MADONIE

Enciclopedia Italiana (1934)

MADONIE (A. T., 27-28-29)

Vincenzo Epifanio

Gruppo montagnoso della Sicilia, il più importante, dopo l'Etna, per l'estensione, l'altezza, e la costituzione. Quantunque sian comunemente considerate come la parte più occidentale della catena settentrionale dell'isola, differiscono notevolmente dalle altre due sezioni, cioè dai Peloritani e dalle Caronie; perché nelle Madonie si trova un complesso di massicci senz'alcuna relazione con la linea di displuvio, che è più ad oriente. Esse sono prevalentemente formate di calcari fossiliferi, ricchi di fenomeni carsici. I limiti esterni di questo rilievo, se si tien conto della tradizione locale, non sono sicuri. In senso più largo le Madonie a O. raggiungono, nella parte più vicina al mare il solco in cui scorre il fiume Torto. Ma localmente di Madonie, anzi di Madonia, si parla solo sulla destra dell'Imera settentrionale, e tanto più certamente quando più si è vicini a Collesano, uno dei centri con sicurezza attribuiti a quel rilievo. Un altro è Castelbuono, nella parte orientale, la quale ha inizio un po' imprecisamente con la fiumara di Pollina. A S. le Madonie si ritengono generalmente limitate dai solchi in cui corre in prevalenza la strada Gangi, Petralia, Caltavuturo, Sclafani, mentre a Nord digradano sino alla costa. Ma gli abitanti del luogo chiamano "Montagna di Madonia" il massiccio compreso tra Collesano e Castelbuono, nella cui superficie era appunto il feudo di Madonia.

Ivi è anche la "Valle di Madonia", la più maestosa di quante ne racchiude quel gruppo.

Che il nome moderno, anche al singolare, abbia qualche relazione con l'antico nome Marone (Plinio) non può essere sicuramente affermato; e quanto al nome più antico Nebrodes (Strabone), che ancora qualche studioso vorrebbe attribuire alle Madonie, si pensi che esso ormai nell'uso si è fermato più a oriente, sulle Caronie.

L'area di culminazione delle Madonie, nella parte più caratteristica, è pianeggiante. Dei quattro aggruppamenti di vette che vi si distinguono, il centrale è il più importante, ed ivi troviamo il Pizzo della Principessa (meglio che P. Antenna) la vetta più alta (m. 1975), il P. Carbonara (1973 m.), il M. Ferro (1907 m.) con le cavità carsiche più importanti. Tra le cime del secondo, più a S., ricordiamo quelle del S. Salvatore (1910 m.) e del Quacella (1865 m.). È nel terzo, che s'innalza più a O., oltre la Valle di Madonia, il M. dei Cervi (1801 m.) e nel quarto, più a N. (dove predomina la dolomia), tra Gratteri e Isnello, è il Pizzo di Pilo (1384 m.). La grande varietà di forme, la ricchezza delle sorgenti (le acque di Scillato vanno fino a Palermo con un lungo acquedotto), i numerosi e bellissimi boschi d'alto fusto, la stessa fauna, che qui offre esemplari quasi scomparsi nel resto della Sicilia, e infine la vita e i costumi semplici e primitivi degli abitanti rendono oltremodo attraente questa regione dell'isola.

Bibl.: D. Scinà, Rapporto del viaggio alle Madonie impreso per ordine del sovrano, Palermo 1819; F. Minà Palumbo, Introduzione alla storia naturale delle Madonie, Palermo 1844; P. Calcara, Ricerche geognostiche sulle Madonie, Palermo 1851; Le Madonie (numero unico pubbl. dal Club Alpino Sic., Palermo, 9 settembre 1922).