MAURITANIA

Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1979)

MAURITANIA (XXII, p. 612; App. III, 11, p. 48)

Elio Migliorini
Salvatore Bono

Repubblica di tipo presidenziale, già dipendente dalla Francia (era uno degli otto possedimenti che formavano l'Africa occidentale Francese), indipendente dal 28 novembre 1960. Si estende su 1.030.700 km2; nel 1966 il confine orientale col Mali, che era sinuoso, è stato rettificato. È ripartita in 8 regioni, cui è da aggiungere il distretto della capitale, trasferita nel 1962 da Port-Ètienne (ora Nouadhibou) a Nouakchott che, sorta dal nulla, conta 103.500 ab. (1975). Nel febbraio 1976 la M. si è ingrandita della parte meridionale del Sahara Occidentale. La linea di confine col Marocco segue il 24° parallelo, partendo dal mare poco a N di Dakhla (Villa Cisneros), quindi, a partire da Bir Enzaran piega a sud-est. Per quanto paese africano, popolato da Mauri e da Negri, mostra una vocazione arabo-islamica e trae vantaggi dall'essere associata alla Comunità economica europea.

La M. conta 1.290.000 ab. (1974), con un accrescimento annuo valutato intorno al 2,2%. Prevalgono i Mauri (80% della popolazione), dediti al nomadismo, mentre lungo il fiume Senegal (che fa da confine con lo stato omonimo) vivono, sedentari, gruppi di negri (Toucouleur, Bambara, Wolof, ecc.). Un lungo periodo di siccità ha di recente diminuito fortemente il patrimonio animale (sono morti 400.000 bovini e 2,5 milioni di ovini e caprini, rispettivamente su 3,2 milioni e 8,4 milioni), e ha spinto una parte della popolazione ad abbandonare i pascoli per vivere nelle città, che segnano notevoli tassi di aumento degli abitanti. Di conseguenza i valori delle produzioni agricolo-pastorali (orzo, miglio, datteri) e della pesca (pesce di mare e d'acqua dolce, in parte esportato) sono diminuiti e hanno perso d'importanza rispetto alla produzione mineraria.

In terreni precambrici situati sul margine meridionale del Sahara sono stati trovati nelle quarziti importanti giacimenti di ematite di buona qualità (tenore 66-69%), soprattutto in vicinanza del fortino militare di Fort-Gouraud (ora F'Dérick), istituito nel 1935, dove presso la catena di Kédia d'Idjil si è andato sviluppando un centro del tutto nuovo, che conta 18.000 abitanti. Lo sfruttamento del giacimento ha dato luogo a trasformazioni grandiose, grazie all'impiego su vasta scala di macchinari moderni. La distanza dalla costa ha resa necessaria la costruzione in territorio desertico di una ferrovia a scartamento normale lunga 615 km, inaugurata nel 1963, che mette capo sull'Atlantico al porto di Nouadhibou. L'estrazione del minerale, che è iniziata nel 1963-64, avviene a cielo aperto; il materiale viene dapprima frantumato per mezzo di mine, poi caricato sugli autocarri o sui treni mediante pale meccaniche. I treni sono lunghi 2 km e trasportano 15.000 t ciascuno. Il porto può accogliere navi che stazzano fino a 150.000 t e caricano 5000 t di minerale all'ora. Lo sfruttamento è stato operato dalla Miferma (Société anonyme des mines de fer de Mauritanie), che nel dicembre 1974 è stata nazionalizzata poiché tendeva a costituire uno stato nello stato, adottando sistemi capitalistici di neocolonialismo. La produzione è salita (1974) a 7,5 milioni di t (di Fe contenuto). Minore importanza ha il giacimento di rame di Akjouit, collegato con una strada al porto di Nouakchott, che, in produzione dal 1970, ha dato luogo a un'esportazione di 33.540 t (1973). La concessione è stata attribuita a una compagnia americano-canadese (Socuma). A Idjil si estrae sale. Una raffineria di petrolio ha cominciato a funzionare a Nouakchott.

