Meccanicismo

Dizionario delle Scienze Fisiche (1996)

meccanicismo


meccanicismo [Der. di meccanica] [FAF] [STF] (a) Nel signif. più generale, ogni concezione del mondo fisico che intenda spiegare i fenomeni naturali a partire da proprietà connesse con la natura e il movimento. (b) Nella storia del pensiero filosofico e scientifico, concezione dell'Universo che può essere fatta risalire alle dottrine degli atomisti greci (Leucippo, Democrito, Epicuro) in quanto esse riconducevano la molteplicità del sensibile alle proprietà geometrico-meccaniche delle particelle ultime indivisibili da cui si pensavano costituiti tutti i corpi, e agli effetti del loro moto casuale. Ripresa nel pensiero moderno, e in partic. nel Seicento, tale concezione si sviluppa sulla base della distinzione tra qualità primarie, oggettive e definite in termini puramente meccanici (figura, grandezza, posizione, movimento, numero) e qualità secondarie (colori, sapori, odori, suoni), considerate effetti dell'azione della materia sugli organi di senso (nelle sue vane forme, si oppone generalm. al razionalismo finalistico e al metodo classificatorio su base qualitativa propri della tradizione aristotelica, come risulta dalle opere di Galilei, Cartesio, Gassendi, Hobbes). Nel Settecento nasce il m. illuministico, la concezione filosofica che si propone come fondamento del-l'unità delle scienze (e che influenzerà anche il positivismo ottocentesco), secondo la quale tutti i fenomeni, inclusi quelli biologici, psicologici e sociali andrebbero interpretati come effetti di processi materiali di natura meccanica in aperta contrapp. alle concezioni idealistiche e spiritualistiche. Per quanto riguarda specific. la fisica, in seguito all'affermazione delle teorie di I. Newton (soprattutto come riformulazione della meccanica celeste), s'intese come m. il programma teorico che si proponeva la riduzione alla meccanica di tutti i fenomeni fisici, ossia la loro spiegazione mediante le leggi del moto e le forze che si esercitano tra le particelle che costituiscono i corpi; ne è esempio la teoria laplaciana (→ laplaciano); sviluppatosi nel corso dell'Ottocento come ricerca e costruzione di analogie e modelli meccanici con i quali rappresentare i processi inosservabili che si supponeva fossero all'origine dei fenomeni elettromagnetici, ottici e termodinamici, tale programma è stato criticato alla fine del secolo come inutilmente restrittivo e non confortato dal-l'evidenza empirica (cosicché il termine ha finito per acquistare una connotazione negativa), per essere poi definitivamente abbandonato allorché lo sviluppo delle conoscenze del mondo atomico e subatomico ha comportato l'introduzione di leggi statistiche e probabilistiche e quindi la rinuncia a una descrizione strettamente deterministica del mondo fisico. ◆ [BFS] M. biologico: concezione dei fenomeni vitali che intende ricondurli tutti e interamente alle leggi della fisica e della chimica; diffusosi a partire dal Seicento, si è affermato soprattutto nell'Ottocento contrapponendosi alle concezioni per le quali la complessità dell'organismo vivente non è spiegabile se non ricorrendo all'anima, a forze vitali variamente intese, ecc., concetti propri del vitalismo, o a concetti, metafisici o no, sui quali basare la differenza qualitativa dei fenomeni biologici rispetto a quelli fisici (l'organismo come cosa diversa dalla mera somma delle sue parti). Più che dai fautori del m., il termine è stato usato polemicamente dagli oppositori di tale concezione.

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