Marcióne (gr. Μαρκίων -ωνος; lat. Marcio -onis). - Eretico (n.
Vita. Figlio del vescovo della sua città natale, fu scomunicato dallo stesso padre per le sue idee religiose. Di agiata condizione, trasferitosi a Roma, e accolto fraternamente da quella comunità cristiana (verso il 140), vi ebbe presto rilievo anche per la cospicua donazione di 200.000 sesterzi. Vissuto in silenzio fin verso il 144 elaborando le sue tesi religiose con originalità di vedute (ebbe però rapporti con Cerdone e col mondo gnostico, cui, a torto, secondo la più comune opinione, fu più tardi accomunato), quando espose alla comunità le sue tesi sull'insanabile contrasto tra Nuovo e Vecchio Testamento fu subito scomunicato; dalla sua predicazione sorse una chiesa, che ebbe vasta diffusione e durò fino verso il 5º secolo.
Opere e pensieroM., rifiutando ogni interpretazione allegorica dei testi sacri, preoccupato solo del loro senso letterale, si sforzò di dimostrare come siano opposti (donde il titolo Antitesi della sua opera) il Vangelo cristiano e il Vecchio Testamento: mentre quest'ultimo ci racconta dalle origini del mondo una serie di vicende crudeli e talvolta malvage, rivelandosi espressione di un Dio spietatamente giusto, il Vangelo ci mostra il Figlio di Dio, buono e amorevole, pieno d'indulgenza e di compassione. Gesù Cristo, Figlio di Dio, non può essere perciò figlio del Dio del Vecchio Testamento, ma di un'altra realtà divina, e precisamente del Dio sconosciuto che