Augé, Marc

Enciclopedia on line

Antropologo francese (Poitiers 1935 - ivi 2023). Noto per le sue ricerche in Africa occidentale, è passato poi ad occuparsi di un’antropologia dei mondi contemporanei e della dimensione globale e cosmopolita che accomuna i popoli coloniali e l’Occidente. Già directeur d’études presso L’École des hautes études di Parigi, è tra i pensatori più significativi dell'antropologia contemporanea. Tra le sue elaborazioni concettuali più felici vi è la teoria dei "nonluoghi" come spazi estranianti e deculturalizzati che giacciono concettualmente all'estremo opposto del "luogo antropologico".

Opere e pensiero

Acquisita ampia fama grazie alle ricerche in Costa d’Avorio e nel Togo sulla malattia, la morte e i sistemi religiosi, poi codificate nei suoi primi tre saggi (Le Rivage alladian, 1969; Théorie des pouvoirs et idéologie, 1975; Pouvoirs de vie, pouvoirs de mort, 1977; trad. it. 2003), si è orientato successivamente verso una "antropologia del quotidiano" che ha trovato campo privilegiato di analisi negli spazi moderni (autogrill, centri commerciali, alberghi e in senso generale tutti gli spazi topografici in cui si svolgono i riti dell'afflusso e del consumo di massa) dominati dall’assenza di storia, identità, relazioni. In base a ciò, ha elaborato la teoria dei "nonluoghi" come spazi estranianti e deculturalizzati che giacciono concettualmente all'estremo opposto del "luogo antropologico", teoria che ha conosciuto la sua migliore espressione in quelli che sono i suoi lavori più noti: Un ethnologue dans le métro (1985; trad. it. 1992) e Non-lieux: introduction a une anthropologie de la surmodernité (1992; trad. it. 2005). Tra le sue altre opere va fatta menzione di Le temps en ruines (2003; trad. it. Rovine e macerie. Il senso del tempo, 2004) e di La mere d’Arthur (2005; trad. it 2005). Pensatore a tutto campo, le sue serrate analisi della contemporaneità (tra le più incisive occorre segnalare ancora L'anthropologie, 2004; trad. it. L'antropologia del mondo contemporaneo, 2006) hanno lasciato talvolta spazio a riflessioni sui valori di alcuni aspetti oggi desueti della prassi umana (Eloge de la bicyclette, 2008; trad. it. 2008) o a testi fluidi e personalissimi quali Casablanca (2007; trad. it. 2008), in cui il filo delle immagini filmiche riconnette l'autore alla corrente di emozioni e ricordi del passato e lo conduce a indagare i singolari meccanismi della memoria. Nel saggio Le métro revisité (2008; trad. it. 2009) A. è tornato a riflettere, a oltre venti anni di distanza da Un ethnologue dans le métro, sulla metropolitana parigina come luogo privilegiato di un'indagine sulla modernità, mentre in Où est passé l'avenir (2008; trad. it. 2009) ha denunciato in termini filosofici e politici il rischio di un "dominio del presente" che comprime ogni profondità temporale ed espropria la società contemporanea della sua storia e del suo futuro, indagando in Pour une anthropologie de la mobilité (2009; trad. it. 2010) il concetto di confine nel tentativo di comprendere le contraddizioni della storia contemporanea. Tra le sue opere successive vanno citate: l'autobiografia intellettuale La vie en double (2010, trad. it. Straniero a me stesso. Tutte le mie vite di etnologo, 2011); Journal d'un SDF. Ethnofiction (2011), opera tra il racconto e il saggio sociologico tradotta nello stesso anno in Italia; il testo breve pubblicato in Italia sotto il titolo Futuro (2012), sul concetto di futuro e sul suo rapporto con il passato e la sua interpretazione; Les nouvelles peurs (2013; trad. it. 2013), saggio breve in cui vengono analizzate le paure dell'Occidente ed enucleati i possibili sviluppi di tale malessere generalizzato; L'anthropologue et le monde global (2013; trad. it. 2014), testo sugli effetti paradossali della globalizzazione; Une ethnologie de soi. Le temps sans âge (2014; trad. it. Il tempo senza età. La vecchiaia non esiste, 2014), riflessione sulla necessità di fondare un'etnologia della vita individuale basata sulla soggettività; il saggio breve Eloge du bistrot parisien (2015; trad. it. Un etnologo al Bistrot, 2015). Nel 2016 sono stati editi in Italia Football. Il calcio come fenomeno religioso, traduzione di un saggio pubblicato nel 1982 sulla rivista Le débat  in cui l'antropologo analizza il tifo come fatto sociale refrattario a ogni indagine razionale, Prendere tempo. Un'utopia dell'educazione. Conversazione con Filippo La Porta, e Le tre parole che cambiarono il mondo (ed. or. La sacrée semaine: qui changea la face du monde, 2016), dissacrante riflessione sul sacro. Tra i suoi ultimi lavori si citano ancora il saggio Qui donc est l'autre? (trad. it. 2019), in cui l'antropologo torna a indagare sull'irriducibile alterità dell'altro, e Ressuscité! (2019; trad. it. 2020), testo paradossale di satira politico-scientifica sui nodi stringenti dell'etica medica contemporanea.

CATEGORIE
TAG

Africa occidentale

Globalizzazione

Costa d’avorio

Antropologia

Casablanca