MANGIAGALLI, Luigi

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 69 (2007)

MANGIAGALLI, Luigi (Luigi Camillo)

Giuseppe Armocida
Bruno Zanobio

Nacque a Mortara da Angelo e da Teodolinda Falzoni il 16 giugno 1850; dopo avere completato i primi studi nella città natale, si laureò in medicina e chirurgia nell'Università di Pavia il 25 luglio 1873.

Nominato subito dopo assistente nel frenocomio di Reggio nell'Emilia, nell'ottobre successivo preferì iniziare la sua esperienza clinica presso l'ospedale di Vigevano, dove prestò servizio per circa un anno. Nell'ottobre 1874 fu ammesso come praticante nell'ospedale Maggiore di Milano: qui fu nominato assistente gratuito nell'aprile 1875, e nell'agosto 1876 divenne assistente stipendiato assegnato al reparto ostetrico ginecologico e pediatrico diretto da E. Valsuani. Avviatosi decisamente allo studio e alla pratica della specialità, che stava allora affermandosi come una branca autonoma della medicina, il M., che a Pavia era stato allievo di L. Porta, intuì subito la potenzialità innovativa del razionale approccio chirurgico alla ginecologia e, in considerazione di una certa arretratezza che caratterizzava allora sul piano clinico il reparto specialistico dell'ospedale Maggiore, nel 1877 si trasferì nella vicina, più autorevole scuola pareggiata di ostetricia di S. Caterina, diretta da D. Chiara. Entrato come secondo assistente, fu promosso primo assistente nel 1879, subentrando ad A. Cuzzi, chiamato in cattedra a Modena.

Iniziava allora anche la produzione scientifica del M.: dopo il primo lavoro (Considerazioni cliniche ed anatomiche sull'adenia, seguite da due osservazioni di tale affezione, in Gazzetta medica italiana. Lombardia, XXXIII [1873], pp. 345-348, 369-372), affrontò i grandi temi patologici e clinici della specialità, dalla descrizione di importanti casi alla corretta pratica dell'antisepsi, ai problemi rappresentati dai fibromi uterini nella maternità, alle indicazioni del taglio cesareo, alle presentazioni fetali (Distocia da idropionefrosi di rene sinistro ectopico, in Annali universali di medicina e chirurgia, 1876, vol. 235, pp. 556-564; Fibromi uterini considerati nella gravidanza, nel parto e nel puerperio, ibid., 1878, vol. 245, pp. 297-341, vasto lavoro clinico-statistico comprendente, oltre a numerose osservazioni personali, anche la casistica specialistica italiana del decennio precedente confrontata con le statistiche internazionali; Sul valore del metodo antisettico nella pratica ostetrica. Studio critico, in Gazzetta medica italiana. Lombardia, XXXVIII [1878], pp. 131-133, 141-143; Osservazione di un ovaio soprannumerario. Nota anatomica, in Annali di ostetricia, ginecologia e pediatria, I [1879], pp. 149-161; Osservazione di amputazione cesarea utero ovarica (metodo Porro) con esito felice pel bambino e per la madre, ibid., pp. 509-528; Tre osservazioni di retroversione e retroflessione dell'utero gravido, ibid., pp. 660-671; Sulle indicazioni assolute e relative del taglio cesareo (metodo Porro), ibid., II [1880], pp. 193-216; Il parto per il fronte; studio clinico, ibid., pp. 641-704; Placenta previa, ibid., III [1881], pp. 621-637; Due ovariectomie con esito felice, in Bull. delle scienze mediche, s. 6, VII [1881], pp. 165-180). Descrisse inoltre le esperienze di un viaggio di perfezionamento in Germania (Impressioni di un ostetrico in viaggio…, in Annali di ostetricia, ginecologia e pediatria, I [1879], pp. 496-506, 558-572, 611-626, 686-696, 730-741) e l'attività della clinica in 5 anni (Il quinquennio 1875-79 nella clinica ostetrica di Milano diretta dal prof. D. Chiara: rendiconto clinico, ibid., III [1881], pp. 621-637), saggio di notevole valore, contenente, oltre all'esposizione dei principali capitoli ostetrico-ginecologici, la valutazione delle nuove tendenze chirurgiche e l'affermazione della validità della cosiddetta "teoria del contagio vivente" nell'eziologia della febbre puerperale, in contrasto con lo scetticismo mostrato ancora da molti ostetrici circa la genesi microbica dell'affezione.

