MARGHERA

Enciclopedia Italiana (1934)

MARGHERA (A.T., 22-23)

Alberto BALDINI
*

Frazione di Venezia, situata a 1,5 km. a SE. di Mestre, la cui importanza si è molto accresciuta in seguito alla costruzione del grandioso porto, iniziato nel 1919 e inaugurato nel 1922; a lavori compiuti occuperà un'area di 350 ha., con 5 km. di calate. In vicinanza del porto è sorta una vasta zona industriale in continuo sviluppo e una città giardino che attualmente conta circa 6500 ab. (nel 1921 gli abitanti di Marghera erano 965). A O. del porto sorge il Forte Marghera (v. sotto).

La difesa di Marghera (aprile-maggio 1849). - Conclusasi con l'infausta giornata di Novara la prima guerra per l'indipendenza italiana, Venezia - bloccata dagli Austriaci da terra e da mare - decise eroicamente la resistenza a oltranza con le sole proprie forze rivoluzionarie. Costrette le difese, disposte in terraferma, a ripiegare per il numero degli assalitori, fu deciso dal governo di Venezia di sbarrire ad ogni costo i principali accessi alla laguna. Il più importante di essi, corrispondente alla strada Mestre-Venezia, era difeso dalla posizione fortificata di Marghera (costituita da un forte dell'epoca napoleonica e da alcune batterie staccate) che nell'aprile 1849 - quando l'austriaco Haynau iniziò le operazioni decisive per la conquista di Venezia - contava complessivamente 140 bocche da fuoco di varî tipi e calibri, servite da 700 artiglieri improvvisati, al comando di 35 ufficiali volontarî; comandante superiore della difesa, il colonnello Ulloa. Le prime cannonate partirono il 26 aprile da Marghera, i difensori avendo voluto disturbare i lavori che gli Austriaci andavano compiendo per avvicinare le batterie dell'attacco. Per circa un mese il duello continuò violento e solo con molti stenti e perdite considerevoli. riuscì agli assedianti di portare le batterie per l'attacco di Marghera alla distanza voluta. I difensori avevano nel frattempo attuate eroiche sortite, fra le quali - celebre per ardimento di capi e di gregarî - quella del 9 maggio, guidata da uomini come Cosenz, Sirtori, Rossarol. All'alba del 24 maggio si concentrò su Marghera il fuoco efficacissimo delle artiglierie austriache. Sconvolti i parapetti, squarciate le casematte, smontati molti pezzi della difesa, gli artiglieri non vollero tuttavia cedere. Una lotta furibonda continuò, giorno e notte, fino alla sera del 26 maggio, quando più non esistevano né bocche da fuoco, né munizioni, né opere di difesa. La ritirata dei pochi superstiti fu compiuta la notte sul 27, in seguito a ordine perentorio dato dal Manin, sotto forma di decreto. Gli stessi memorialisti austriaci si sono inchinati dinnanzi all'eroismo degl'improvvisati artiglieri italiani.