a cura di W. Ohle, G. Bayer, Leipzig 1963; N. Zaske, Gotische Backsteinkirchen Norddeutschlands zwischen Elbe und Oder, Leipzig 19702; Die Kunstdenkmale im Bezirk Rostock, II, Die Denkmale des Kreises Greifswald, a cura di G. Bayer, H. Ende, R. Krüger, Leipzig 1973; G. Bayer, Kunstdenkmäler der Bezirke Neubrandenburg, Rostock, Schwerin, München-Leipzig 19752; Denkmale in Mecklenburg (Schriften zur Denkmalpflege in der Deutschen Demokratischen Republik, 2), Weimar 1976; Die Bau- und Kunstdenkmale in der DDR, III, Bezirk Neubrandenburg, München 1982; K. Baumgarten, A. Heim, Landschaft und Bauernhaus in Mecklenburg, Wien-Graz-Köln 1988; H.J. Böker, Die mittelalterliche Backsteinarchitektur Norddeutschlands, Darmstadt 1988; Die Bau- und Kunstdenkmale in der DDR, VI, Mecklenburgische Küstenregion, München 1990; G. Dehio, E. Gall, Handbuch der deutschen Kunstdenkmäler, II, 1, Mecklenburg. Die Bezirke Neubrandenburg, Rostock, Schwerin, München-Berlin 1990; Vorpommern. Geschichte, Sprache, Volkskultur, Rostock-Schwerin 1991.A. Tschilingirov

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