Madagascar

Dizionario di Storia (2010)

Madagascar


Isola e repubblica nell’Oceano Indiano, situata a S-E del continente africano. Il M. è abitato da una popolazione linguisticamente omogenea (il malgascio è una lingua maleo-polinesiana), formatasi dall’unione tra genti africane e gruppi immigrati a diverse ondate dall’Asia insulare tra i secc. 3° e 8°. Interessato da scambi commerciali con arabi e persiani a partire dall’11°-12° sec., dal 16° sec. il M. entrò in rapporti anche con portoghesi, olandesi, inglesi e francesi. Nella seconda metà del Cinquecento emersero realtà statuali di notevoli dimensioni (➔ Sakalava) e, dal tardo 18° sec., andò consolidandosi nel Centro-Nord dell’isola il regno Merina o Imerina, nato dall’unione di una serie di piccole entità politiche ad opera di Andrianampoinimerina (1787-1810) e quindi consolidato ed esteso da suo figlio Radama I (1810-28). Grazie anche al rapporto strategico stabilito con gli inglesi (importazione di armi da fuoco), il Merina sottomise il Sakalava e unificò oltre due terzi dell’isola, ponendo le basi del moderno Stato malgascio. La regina Ranavalona I (1828-61), vedova di Radama I, attuò una politica contraria all’influenza europea e missionaria, mentre il figlio, Radama II, rilanciò i contatti con inglesi e francesi prima di essere destituito dall’oligarchia e dal capo dell’esercito Rainilaiarivony (1863). Questi di fatto governò il Paese come principe consorte di tre successive regine (Rasoherina, Ranavalona II e III) e attuò processi di modernizzazione tecnologica. La crescente ingerenza francese portò alla prima guerra franco-merina (1883-85) che causò la cessione a Parigi della base di Diego-Suarez. Il rifiuto di Rainilaiarivony di accettare il protettorato francese (1890) condusse nel 1895 a un nuovo durissimo conflitto, vinto da Parigi attraverso un grande sforzo militare. Il generale J.-S. Gallieni fu a capo della colonia proclamata nel 1896 e represse una serie di rivolte nazionali, decretando nel 1897 l’esilio in Algeria di Ranavalona III. Schieratosi nel 1940 con la Repubblica di Vichy, il M. nel 1942 fu occupato dalla Gran Bretagna e dal Sudafrica per essere poi dato alla Francia libera. Nel 1946, con la nascita dell’Union française, ottenne lo status di territorio d’Oltremare. Nel 1946-47 ebbe luogo una sanguinosa rivolta anticoloniale – del resto un cronico ribellismo antifrancese era in atto già dagli inizi del 20° sec. – che causò migliaia di vittime e la messa al bando dei leader del partito nazionalista Mouvement démocratique de la rénovation malgache. Stato autonomo nell’ambito della Comunità franco-africana (1958), il M. accedette all’indipendenza nel 1960, sotto la presidenza di P. Tsiranana, capo del Parti social démocrate (PSD). Autoritario e filofrancese, Tsiranana fu deposto nel 1972 dai militari, che tennero il potere con giunte capeggiate successivamente da G. Ramanantsoa, R. Ratsimandrava e, dal 1975, da D. Ratsiraka, che perseguì politiche di impronta marxista. Tornato nel 1992 al parlamentarismo multipartitico, il M. vide nel 1993 la vittoria del partito d’opposizione Forces vives (FV) di A. Zafy e nel 1997 il ritorno al potere per via elettorale di Ratsiraka. L’autoproclamazione a presidente di M. Ravalomanana, rivale di Ratsiraka, alle elezioni del 2001 ha aperto una profonda crisi istituzionale e civile; tuttavia, nonostante problemi con sezioni delle forze armate e apparenti tentativi di colpo di Stato (2003 e 2006), Ravalomanana è stato rieletto nel 2006. Dal gennaio 2009 un movimento di protesta capeggiato dal sindaco della capitale, A. Rajoelina, ha paralizzato la vita politica e istituzionale del Paese, fino a ottenere in marzo le dimissioni di Ravalomanana, che aveva ormai perso il sostegno dei militari. Rajoelina ha assunto la presidenza provvisoria e annunciato elezioni presidenziali da tenersi entro due anni. Le modalità violente e incostituzionali dell’abbattimento del governo eletto hanno tuttavia suscitato condanne e preoccupazioni internazionali, specialmente da parte di Unione africana, Unione Europea e ONU.

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