MARTINO I Papa

Enciclopedia Italiana (1934)

MARTINO I Papa

Pio Paschini

Originario di Todi nell'Umbria, fu eletto nel luglio 649 a succedere a papa Teodoro I. Egli trovava la Chiesa cattolica straziata dall'eresia dei monoteliti, per i quali Costanzo II, imperatore d'Oriente, aveva emanato sul finire del 648 un pubblico editto noto sotto il nome di Typus. M., a cui erano ben note le tendenze eretiche dell'Oriente, per essere stato già apocrisario papale a Costantinopoli, aprì il 5 ottobre 649 nella basilica Lateranense un concilio a cui parteciparono 105 vescovi, quasi tutti italiani, e che occupò cinque sessioni. Vi furono condannate le dottrine dei monoteliti e insieme l'Ecthesis, pubblicata già dall'imperatore Eraclio, e il Typus di Costanzo; e di questa condanna fu data partecipazione allo stesso impelatore, ai vescovi dell'Africa, dell'Italia settentrionale e della Francia. Costanzo II mandò in Italia un nuovo esarca, Olimpio, con l'incarico di far accettare il Typus, ma l'armata d'Italia non si prestò alla lotta contro il papa. Morto Olimpio in Sicilia, Teodoro Calliopa, che gli successe, si presentò a Roma con una truppa d'armati, comunicò al clero il 17 giugno 653 un decreto con il quale M. era destituito dal suo ufficio pontificale; poi s'impadronì della persona del papa nella stessa basilica Lateranense, lo fece salire su una nave e lo inviò prigioniero in Oriente. Il viaggio di papa M. durò quindici mesi e fu un vero martirio per i maltrattamenti a cui fu esposto; soltanto il 19 dicembre 654 il senato cominciò il processo. Furono imputati al papa delitti politici, che non poterono essere menomamente provati; tuttavia M. fu deposto, spogliato delle sue vesti e rinchiuso in carcere dove rimase sin verso la metà del marzo 655, quando fu imbarcato e diretto a Cherson in Crimea; colà morì il 16 settembre e fu anche sepolto. È venerato dalla Chiesa come martire della fede.

Bibl.: L. Duchesne, Liber Pontificalis, Parigi 1886-1892, pag. 336 segg.; L. Duchesne, L'Église au VIe siècle, ivi 1925, p. 441 segg.; K.-J. Hefele-H. Leclercq, Histoire des Conciles, III, ivi 1909, p. 434 segg.