Bibl.: V. Marbeau, Les mines de fer de Mauritanie, in Annales de géographie, LXXIV (1965), pp. 175-94; A. G. Gerteint, Mauritania, Londra 1967; Q. Maffi, La Mauritania d'oggi, in L'Universo, LI (1971), pp. 1257-70; A. Gaudio, Kédia d'Idjil, la montagna di ferro, ibid., LII (1972), pp. 525-52; Ch. Toupet, J. R. Pitte, La Mauritanie, Parigi 1977.

Storia. - Indipendente a partire dal 28 novembre 1960 e dotata fin dal 20 maggio 1961 di una Costituzione di tipo presidenziale (presidente Moktar Ould Daddah, leader indiscusso), la M. fu ammessa all'ONU il 27 ottobre 1961, essendo sino allora prevalsa l'opposizione del Marocco, che ne pretendeva l'annessione. Due anni più tardi la M. partecipò alla fondazione dell'Organizzazione dell'Unità Africana (OUA). La vita politica interna, dominata dal Parti du Peuple Mauritanien (PPM), è stata a lungo segnata, pur nella sostanziale stabilità, dal contrasto fra l'elemento etnico mauro (arabo-berbero) e quello negro. La tensione si accentuò, con scioperi e disordini, nel 1966 (nel 1965 era stata eletta l'Assemblea nazionale) per l'intenzione del governo d'imporre nelle scuole l'insegnamento dell'arabo; ma il presidente, forte della lealtà dell'esercito, controllò la situazione e mediante rimpasti ministeriali accrebbe il numero degli esponenti negri. Nel 1968 un emendamento costituzionale (altri emendamenti nel 1965 e nel 1966) riconobbe l'arabo come seconda lingua ufficiale. Mentre si attenuava il contrasto etnico, si è profilata dal 1969 negli ambienti studenteschi e sindacali un'agitazione di sinistra; a causa delle proteste contro la visita del presidente francese Pompidou, nel gennaio 1971, il governo chiuse scuole e arrestò sindacalisti. Un processo d'integrazione nel PPM dell'organizzazione sindacale, avviato dal governo nel 1969, ha portato non senza contrasti (gravi scioperi nell'autunno 1971) alla costituzione nel 1973 dell'Unione dei Lavoratori di M. (UTM). Un programma di nazionalizzazioni ha toccato nel 1974 le miniere di ferro della Miferma e nel 1975 altre imprese minerarie e industriali.

Dagli stretti rapporti iniziali con la Francia, che la difendeva dalle mire del Marocco, e con i paesi africani francofoni (adesione al gruppo di Brazzaville e poi all'OCAM), la M.. specialmente dopo la completa conciliazione con il Marocco (1970), si è progressivamente avvicinata al mondo arabo, entrando nell'ottobre 1973 nella Lega araba (considerevole è anche la cooperazione con la Cina popolare). L'uscita dall'area del franco e la creazione di una nuova moneta (1973) sono state appoggiate da paesi arabi; nel 1973 sono stati profondamente rinnovati gli accordi di cooperazione con la Francia ed è cessato quello per l'assistenza militare. La M. si è affiancata al Marocco (nel luglio 1976 ha concluso un accordo militare) per ottenere prima il ritiro della Spagna dal Sahara spagnolo e per difendere poi la spartizione del territorio contro il movimento nazionale locale, appoggiato dall'Algeria; l'aggravarsi della guerra contro il Fronte Polisario ha creato serie difficoltà alla M., donde il colpo di stato militare del 10 luglio 1978 che ha deposto Daddah e recato al potere il col. Ould Salek.

Bibl.: Ch. Garnier, Ph. Ermont, Désert fertile: un nouvel état, la Mauritanie, Parigi 1960; C. H. Moore, Partyism in Mauritania, in Journal of modern African studies, III (1965), pp. 409-20; A. Gerteiny, Mauritania, New York 1967; J. L. Balans, La Mauritanie entre deux mondes, in Revue française d'études politiques africaines, maggio 1975, pp. 54-64.

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