VAN BUREN, Martin

Enciclopedia Italiana (1937)

VAN BUREN, Martin

Henry Furst

Ottavo presidente degli Stati Uniti, e una delle più cospicue personalità politiche del suo paese nel sec. XIX, nacque a Kinderhook (New York), di discendenza olandese, il 5 dicembre 1782. Dal 1796 al 1802 studiò diritto, nel 1803 fu ammesso come consigliere alla Corte Suprema dello stato, come membro del partito repubblicano (jeffersoniano). Nel 1813 entrò nel senato dello stato, nel 1815 divenne procuratore generale; nel 1821 senatore federale, e capo del suo partito nello stato di New York e nello stesso anno delegato alla convenzione costituzionale dello stato.

Oramai aveva guadagnato il primato politico nel suo stato, e per molti anni fu il capo del gruppo chiamato "Alkany Regency" che dominò per una generazione la politica dello stato di New York ed ebbe parte decisiva in quella della nazione. La sua abilità politica divenne proverbiale nel paese intero, glì procurò il nomignolo di "Piccolo Mago" e forse nocque, alla fin fine, alla sua carriera politica. Venne rieletto al senato nel 1827, ma l'anno successivo diede le dimissioni per accettare l'ufficio di governatore dello stato di New York. Al senato aveva difeso strenuamente i diritti degli stati, e come governatore appoggiò la candidatura di A. Jackson alla presidenza, diventando nel 1829 il suo segretano di stato dopo l'elezione, ma dimettendosi nel giugno 1831 per diventare ministro americano presso la corte d'Inghilterra. Ma il 25 gennaio 1832, il senato respinse la sua nomina. Questo gesto, veramente dovuto a odî settarî, fu motivato dai suoi acerrimi nemici Clay, Webster e Calhoun col fatto che come ministro egli aveva rinunciato per gli Stati Uniti a certe pretese, del resto insostenibili, in una disputa col governo inglese.

Il rifiuto del senato di confermare la sua nomina aumentò la sua popolarità, facilitando a Jackson il compito di consolarlo con la vicepresidenza nelle elezioni del 1832. Il grande atto di cui egli diede prova gli guadagnò l'amicizia imperitura del presidente la nomina a presidente della confederazione nel 1836, come capo del partito democratico.

Durante la sua presidenza ebbe luogo un vasto panico finanziario di cui la colpa, sebbene non sua, gli fu attribuita dalla opinione popolare. Il provvedimento principale della sua amministrazione fu la creazione nel 1840 di un sistema (detto Subtreasury scheme) indipendente dal tesoro per la custodia del danaro pubblico, sistema che fu abolitto durante il breve prevalere del partito whig (1840-52), ma divenne poi parte della politica permanente del paese. La crisi finanziaria gl'impedi di riuscire nelle elezioni del 1840, dando la vittoria al suo vecchio avversario W. H. Harrison. Nel 1844 egli aspirò di nuovo alla nomina, ma il suo atteggiamento sulla questione del Texas, ostile all'annessione, gli costò l'appoggio del Sud; e con ciò egli fallì il suo scopo. Nel 1848 fu candidato del nuovo partito Free Soil (Libera terra) in fusione con la frazione dei barnburners del partito democratico: ma neppure questa volta riuscì. Dopo questo sterile diversivo, rimase costantemente fedele al partito democratico, pur rimanendo sempre ostile all'estensione della schiavitù nei nuovi stati e territorî. Nel 1860 egli, desiderando di evitare la guerra civile, votò con i "fusionisti" contro Lincoln, ma non approvò la politica disgraziata di J. Buchanan, e in seguito diede il suo appoggio a Lincoln. Morì il 24 luglio 1862, quasi ottantenne, nella quiete di Lindenwald. vicino a Kinderhook dove era nato.

Le sue memorie, che vanno soltanto fino all'anno 1834, sono inedite, ma nel 1867 fu pubblicata una sua opera frammentaria: An Inquiry into the Origin and Course of Political Parties of the United States.

Bibl.: D. T. Lynch, An epoch and a man, Martin van Buren and his times, New York 1929 (con bibliografia a pp. 547-551); E. M. Shephard, Martin van Buren (in American Statesmen), Boston 1888, rist. 1899; i manoscritti suoi sono conservati, come quelli della gran parte dei presidenti americani, nella Library of Congress. Cfr. anche stati uniti: Storia.