COLONNA, Marzio

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 27 (1982)

COLONNA, Marzio

Franca Petrucci

Figlio di Pompeo duca di Zagarolo e di Orinzia Colonna, la prima notizia su di lui è relativa a un viaggio in Spagna nel 1584. In quell'epoca Filippo II stava già allestendo l'armata da inviare contro l'Inghilterra: il C. si recò in Spagna per partecipare all'impresa. Sia che non fosse rimasto convinto della validità degli allestimenti, sia che il suo servizio non fosse stato accettato, il C. ritornò in Italia in un'epoca imprecisata.

Il 28 maggio 1585 fu concluso fra il C. e Sisto V un contratto di vendita per 25.000 scudi delle sorgenti, site a Pantano di Grifò, località appartenente al C., dell'acqua che, tratta a Roma, si chiamò Acqua Felice. Nel 1586, durante la costruzione della condotta (che fu terminata entro l'anno), il papa si recò a Zagarolo a visitare i lavori. Fu accolto dal C. nella cittadina, di cui aveva il titolo di duca, in modo sontuoso. Morto Sisto V (1590), il C. caldeggiò vivamente l'elezione del parente cardinale Marcantonio Colonna, scorrazzando per Roma in armi per sostenerne la candidatura.

Egli risiedeva abitualmente nel palazzo Colonna ai SS. Apostoli, ove possedeva una bellissima collezione di statue e lapidi antiche. Dal cardinale Alessandro de' Medici (poi Leone XI) il 14 marzo 1591 il C. acquisì vita natural durante un palazzo e un giardino situati vicino alla basilica di Massenzio. L'acquisto gli costò 1.300 scudi, oltre all'obbligo di continuare a pagare due canoni, uno al monastero di S. Maria Nova e l'altro al cappellano di una cappella di S. Pietro in Vincoli; per di più il C., alla morte del quale palazzo e giardino sarebbero tornati al cardinale, si impegnava a intervenire presso Marcantonio Colonna, perché affittasse al Medici una casa chiamata dell'Olmo, posta dietro la chiesa dei SS. Apostoli. Forse per questo medesimo giardino, descritto come vicino al Colosseo, il 19 marzo 1596 il C. otteneva una licenza per scavare e recuperare qualsiasi oggetto d'arte. Una licenza simile, relativa alla possibilità di estrarre qualsiasi lapide o statua, il duca otteneva il 6 sett. 1597 per il territorio di Valle Mariani, nella zona di Frascati. Come è evidente la passione antiquaria si era impadronita completamente del Colonna.

Nel 1597 partecipò alla spedizione comandata dal cardinale Pietro Aldobrandini contro Cesare d'Este per l'annessione di Ferrara alla S. Sede. Ebbe anche l'incarico di assoldare tremila fanti e trecento cavalli. Tuttavia, com'è noto, questo esercito non combatté, per l'acquiescenza di Cesare d'Este alla volontà papale. L'anno successivo il nome del C. fu in qualche modo associato al fosco dramma della casa Cenci, poiché uno dei sicari era stato al suo servizio e Francesco Cenci, suo amico, fu ucciso nel settembre a Petrella Salto, suo feudo. Il C., peraltro, non sembra essere coinvolto direttamente nella tragedia.

Nel 1601 il C., che da Filippo III fu insignito del Toson d'oro e che faceva parte del Consiglio collaterale del Regno, fu sindaco di Napoli, incaricato di festeggiare la nascita di un figlio del re. Alla fine del maggio 1606 il C. accolse nei suoi feudi il Caravaggio, che era fuggito da Roma essendosi macchiato di un omicidio, e lo ospitò per alcuni mesi a Palestrina, Zagarolo e Paliano. Durante questo periodo il Caravaggio dipinse il quadro della Maddalena, la Cena d'Emmaus e forse un S. Francesco.

In memoria della grande attività edilizia esplicata dal C. a Zagarolo, fu posta nella cittadina una lapide che ricordava come egli avesse allargato la cerchia delle mura e l'avesse adornata di edifici sacri e profani e di fontane.

Queste benemerenze però costarono tanto al C., da dissestarne le finanze: nel 1600 aveva una rendita di 83.000 scudi, ma ben 200.000 scudi di debiti. Per farvi fronte istituì il Monte di Passerano, ipotecò Gallicano, Montefortino, Olevano, Torre, Colonna e Zagarolo, lasciando comunque uno Stato aggravato di debiti, per pagare i quali il figlio Pier Francesco dovette vendere nel 1622Zagarolo, Colonna, Gallicano e il castello di Olevano per più di un milione di scudi.

Non si sa la data esatta della sua morte. Aveva sposato Giulia Colonna, da cui aveva avuto Pier Francesco, Pompeo, Gian Francesco, Oddone, Prospero, Margherita, Raimonda, Clarice, Francesca e Orinzia.

Fonti e Bibl.: A. Coppi, Mem. colonnesi, Roma 1855, pp. 360, 365 s.; R. Lanciani, Storia degli scavi…, II-IV, Roma 1903-1907, ad Indicem; G.Tomassetti, Della Campagna romana, in Arch. d. R. Soc. rom. di storia patria, XXVII (1904), p. 475; XXVIII (1905), pp. 65, 81; P. Colonna, I Colonna, Roma 1927, pp. 261, 264 s.; G. Castani, Domus Caietana, II, Sancasciano Val di Pesa 1933, p. 284; F. Fasolo, Postilla…, in Archit. di Zagarolo, in Quaderni dell'Ist. di storia dell'architett., VI (1954), pp. 3, 10; L. v.Pastor, Storia dei papi, X, Roma 1955, pp. 428, 430, 511, 526, 603; J. Delumeau, Vie économique et sociale de Rome…, I, Paris 1957, p. 457; R. Longhi, Caravaggio…, s. l. 1968, p. 41; P. Litta, Le famiglie celebri ital., s. v. Colonna, tav. VI.

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