Fabbri, Marisa

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Attrice italiana (Firenze 1927 - Roma 2003). Interprete di moderna tecnica e nervosa sensibilità, offrì le prove migliori con registi come G. Strehler (I giganti della montagna di L. Pirandello, 1966; La cantata del mostro lusitano di P. Weiss, 1970), A. Trionfo (Elettra, 1974) e L. Ronconi, che la diresse spesso, esaltandone il distacco critico dai personaggi e la dizione antinaturalistica (Orestea, 1972; Baccanti, 1978; Ignorabimus di A. Holz, 1986; Gli ultimi giorni dell'umanità di K. Kraus, 1990; L'uomo difficile di H. von Hofmannsthal, 1991; Il lutto si addice ad Elettra di E. O'Neill, 1997). Attenta alla drammaturgia contemporanea, fu eccellente nel Minetti di T. Bernhard (1994, per l'Accademia d'arte drammatica, dove insegnava recitazione), impersonando con partecipazione ma senza mimetismo il grande attore tedesco. Tra le ultime interpretazioni si ricordano Il dolore di M. Duras e La democrazia di A. Balzola nel 1999 e Io, Paola la commediante di M. Luzi nel 2000. Nel cinema interpretò fra l'altro Sacco e Vanzetti (1970), Quattro mosche di velluto grigio (1971), Milarepa (1974) e Gli astronomi (2002).

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