VOLPATO, Mario

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 100 (2020)

VOLPATO, Mario

Giovanni Castellani

– Nacque a Castelbaldo (Padova) il 3 ottobre 1915 da Giuseppe, mediatore e commissionario di granaglie, e da Mirta Bissaro, casalinga.

Frequentò le cinque classi elementari a Castelbaldo e le tre classi delle scuole complementari (scuole di avviamento al lavoro) a Badia Polesine, dove frequentò anche un corso integrativo per l’ammissione alle scuole medie superiori, ricorrendo all’aiuto del cappellano della parrocchia del suo paese per lo studio del latino. Accolto come istitutore (sorvegliante degli alunni) nel collegio vescovile Angelo Custode di Rovigo, studiando da autodidatta conseguì nel 1934 il diploma magistrale come privatista. Vinto il concorso per maestro di ruolo, iniziò a insegnare in provincia di Verona nelle scuole elementari di Castagnaro e Valeggio sul Mincio per tornare poi, come maestro, al collegio vescovile di Rovigo. Nel 1936 conseguì, sempre da privatista, la maturità scientifica presso il liceo scientifico di Ferrara e si iscrisse alla facoltà di ingegneria dell’Università della stessa città, senza poter frequentare le lezioni.

Superato il biennio propedeutico, su suggerimento del docente di analisi matematica Angelo Tonolo, passò al corso di laurea in matematica e si laureò con pieni voti nel 1940, discutendo con Dario Graffi la tesi Sull’applicazione del metodo degli operatori funzionali all’integrazione di un particolare sistema di equazioni differenziali alle derivate parziali del primo ordine lineare, che fu anche l’oggetto della sua prima pubblicazione scientifica negli Atti dell’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti. Chiamato da Tonolo come assistente straordinario alla cattedra di analisi matematica dell’Università di Padova nell’ottobre del 1940, dovette sospendere il servizio nel luglio del 1941 per il richiamo alle armi come ufficiale del genio pontieri. Nel settembre del 1942 sposò Màritza Fantaguzzi, appartenente a una nobile famiglia di Cesena, con la quale ebbe due figlie, Raffaella e Giuseppina.

Dopo l’8 settembre 1943 collaborò con il CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) di Castelbaldo e solo nell’ottobre del 1945 poté riprendere la sua attività universitaria. Negli anni successivi fu impegnato in un’intensa attività scientifica e didattica nelle università di Padova, Ferrara e Venezia, che lo portò a conseguire la libera docenza in analisi matematica nel 1954 e a vincere il concorso a cattedra nella stessa disciplina nel 1958 con una trentina di pubblicazioni prevalentemente riguardanti le equazioni differenziali ordinarie e alle derivate parziali (E. Magenes, Le ricerche di Mario Volpato sulle equazioni differenziali, in Seminario Mario Volpato..., 2002, pp. 5- 17, dove è riportato anche l’elenco delle pubblicazioni di analisi matematica di Volpato). A proposito di queste pubblicazioni, il matematico Sandro Faedo (1986) ha scritto: «Caratteristica costante di questi lavori di Volpato è la profondità con cui egli riesce a scavare su questioni che a un matematico meno attento potevano apparire già sistemate e alle quali egli è così riuscito a dare nuovi contributi spesso essenziali» (p. 16).

Volpato rinunciò alla cattedra di analisi matematica per coprire quella di matematica generale nella facoltà di economia e commercio dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, dove dal 1954 insegnava la stessa disciplina come professore incaricato. A spingerlo a questa scelta fu il suo desiderio di dar vita a una scuola di matematici orientati alle applicazioni economiche in anni in cui una nuova disciplina, la ricerca operativa, che traeva origine dalle applicazioni di metodi matematici e statistici alle operazioni militari durante la seconda guerra mondiale, cominciava a svilupparsi anche in Italia sia nel mondo accademico sia in quello delle imprese pubbliche e private.

Nel 1959 Volpato costituì a Ca’ Foscari un gruppo di ricerca del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) sul tema «Modelli matematici della ricerca operativa» del quale facevano parte giovani laureati in matematica, economia, statistica e ingegneria, provenienti sia dall’università sia dal mondo industriale e bancario. Molti di essi hanno raggiunto la cattedra universitaria e altri hanno fatto brillanti carriere da manager. Tutti ricordano con riconoscenza la cura con cui erano personalmente seguiti da Volpato, che revisionava attentamente i loro primi lavori scientifici ed era prodigo di consigli e suggerimenti.

