Bandèllo, Matteo

Enciclopedia on line

Novelliere (Castelnuovo Scrivia 1485 - Agen 1561), la cui fama è legata alle sue Novelle (le tre prime parti furono pubblicate nel 1554, la quarta nel 1573). A ogni novella, incentrata su fatti reali o leggende storiche, è premessa una dedica a personaggi del tempo. Apprezzate più oltralpe che in Italia, diedero la trama a molti drammi di Lope de Vega e al Romeo e Giulietta di W. Shakespeare.

Vita

Domenicano, condusse vita mondana e cortigiana piuttosto che religiosa. Costante nell'odio verso gli Spagnoli, fu al servizio di Alessandro Bentivoglio e Ippolita Sforza, e alla corte d'Isabella d'Este a Mantova; dopo la battaglia di Pavia (1525) la sua casa a Milano fu saccheggiata e i suoi libri dispersi. Al costituirsi della 2a Lega santa, il B. seguì Francesco Gonzaga e Giovanni dalle Bande Nere; fu poi al servizio di Ranuccio Farnese, e, dal 1528, di Cesare Fregoso, generale della Repubblica veneta, passato poi alle dipendenze di Francesco I di Francia. Essendo stato ucciso il suo mecenate nel 1541, ne seguì la vedova in Francia, a Bassens. Fatto vescovo di Agen, più che attendere al vescovato, continuò a comporre e correggere le Novelle.

Opere

Le Novelle sono 214, divise inegualmente in 4 parti, di cui le tre prime furono pubblicate dall'autore nel 1554, la quarta postuma nel 1573. A ogni novella è premessa una dedicatoria a personaggi del tempo, nella quale si accenna all'occasione e al luogo ove la novella si immagina raccontata, al narratore e agli ascoltatori con particolari quasi sempre gustosi; sono queste forse le pagine migliori del Bandello. Argomento delle novelle sono fatti reali e leggende storiche (la contessa di Challant, Sofonisba, Ugo e Parisina, ecc.), casi strani e impreveduti, dove si alternano il drammatico e il comico, avventure amorose assai licenziose. In queste ultime egli riesce migliore artista, brioso e malizioso, mentre resta di solito freddo e monotono in quelle serie, passionali e drammatiche, che pur sono le più numerose. In queste appare più evidente il difetto del suo stile, mancante di rilievo e sfumature. Il suo Canzoniere e gli altri scritti in volgare e in latino sono di scarso valore. Tradusse l'Ecuba di Euripide.

CATEGORIE
TAG

Giovanni dalle bande nere

Francesco i di francia

Alessandro bentivoglio

Castelnuovo scrivia

Francesco gonzaga