MARGHERITA d'Asburgo, duchessa di Parma e Piacenza

Enciclopedia Italiana (1934)

MARGHERITA d'Asburgo, duchessa di Parma e Piacenza

François L. Ganshof.

Figlia dell'imperatore Carlo V e di Giovanna van der Gheynst, figlia di un tappezziere, che più tardi sposò il consigliere della Corte dei conti del Brabante Jan van den Dijcke, nacque ad Audenarde nel 1522 e fu affidata successivamente alle due governatrici dei Paesi Bassi, Margherita d'Austria e Maria d'Ungheria. Sposò nel 1536 Alessandro de' Medici, duca di Firenze, il quale l'anno seguente fu assassinato. Continuò a risiedere a Firenze, ma nel 1538 fu costretta dal padre a sposare a Roma Ottavio Farnese, dal quale nel 1545 ebbe il figlio Alessandro. Fino al 1559 rimase in Italia, sia a Roma, sia presso il marito, che nel 1550 aveva ottenuto il ducato di Parma e nel 1556 quello di Piacenza. Nel 1559, lasciato il marito, si recò nei Paesi Bassi per occuparvi il posto di governatrice, in qualità di rappresentante del re di Spagna Filippo II. In realtà il potere effettivo era in mano a una consulta, nella quale dominava A. de Granvelle (v.), vescovo di Arras.

M. dovette affrontare numerose difficoltà: la richiesta del ritiro delle truppe spagnole, che la nobiltà, organo del sentimento nazionale, voleva a ogni costo; l'opposizione provocata dagli eccessi della repressione dell'eresia e dall'erezione delle nuove diocesi nel 1559; l'odio generale che la politica autocratica del Granvelle finì col suscitare. M., del resto, che aspirava a esercitare liberamente il potere, sospettava il Granvelle d'intrighi presso il re contro gl'interessi dei Farnese in Italia; nel 1563 chiese e ottenne che il cardinale fosse richiamato. Dovette allora fronteggiare da sola l'ostilità suscitata dalla repressione dell'eresia: per consiglio dei membri dell'alta nobiltà, chiese al re, ma invano, un temperamento delle misure repressive. A lei si rivolsero, il 5 aprile 1566, i membri del Compromesso dei nobili (v. gueux), esigendo un governo informato alla tradizione nazionale, l'abolizione dell'Inquisizione, la mitigazione degli editti contro i protestanti. M. fu costretta a consentire provvisoriamente una maggior moderazione, ma nell'agosto fu sorpresa dallo scoppio del movimento iconoclasta. La reazione suscitata da questo le permise di riprendere il sopravvento e di applicare gli editti in tutto il loro rigore: la resistenza armata dei protestanti fu schiacciata (v. marnix, philippe). Ma il 9 agosto 1567 era giunto a Bruxelles il duca d'Alba, e nel dicembre M., resasi conto di essere ormai spogliata d'ogni autorità, prese la via dell'Italia.

Dopo la morte di don Giovanni d'Austria, nel 1580, tornò nei Paesi Bassi, stabilendosi a Namur. M. sperava che Filippo la reintegrasse al posto di governatrice generale, lasciando a suo figlio, Alessandro Farnese, il solo comando dell'esercito. Ma questi respinse qualunque compromesso, e il re lo nominò governatore generale: M., ritiratasi in Italia, morì a Ortona il 18 gennaio 1586.

Bibl.: H. Pirenne, Histoire de Belgique, III, IV (v. belgio, VI, p. 528); F. Rachfahl, Margareta von Parma, Statthalterin der Niederlande, Monaco 1898; Van der Essen, Alexandre Farnèse, I, Bruxelles 1933.