LUSAZIA

Enciclopedia Italiana (1934)

LUSAZIA (in tedesco Lausitz, in slavo Łužica, latinamente Lusatia; A. T., 53-54-55)

Arrigo LORENZI
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Dal nome dei Lusici, o Lusiciani, popolazione slava polabica che ne occupava la parte bassa, si denomina il territorio della Media Germania situato fra l'Elba e l'Oder, e compreso fra la Boemia, la circoscrizione politica di Dresda e le provincie prussiane del Brandeburgo e della Slesia.

Dalla parte meridionale, montuosa e collinosa, che è detta Alta Lusazia, si distingue la Bassa Lusazia, o Lusazia propriamente detta, territorio di ripiani quaternarî e di solchi d'ablazione glaciale. L'Alta Lusazia occupa la sezione più occidentale dei Sudeti, donde si estende a N. su un tratto del Bassopiano Germanico, sino a comprenderne il più meridionale dei canali di ablazione; la Bassa Lusazia invece fa parte interamente del Bassopiano. A questa divisione naturale corrisponde abbastanza bene quella storico-politica, in quanto dalla morte del margravio Gero (965) i due territorî costituirono due marche distinte, la prima delle quali era abitata dagli slavi Milciani, o Milzini, e andò a far parte del vescovado di Meissen, la seconda dai Lusici, già menzionati, fu detta Marca di Lusazia. Anche oggi la Lusazia, la cui area si può valutare, in cifra tonda, a 12.500 kmq. su cui vivono circa 970 mila ab., non forma un'unità politica.

L'Alta Lusazia appartiene in parte alla Prussia e in parte alla Sassonia. La parte sassone comprende quasi tutto il distretto di Bautzen, cioè circa 2300 kmq. con 300.000 ab. La parte prussiana (3400 kmq. con 253.000 ab.) forma il tratto occidentale della Bassa Slesia ed è ripartita nei circoli politico-amministrativi di Görlitz, Rothenburg, Hoyerswerda e Lauban, della giurisdizione governativa di Liegnitz.

La Bassa Lusazia (6841 kmq., 415.000 ab.) comprende i circoli di Luckau, Kalau, Lübben, Kottbus, Spremberg, Forst, Sorau, Guben, che formano la parte meridionale della provincia di Brandeburgo, giurisdizione di Francoforte sull'Oder.

Il limite meridionale della Lusazia è formato da quel complesso irregolare di montagne e di colline che è conosciuto col nome di Monti Lusatici. Con direzione NO.-SE., si estendono dalla brughiera di Laussnitz a NE. di Dresda, fino al fiume Queis presso Lauban. Rappresentano l'estremità NO. dei Sudeti. La loro parte meridionale più alta (Jeschkenberg 1016 m., Lausche 791 m.), cioè i Monti Lusatici in senso stretto (arenarie e antiche lave) degrada a N. sul Ripiano Lusatico, costituito da rocce arcaiche, in prevalenza graniti, ondulato da groppe montuose di modesta altezza, dirette a SE. e, a oriente della Sprea, formate da rocce eruttive (Kottmarberg 583 m., presso Herrnhut; Landskrone 429 m. presso Görlitz). E mentre i corsi d'acqua scendenti verso S. si raccolgono nell'Iser affluente dell'Elba e sono estranei alla Lusazia l'Elster Nero, la Sprea e la Neisse, prendono invece il declivio settentrionale, e ad eccezione dell'Elster, che ben presto lascia la Lusazia e s'incammina verso NO. seguendo il canale d'ablazione Breslavia-Hannover, gli altri due fiumi, dopo aver attraversato il ripiano granitico, tagliano trasversalmente il detto canale e poi (fra Spremberg e Kottbus la Sprea, fra Muskau e Forst la Neisse) i ripiani quaternarî (m. 172) che continuano a levante il Fläming e occupano la parte più meridionale del Brandeburgo. A N. di essi vi è un altro canale d'ablazione, quello Glogau-Baruth; e poi altri ripiani diluviali, sui quali si può fissare il confine settentrionale della Lusazia. La parte meridionale della Lusazia, montuosa e collinosa, è distinta, sotto il riguardo antropogeografico, dall'industria domestica dei tessuti e da borgate industriali che hanno per centro Zittau (38.500 ab.); dove la Neisse entra nel Bassopiano sta Görlitz, l'unica città di una certa grandezza (91.000 ab.). La parte inferiore del Ripiano Lusatico, anche per la fertilità del sottile manto di depositi quaternarî che lo riveste, ha carattere agricolo e il suo centro abitato più importante è Bautzen (40.500 ab.).

La zona dei ripiani quaternarî e dei solchi di ablazione è distinta da un buon numero di piccoli centri dove si lavorano pannilani, industria ch'ebbe origine dall'allevamento delle pecore e dalla vicinanza di giacimenti di lignite (Kottbus 50.000 ab., Spremberg 12.700, Guben 40.600, Forst 36.000, Sorau 18.300). Dove poi la Sprea percorre, ramificandosi, il canale d'ablazione Glogau-Baruth, vi è la regione assai caratteristica dello Spreewald, sulle cui molte isolette sopravvive la popolazione slava dei Vendi o Sorabi. Questi, in tutta la Lusazia, sono 62.000 (in territorio sassone 28.200, in territorio prussiano 33.800).

Storia. - La Lusazia, nome con il quale nel Medioevo si chiamava soltanto l'odierna Bassa Lusazia, fu unita all'impero nel 938 dal margravio Gero; nel 1034 passò ai Vettini, che nel 1303 la vendettero agli Ascanî, i quali già possedevano le "Sei Città" che in seguito presero il nome di Alta Lusazia. La Lusazia nel 1368 (o 1370) passò come terra inalienabile alla corona di Boemia e dal 1467 al 1490 fu unita con l'Ungheria. Alla pace di Praga (1635) fu attribuita all'elettore di Sassonia e dal Congresso di Vienna (1815) alla Prussia: tuttavia una parte dell'Alta Lusazia rimase al nuovo regno di Sassonia. A partire dalla seconda metà del sec. XIX in Lusazia si manifestò fra la parte slava della popolazione un movimento in favore della cultura serbo-lusaziana (soraba, venda), divenuto anche politico nell'immediato dopoguerra. Anzi, durante le trattative per la pace, a Versailles, fu fatto un tentativo, riuscito vano, per il riconoscimento di un'autonomia politica, totale o almeno parziale, della Lusazia. Attualmente questo movimento slavo è in deciso regresso.

Per i dialetti slavi, il folklore e la letteratura della Lusazia, v. sorabi.

Bibl.: Codex diplomaticus Lusatiae superioris, Görlitz 1857-1931, voll. 6; O. E. Schmidt, Die Wenden, Dresda 1926. In lingua serbo-lusaziana: E. Muka, Přinoèki k stawiznam přeněmčenych stron Delneje Łužicy (Contributi alla storia delle regioni germanizzate della Bassa Lusazia), Bautzen 1911; J. Serbin, Serbske stawizny (Storia lusaziana), Bautzen 1920.

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