Olivétti, Massimo

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Industriale e riformatore (Ivrea 1902 - ivi 1949). Figlio di Camillo e fratello di Adriano, si laurea in fisica e scienze naturali a Torino nel 1925; in seguito compì viaggi di formazione negli Stati Uniti (1928), Inghilterra (1930) e Germania (1932-34), ove sposa Gertrud Kiefer. Nel 1937 appronta e brevetta, con l'amico ing. Giuseppe Beccio, un progetto di telescrivente che avrà cospicua fortuna commerciale. Oltre ai brevetti nella meccanica di precisione, perfeziona nel 1939 un "Sistema di registrazione del suono nei film sonori a intensità costante". Nel 1944-45 ripara con la famiglia in Svizzera, a causa delle leggi razziali, studia in forma comparata le costituzioni europee, aderendo al Movimento federalista europeo. Rientrato in Italia, è presidente della Olivetti dal settembre 1945 alla fine del 1946, continuando a far parte, sino alla morte, del Consiglio di Amministrazione dell'azienda, sotto la presidenza del fratello Adriano. È da ricordare soprattutto come l'autore del trattato pacifista di riforme Per viver meglio. Proposta per un sistema economico-sociale (1945-49), che suscitò un vasto e vivace carteggio con i Padri della Costituente (Giolitti, Terracini, Grieco, Saragat, Togliatti, etc.), ma anche con personalità eminenti della cultura, da Saba a Giovan Battista Montini, da Concetto Marchesi a Vittorio Foa.

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