Madreperla

Enciclopedia on line

Strato lamelloso interno della conchiglia di alcuni Molluschi, costituito da più foglietti leggermente ondulati e disposti parallelamente fra loro. Si alternano foglietti composti di sostanza organica (conchiolina) con foglietti composti di sostanza minerale (carbonato di calcio nella forma di aragonite); la composizione chimica della m. è differente da quella delle perle solo per il più elevato tenore in acqua. L’iridescenza è dovuta a fenomeni di interferenza che avvengono attraverso le sottili laminette della materia madreperlacea.

Le conchiglie più ricercate per la m. appartengono a varie specie di Bivalvi, Gasteropodi e Cefalopodi. Tra le più usate, le conchiglie del Gasteropode Turbinide Turbo marmoratus e delle ostriche perlifere (Ostreidi), in particolare del genere Pinctada, raccolte soprattutto nell’Oceano Indiano. La più pregiata è Pinctada maxima, bianca, che in commercio prende il nome di silver-lip o gold-lip; la più diffusa è Pinctada margaritifera il cui diametro raggiunge 20-30 cm. Lungo le coste della Calabria e della Francia sono stati fatti tentativi di coltura di Pinctada vulgaris, penetrata nel Mediterraneo dopo l’apertura del Canale di Suez. In commercio la m. si distingue secondo la provenienza, la grandezza e lo spessore della conchiglia, il colore, l’iridescenza. La più pregiata è la m. australiana. Materiale particolarmente duro e fragile, la m. è tagliata con seghe diritte o circolari in pezzi poi arrotati con ruote a smeriglio, lavorati al tornio o a intaglio.

L’uso della m. risale all’antichità, soprattutto nelle Indie orientali. In Europa si hanno esempi di lavorazione già nel Medioevo raggiungendo notevole diffusione nel 17° sec.; la m. era molto usata per la lavorazione di scatole e tabacchiere, per incrostazioni nei mobili e su metalli, per impreziosire tarsie in legno, in marmo e in pietre dure. È stata poi utilizzata per la fabbricazione di bottoni, manici di coltello, binocoli, astucci; oggetti di devozione (Gerusalemme); oggetti intarsiati (Cina e Giappone). È comune in Italia (soprattutto Campania) l’incisione e la lavorazione artigianale della m. a carattere decorativo (similmente e in unione con corallo e altre materie affini).

La m. artificiale, che cerca di imitare l’aspetto della m. naturale, è costituita da cristalli di nitrato basico di bismuto finemente macinati, mescolati a una sostanza legante e compressi; una maggiore iridescenza si ottiene aggiungendo ioduro di bismuto. Un prodotto analogo si ottiene foggiando in tavolette polvere di bronzo impastata con glicerina e con essenza d’oriente. Si possono ottenere imitazioni della m. anche facendo evaporare su materiali diversi soluzioni di sali capaci di dare cristalli di forma appiattita, lamellare ecc., ricoprendo poi il tutto con una sottile pellicola di sostanza plastica.

CATEGORIE
TAG

Oceano indiano

Canale di suez

Gasteropode

Cefalopodi

Conchiglia