MARATTI

Enciclopedia Italiana (1934)

MARATTI (Marāthā)


Popolazione dell'India centrale e Occidentale, di origine incerta, ma il cui stanziamento in India sembra anteriore alla conquista musulmana di Maḥmūd di Ghaznah (sec. XI). Il territorio da essi occupato nella maggiore espansione comprende le moderne provincie di Konkan, Khandesh, Berar, buona parte del Deccan, e parte del Nagpur. Come potenza politica si affermano solo nel sec. XVII, allorché il capo Sivājī Bhonsla (1627-1680) riuscì a farsi riconoscere dalle varie tribù e ad acquistare un dominio territoriale e un'autorità che sfidava quella dei Mogul di Delhi. Questa formazione unitaria fu di breve durata, e praticamente finì col figlio di Sivājī, Sambhājī, che nel 1689 fu fatto mettere a morte dall'imperatore Awrangzēb. Seguirono allo stato unitario varî principati indipendenti, che però, stretti in una specie di confederazione, riconobbero l'autorità del peshwā o primo ministro di Poona; nel sec. XVIII i Maratti, per virtù guerriera e bontà organizzativa di ordini militari, giunsero a esercitare una vera egemonia sull'India. Ma nel 1761 un loro esercito era battuto a Panipat da Aḥmed Shāh Durrānī, signore dell'Afghānistān, e presto la penetrazione inglese in India ebbe a urtare contro di loro. Nelle tre sanguinose "guerre dei Maratti" (1778-82, 1802-04, 1817-18) la potenza di costoro fu spezzata e i loro territorî furono poi o incorporati direttamente nelle presidenze britanniche (specie quella di Bombay) o mantenuti in stati sotto il controllo inglese. Attualmente i Maratti ammontano a circa 6 milioni e mezzo.

Bibl.: J. Grant Duff, History of the Mahrattas, voll. 3, 1826; M. G. Ranade, Rise of the Maratha Power, Bombay 1900; Kineaid e Paraskis, History of the Maratha people, Bombay 1918-25, voll. 3.

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