MARCOMANNI

Enciclopedia Italiana (1934)

MARCOMANNI (Marcomanni, e talvolta anche Marcomani, in gr. Μαρκομανοί e Μαρκομάνοι)

Pietro Romanelli

Popolo della Germania della stirpe dei Suebi. Forse di questi essi erano quelli che tenevano le terre di confine verso Occidente: taluni infatti ne hanno spiegato il nome come uomini della Marca, cioè del confine: comunque, essi dovevano essere stanziati circa il medio corso dell'Elba, fra questa e l'Oder. Il loro primo contatto con i Romani fu in occasione della guerra di Ariovisto, nel cui esercito essi combatterono. In quel tempo la sede dei Marcomanni era sull'alto corso del Meno, dove forse si erano spostati in seguito ai movimenti delle altre stirpi germaniche. Ma tra il 9 e l'8 a. C., dopo le vittorie di Druso in Germania, essi abbandonarono queste terre ed emigrarono nel paese dei Boi, l'oderna Boemia. In questo tempo la loro potenza, grazie alla sagacia e all'energia del re Maroboduo (v.), raggiunse l'apogeo: il loro dominio si estese grandemente sugli altri popoli vicini, verso settentrione e verso oriente, e il regno dei Marcomanni, la cui capitale, che, chiamata prima Boiohemum, fu dal nome stesso del re, detta Marobudon (sembra che essa debba ricercarsi presso Stradonice), fu l'unico grande stato germanico, che, saldamente organizzato, avrebbe potuto tenere fronte all'incalzare delle armi romane, se la discordia fra le varie stirpi, e soprattutto tra Maroboduo e Arminio, e l'incertezza sempre dimostrata dal primo nei confronti con Roma non avessero favorito l'azione di questa. Certo già Augusto, preoccupato della potenza di Maroboduo, aveva nel 6 d. C. disposto una spedizione in grande stile contro i Marcomanni: Tiberio dal Danubio e Senzio Saturnino dal Reno avrebbero dovuto muover contro di loro con non meno di dodici legioni: lo scoppio dell'insurrezione dalmatico-pannonica e la necessità di domarla, prima di avventurarsi più lontano, fecero rinviare l'impresa, che non fu più tentata. Tiberio concluse la pace con Maroboduo, che non approfittò dell'occasione per dare molestie ai Romani. Con la fine di Maroboduo la potenza dei Marcomanni fu diminuita: il trono passò in mano di principi spesso imposti da Roma, di cui il popolo finì con essere naturale cliente. Attivo era allora il commercio fra le provincie danubiane e il territorio dei Marcomanni, attraverso al quale le merci giungevano al Baltico e alla Sarmazia.

Di spedizioni contro i Marcomanni sotto Domiziano e sotto Nerva abbiamo appena qualche notizia. A loro invece è legato il ricordo delle grandi e lunghe guerre (bellum Marcomannicum) combattute sul Danubio da Marco Aurelio (v.): ma alla morte di questo, Commodo si affrettò a concludere una pace che, pure offrendo ai Marcomanni condizioni meno gravi di quelle imposte già loro nel 172, poté tuttavia assicurare per un lungo periodo il confine dell'impero da questa parte. Ma da allora i Marcomanni e altri barbari possono a poco a poco infiltrarsi come soldati e coloni nell'esercito e nelle terre dell'impero: più tardi nella Notitia dignitatum troviamo spesso ricordati corpi di truppa marcomanni.

Dopo Marco Aurelio íl nome dei Marcomanni si associa più volte con quello dei popoli del medio Danubio, ma senza speciale risalto; alla fine del sec. IV una loro regina, cristiana, riceveva da S. Ambrogio il consiglio d'indurre il marito a fare pace con Roma. Tra il sec. V e il VI, sospinti dai Goti, dagli Eruli, dai Longobardi, essi abbandonarono probabilmente le loro terre, spostandosi verso Baviera: certo da allora il loro nome più non compare: qualcuno ha pensato che i Baiuvari (v. baviera) siano i loro successori.

Bibl.: Franke, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XIV, coll. 1609-1637; v. anche Stein, ibid., coll. 1907-1910, s.v. Maroboduus; A. Gnirs, Zur Topographie des Markomannerlandes, in Charisteria Alois Rzach, Reichemberg 1930.

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