Le numerose pubblicazioni scientifiche prodotte in quegli anni da Mario Volpato e dai suoi allievi furono per la maggior parte raccolte a cura dello stesso Volpato nel volume Studi e modelli di ricerca operativa pubblicato a Torino dalla Utet nel 1971. Il campo in cui egli portò i contributi più significativi è quello della programmazione matematica che, trattando problemi di estremo vincolato, ben si presta a essere il modello di riferimento per molte situazioni concrete in cui si tratta di massimizzare una funzione di utilità (per esempio il profitto o il ricavo) oppure di minimizzare una funzione di penalità (per es. il costo o il tempo o la distanza) in attività condizionate da vincoli economici, tecnici o amministrativi. Vanno ricordati in particolare i suoi risultati riguardanti la programmazione lineare: dalla determinazione di limitazioni a priori dell’estremo e condizioni per l’arresto di algoritmi risolutivi con valutazioni dell’errore, alla stabilità delle soluzioni di un programma lineare al variare dei coefficienti della funzione obiettivo o dei vincoli, all’interpretazione economica delle proprietà analitiche del problema duale applicato a un programma di produzione di beni.

Notevoli furono anche i suoi contributi riguardanti la programmazione dinamica. Dopo aver approfondito lo studio degli scritti di Richard Bellman sull’argomento, capì immediatamente l’importanza e la potenzialità di questo metodo e lo applicò brillantemente a vari problemi. Forte della sua formazione di analista, si rese anche conto che il principio di ottimalità di Bellman mancava di un rigoroso fondamento analitico, per cui formulò un teorema generale da porre alla base di questo originale metodo per la risoluzione dei problemi di estremo vincolato (Sui fondamenti analitici della programmazione dinamica, Milano 1961).

Volpato fu tra i fondatori dell’AIRO (Associazione Italiana di Ricerca Operativa), della quale è stato presidente del comitato scientifico e socio onorario. All’inaugurazione dell’anno accademico 1961-62 a Ca’ Foscari egli tenne la prolusione dal titolo Matematici ed elaboratori elettronici nella ricerca operativa, nella quale illustrò con grande capacità didattica l’importanza della nuova disciplina e dei suoi protagonisti: il gruppo di ricerca interdisciplinare, il matematico e il computer.

Si deve alla sua iniziativa lo svolgimento a Venezia nel 1969 della Va Conferenza internazionale dell’IFORS (International Federation of Operational Research Societies), durante la quale tenne una relazione sullo stato della ricerca operativa in Italia, ricca di informazioni sia sugli studi accademici sia sulle applicazioni in corso nelle maggiori aziende italiane (The state of operational research in Italy, in OR 69. Proceedings of the 5th International Conference on operational research, Venice... 1969, a cura di J. Lawrence, London 1970, pp. 7-16).

Volpato fu anche uno dei protagonisti dello sviluppo dell’elaborazione automatica dei dati in Italia, avendo prontamente intuito la potenza innovativa del computer nella ricerca scientifica, nelle attività produttive e nella società in generale. Egli costituì a Ca’ Foscari, all’inizio degli anni Sessanta, uno dei primi centri universitari di calcolo elettronico, dotato di un elaboratore Olivetti ELEA 6001; fu tra i soci fondatori dell’AICA (Associazione Italiana di Calcolo Automatico), della cui rivista, Calcolo, fu membro del comitato di redazione; nel 1969 fu uno dei più convinti promotori del Consorzio interuniversitario del Nordest per il calcolo automatico (CINECA), di cui fu a lungo vicepresidente. Un’altra associazione scientifica che lo vide tra i soci fondatori è l’AMASES (Associazione per la Matematica Applicata alle Scienze Economiche e Sociali), di cui fu anche presidente onorario dopo Bruno De Finetti. Volpato si distinse anche in compiti direttivi all’interno dell’Università, sia come preside della facoltà di economia e commercio a Venezia dal 1965 al 1968, sia come primo direttore dell’Istituto superiore di scienze sociali di Trento dal 1962 al 1968, anno in cui si dimise ritenendo che la contestazione studentesca stesse stravolgendo l’originale impostazione culturale dell’Istituto. Nel 1974 lasciò Ca’ Foscari per ricoprire la cattedra di calcolo delle probabilità all’Università di Padova fino al collocamento fuori ruolo nel 1985.

