FALLA, Manuel de

Enciclopedia Italiana (1932)

FALLA, Manuel de


Compositore, nato a Cadice (Spagna) il 23 novembre 1876. Studiò al conservatorio di Madrid (José Tragó e Felipe Pedrell). Nel 1905 vinse un concorso nazionale dell'Accademia di belle arti, con l'opera in due atti La Vida breve. Nel 1907 si recò a Parigi, dove fu legato di amicizia con i maggiori musicisti francesi del tempo (Debussy, Ravel, Dukas), da cui ebbe consigli ed esempî. Ritornato, fin dal 1914, in Spagna, vive a Granata. Oltre a La Vida breve, ha scritto i balletti El Amor brujo (1915), El Sombrero de tres picos (1917-19), la rappresentazione per marionette El Retablo de Maese Pedro, adattato da un episodio del Don Chisciotte (1919-22); e inoltre: le impressioni sinfoniche Noches en los Jardines de España per pianoforte e orchestra (1909-15), un Concerto per clavicembalo e strumenti (1923-26), il poema Atlantida per soli, coro e orchestra (1929-30), musica vocale e strumentale da camera (Pièces espagnoles e Fantasia baetica per pianoforte Melodies, Canciones populares españolas per canto e pianoforte, ecc.).

Per quanto sia stata preceduta, nel tempo, da quelle di Pedrell, Albéniz e Granados, l'opera del de F. vuol esser considerata come la più felice espressione del nazionalismo musicale spagnolo, inseritosi, conservando le inconfondibili impronte del folklore iberico, nel movimento europeo contemporaneo. Il de F., pur non possedendo la personalità singolare di un I. Stravinskij, di un Hindemith, di un Bloch e d'altri è riuscito a sottrarsi allo spagnolismo di maniera e a volte oleografico cui sacrificarono quasi tutti i suoi predecessori e gran parte dei suoi contemporanei. Giovandosi dell'esperienza fatta da insigni musicisti francesi della scuola impressionistica e non rinunciando a nessuna delle loro "trovate" di tecnica armonica e strumentale, il de F. si vale dell'elemento popolaresco, ritmico e melodico, per esprimersi, sì che esso diviene mezzo e non fine; la formula scompare nel fluire del discorso musicale, quasi sempre vibrante di forte lirismo; il "cliché" si fa canto espressivo, vario, mutevole, suggestivo, mentre il colore non soverchia il disegno e la tavolozza orchestrale è ricca e pittoresca ma non smodata. A questo proposito le opere più significative del de F. sono i due balletti, ma in modo particolare l'Amor brujo, di cui alcune danze debbono esser considerate come perfette opere d'arte. Piuttosto sotto l'aspetto teatrale che non sotto quello musicale, vuole essere segnalato El Retablo de Maese Pedro, affidato a poche voci e a una piccola orchestra caratteristica. Il Concerto per clavicembalo, flauto, oboe, clarinetto, violino e violoncello non è opera del tutto concreta stilisticamente. Il de F. ha voluto forse, seguendo una tendenza comune a musicisti odierni di altri paesi, rievocarvi forme e modi settecenteschi: nel caso specifico, di D. Scarlatti, di cui sono noti (per quanto non ben chiariti) i rapporti con la musica spagnola del suo tempo; ma il tentativo non gli è riuscito a pieno.

Bibl.: G. Pannain, M. de F., in La rassegna musicale, novembre 1930; J. B. Trend, M. de F., Londra 1930; R. Manuel, M. de F., Parigi 1930.

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