Raggiunta ormai una buona reputazione sul piano clinico e scientifico, il M. si avviava alla carriera universitaria. Nel novembre 1882, superato il concorso, assunse, come professore straordinario, la direzione della cattedra di clinica ostetrica e ginecologica dell'Università di Sassari, quindi nel 1885 fu chiamato come professore ordinario a dirigere quella dell'Università di Catania. In ambedue le sedi si adoperò per ampliare e migliorare le strutture, e curò con grande attenzione la didattica. Tuttavia, non essendo riuscito a ottenere il trasferimento presso l'ateneo di Padova, nell'ottobre 1888, dimessosi dalla cattedra catanese, assunse la direzione del reparto ostetrico-ginecologico dell'ospedale Maggiore di Milano, originato due anni prima dallo sdoppiamento del vecchio reparto reso necessario dall'imponente sviluppo della ginecologia operatoria: vi rimase come primario per 7 anni, facendone una clinica di avanguardia e un centro di notevole attività scientifica, presso il quale si formarono numerosi, validi allievi (cfr. C. Decio, I primi 15 mesi del comparto ostetrico-ginecologico dell'ospedale Maggiore di Milano diretto dal prof. L. M. (ottobre 1888 - dicembre 1889). Rendiconto clinico, in Annali di ostetricia, ginecologia e pediatria, XII [1890], pp. 89-108, 231-250, 372-412, 457-464, 526-550, 721-744, 765-780).

Proseguì nella sua attività clinico-scientifica recando originali contributi in tutti i settori della specialità, dalla chirurgia (Di una ovaro-isterectomia con esito letale e di due ovariotomie con esito felice, in Bull. delle scienze mediche, s. 6, X [1882], pp. 75-97; Un nuovo contributo clinico alla cura della rottura d'utero in travaglio mediante il drenaggio, aggiunte alcune considerazioni sui casi in cui alla guarigione dell'accidente consegua un nuovo concepimento, in Annali di ostetricia, ginecologia e pediatria, IV [1882], pp. 682-696; Una probabile resurrezione nel campo dell'ostetricia operativa, ibid., V [1883], pp. 1-36, prolusione al corso nella sede sassarese riguardante le applicazioni della sinfisiotomia; Le più recenti modificazioni del taglio cesareo, ibid., pp. 385-402, 555-559, 707-732; VI [1884], pp. 1-35, 137-184; Cancro primitivo della vagina e sua escissione, ibid., VIII [1886], pp. 1-12; Contributo allo studio del trattamento chirurgico delle aderenze periuterine, ibid., X [1888], pp. 354-369; Dodici isterectomie vaginali per carcinoma, ibid., XII [1890], pp. 1-48; Due casi di taglio cesareo col metodo Porro per rare indicazioni, ibid., pp. 215-230; Presentazione di uteri esportati per via vaginale con alcune considerazioni sul diagnostico del carcinoma uterino, in Annali di ostetricia e ginecologia, XIII [1891], pp. 645-652; Due casi di tachicardia consecutiva ad operazioni laparotomiche, ibid., XIV [1892], pp. 746-756; Ovariectomia nella gravidanza e dopo il parto, ibid., XVI [1894], pp. 137-144; Il trattamento del peduncolo nelle istero-miomectomie, ibid., pp. 161-193; Risultati prossimi e remoti della isterectomia vaginale per carcinoma, ibid., pp. 729-767), alla descrizione di anomalie anatomiche (Tre casi di utero unicorne con corno rudimentale clinicamente diversi uno dall'altro, ibid., XIV [1892], pp. 361-364), alla pratica ostetrica (Il parto per la fronte. Note, in Annali di ostetricia, ginecologia e pediatria, VI [1884], pp. 685-691), allo studio dei rapporti tra maternità e particolari condizioni patologiche (La sifilide in rapporto collo stato di maternità, ibid., V [1883], pp. 65-81; La malaria in rapporto collo stato di maternità, ibid., pp. 304-316). Espose l'attività del reparto ospedaliero che dirigeva in Rendiconto statistico del comparto ostetrico-ginecologico dell'ospedale Maggiore di Milano per l'anno 1890, in Annali di ostetricia e ginecologia, XIII (1891), pp. 297-320. Redattore e collaboratore fin dall'anno della sua fondazione del periodico Annali di ostetricia e ginecologia, nel 1890 ne divenne condirettore con E. Porro.

