Manometro

Dizionario delle Scienze Fisiche (1996)

manometro


manòmetro [Der. del fr. manomètre, comp. del gr. manós "poco denso" e -mètre "-metro"] [MTR] [FML] Strumento per misurare la pressione di un fluido in un recipiente (m. assoluto) oppure la differenza di pressione tra due fluidi o tra due punti del medesimo fluido (m. differenziale); se ne hanno di due tipi fondamentali, cioè a colonna di liquido e metallici. (a) M. a colonna di liquido: sono costituiti, nella loro forma tipica (fig. 1), da un tubo foggiato a U, solitamente di vetro, contenente una certa quantità di liquido (generalm. mercurio, ma talora anche acqua o alcole); una delle estremità del tubo comunica con il recipiente contenente il fluido alla pressione px da misurare, mentre l'altra è aperta (m. ad aria libera) oppure comunica con un altro recipiente in cui regna una pressione nota p₀; la differenza di pressione tra il fluido in esame e l'ambiente o il fluido nell'altro recipiente è misurata dal dislivello Δh tra le due superfici libere del liquido, da leggere su una scala metrica direttamente in mm di mercurio o cm d'acqua, oppure su una scala graduata in altra conveniente unità di pressione. In qualche caso la seconda estremità del tubo a U è chiusa e allora il dislivello indicato riguarda la differenza tra la pressione del fluido in esame e quella nel tratto di tubo chiuso, per cui occorre tarare lo strumento; se però viene praticato il vuoto in tale tratto, come si fa nei barometri a mercurio, il dislivello indica direttamente la pressione del fluido, avendosi un m. assoluto. Con m. a colonna di liquido, sia ad aria libera che chiusi, si possono misurare differenze di pressione non maggiori di qualche atmosfera; per misurare pressioni maggiori si ricorre a vari artifici, quali, per es., usare più tubi a U in serie (m. a colonne multiple o di Thiesen) oppure riduttori di pressione idraulici, che funzionano al-l'inverso di un torchio idraulico (per es., m. a pistone, di Desgoffe). Si ricorre ad artifici anche per misurare piccole differenze di pressione; quello più diffuso è di inclinare il ramo del tubo su cui si legge il dislivello (m. a tubo inclinato: fig. 2), per cui un dislivello Δh anche piuttosto piccolo dà luogo a uno spostamento ben più apprezzabile della superficie libera, pari a Δh/sinα, con α inclinazione del tubo. (b) M. metallici: meno accurati dei precedenti, sono peraltro quelli di gran lunga più usati a causa della loro praticità e robustezza, nonché della loro capacità di misurare pressioni anche piuttosto grandi (centinaia di atm) senza artifici complicati. Sono schematicamente costituiti da un piccolo recipiente elastico (capsula manometrica) che è in comunicazione con il recipiente dove si trova il fluido in esame; la pressione esercitata da quest'ultimo deforma la capsula e una qualche misura di tale deformazione costituisce una misura della pressione del fluido. I numerosi tipi differiscono per la forma della capsula e per i meccanismi mediante i quali la deformazione della capsula è trasformata nel movimento di un indice su una scala graduata. Per es., nel m. Bourdon, uno dei più usati nelle varie tecniche, la capsula è costituita semplic. da un tubicino di cui un'estremità è fissata al corpo dello strumento e l'altra, spostandosi sotto pressione, fa rotare un indice su una scala graduata circolare; in altri tipi, per pressioni relativ. piccole, si usa una pila di capsule manometriche a bottone che aziona meccanismi di lettura a leva, con una struttura generale molto simile a quella dei barometri metallici (→ barometro).

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