I campi di ricerca scientifica di cui si occupò Volpato furono dunque l’analisi matematica, poi la ricerca operativa e la programmazione matematica e infine il calcolo delle probabilità; in ciascuno di questi settori seppe portare significativi ed originali contributi, dimostrando una versatilità non comune. Accanto all’attività accademica, egli svolse anche un’intensa attività di consulenza e ricoprì incarichi direttivi in numerosi enti pubblici e privati, nei quali raggiunse risultati innovativi, spesso sperimentando nella realtà aziendale quei modelli matematici studiati all’università. Politicamente vicino alla Democrazia cristiana, nel 1970, su proposta del ministro padovano Luigi Gui, fu nominato presidente della Camera di commercio di Padova in un momento in cui era aperto un ampio dibattito sul ruolo delle Camere di commercio e sulla loro possibile regionalizzazione, che diede inizio a un lento processo di riorganizzazione degli enti camerali conclusosi solo nel 1993 con una legge che riconobbe la loro autonomia sia dallo Stato sia dalle Regioni. Anche in questo nuovo incarico egli dimostrò capacità innovativa e tenacia nel perseguire gli obiettivi da raggiungere, sapendo motivare e coinvolgere partner e collaboratori.

Volpato riteneva necessario, per una più efficace azione di promozione dello sviluppo economico, che i dati raccolti dalle Camere di commercio venissero valutati, elaborati e tempestivamente diffusi nel territorio con i moderni strumenti informatici. Forte dell’esperienza universitaria del consorzio CINECA, egli nel 1974 promosse la costituzione della società CERVED (Centri Elettronici Reteconnessi per la Valutazione e l’Elaborazione dei Dati) che coinvolse dapprima le Camere di commercio venete per divenire poi la società informatica dell’intero sistema camerale italiano.

Come presidente della Camera di commercio di Padova, egli fu anche il promotore dell’interporto di Padova, il centro di smistamento merci nella zona industriale della città, nel quale si insediarono tutti quei servizi e quelle strutture atte a consentire agli operatori di organizzare la sosta e lo smistamento delle merci nelle varie direzioni con le varie modalità di trasporto. Egli ottenne la fondamentale adesione al suo progetto delle Ferrovie dello Stato, che installarono nella zona destinata all’interporto numerosi binari, mentre rimase delusa la sua aspirazione di dare all’interporto l’accesso al mare tramite l’idrovia Padova-Venezia, che gli avrebbe assicurato la completa intermodalità (strada, ferrovia, aereo, nave). Durante la sua presidenza alla Camera di commercio di Padova, cessata nel 1982, fu anche vicepresidente dell’Ente Fiera Padova e membro del consiglio direttivo del Consorzio zona industriale di Padova.

Volpato fu insignito di varie onorificenze tra le quali quella di Medaglia d’oro della scuola, della cultura e dell’arte e quella di cavaliere di gran croce e fu membro effettivo dell’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, dell’Accademia galileiana di scienze, lettere e arti in Padova e dell’Accademia dei Concordi di Rovigo.

Morì a Padova il 21 gennaio 2000.

Fonti e Bibl.: S. Faedo, M. V., in Rendiconti del Comitato per gli studi e per la programmazione economica, XXIV (1986), pp. 12-19; G. Castellani, Ricordo di M. V., in Atti dell’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, Parte generale e atti ufficiali, CLIX (2001), pp. 155-162; L. Scalco, M. V. Maestro e pioniere tra ricerca, politica ed innovazione, Padova 2002, con un elenco di 126 pubblicazioni scientifiche e di 78 scritti vari di Volpato, pp. 583-600; Seminario Mario Volpato... 2001, a cura di E. Canestrelli - G. Castellani, Venezia 2002; Ricordo del professor M. V., Padova 2002; L. Scalco, Maestro e pioniere. La lezione di M. V. (1915-2000), Castelbaldo 2005; G. Castellani, M. V.: un protagonista della nascita della ricerca operativa in Italia, in Lettera matematica Pristem, 2016, n. 97, pp. 44-47; M. Lanzarini, Al Cineca. 50 anni da protagonisti nell’informatica italiana, Bologna 2017; L. Scalco, Maestro e pioniere. L’eredità storica di M. V. (1915-2000) tra incognite e nuove frontiere, Padova 2019.

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