Nel 1895 il M. riprese la carriera universitaria: chiamato nel febbraio dalla facoltà medica, assunse come professore ordinario la direzione della cattedra di clinica ostetrica e ginecologica di Pavia, succedendo a Cuzzi. Si dedicò allora all'ampliamento e alla riorganizzazione della clinica e a un'attività didattica unanimemente riconosciuta di elevato livello. Nello stesso tempo, continuatore dell'attività di Cuzzi, assunse anche le responsabilità scientifiche e organizzative della Guardia ostetrica di Milano, l'opera pia fondata nel 1887 per assistere a domicilio la gravidanza e la maternità delle donne di classi disagiate, del cui consiglio fece parte dal 1896 con l'incarico di consulente e di direttore.

Nel 1903 il M., lasciata l'Università, assunse la direzione della scuola di ostetricia di S. Caterina di Milano. Divenuto presidente dell'Associazione medica lombarda, aveva indotto l'assemblea ad approvare un ordine del giorno auspicante la fondazione di un istituto biologico superiore ovvero di istituti clinici di perfezionamento. Si fece promotore di una convenzione stipulata nel 1904 tra Comune, Provincia e ospedale Maggiore, da cui nacquero gli Istituti clinici di perfezionamento pei giovani medici, eretti l'anno successivo in ente morale. La sua nomina il 4 marzo 1905 a senatore del Regno facilitò lo sviluppo del progetto.

Sorsero la clinica delle malattie epidemiche-contagiose, la clinica delle malattie professionali e l'istituto ostetrico-ginecologico, ai quali negli anni successivi si aggiunsero altri istituti medico-chirurgici destinati in modo particolare al perfezionamento post lauream dei giovani medici (Istituti clinici di perfezionamento di Milano. Discorso inaugurale del prof. L. Mangiagalli, 14 nov. 1907. Il presente e l'avvenire dell'insegnamento medico di perfezionamento in Milano, in Clinica medica italiana, XLVI [1907], pp. 622-636; Gli Istituti clinici di perfezionamento di Milano e i loro nuovi orizzonti. Discorso inaugurale del prof. sen. L. Mangiagalli, 16 nov. 1908, Milano 1908; L'insegnamento della medicina in Milano nel passato e nel presente, ibid. 1912). Nell'istituto ostetrico-ginecologico, inaugurato il 25 sett. 1906 (Istituti clinici di perfezionamento. Inaugurazione dell'istituto ostetrico ginecologico…, ibid. s.d.), del quale fu direttore fino al 1925 e che nel 1919 ampliò con l'aggiunta di un reparto di oncoterapia ginecologica, il primo istituito in Italia, il M. iniziò il suo insegnamento clinico, comprendente anche corsi di embriologia e fisiologia, coadiuvato da assistenti e allievi che pubblicarono allora il volume Raccolta di scritti ostetrico-ginecologici pel giubileo didattico del prof. sen. L. M., Pavia 1906. Il suo impegno sociale e filantropico, inoltre, lo guidò in quegli anni alla realizzazione in Milano di un'altra benefica istituzione ospedaliera, l'asilo Regina Elena che diresse fino al 1922 (L'inaugurazione dell'asilo Regina Elena per le madri povere legittime ed il I Congresso delle Guardie ostetriche italiane, in L'Arte ostetrica, XXIII [1909], pp. 133-135; Guardia ostetrica, asilo "Regina Elena" ed istituto ostetrico ginecologico, ibid., XXVIII [1914]).

Costante intanto era proseguito il suo impegno clinico e scientifico, che gli consentì di recare ancora validi contributi nei vari campi della specialità. Pubblicò oltre 100 lavori, tra i quali si ricordano: l'esposizione nella prolusione inaugurale del corso a Pavia dei risultati di 650 casi di laparotomie (La mia opera laparotomica, in Annali di ostetricia e ginecologia, XVII [1895], pp. 171-187); l'introduzione del Veratrum viride nella terapia dell'eclampsia, che ebbe subito un buon successo (Trattamento dell'eclampsia mediante Veratrum viride, ibid., pp. 595-600; Le traitement de l'éclampsie puerpérale au moyen du Veratrum viride, in Annales de gynécologie et d'obstétrique, LIV [1900], pp. 78 s.; The treatment of eclampsia by means of Veratrum viride, in British medical Journal, II [1908], pp. 811-814; Diagnosi, prognosi, genesi e terapia dell'eclampsia puerperale, in Studium, II [1909], pp. 296-308; La cura dell'accesso eclampsico mediante il Veratrum viride in cento casi di eclampsia, in Il Morgagni, LI [1909], pp. 81-88), e di un nuovo, promettente mezzo di indagine nella pratica ginecologica (La cistoscopia in ginecologia, in Atti della Soc. italiana di ostetricia e ginecologia, 1901, VIII [1902], pp. 3-34); i vari studi di fisiologia, fisiopatologia e patologia ostetrico-ginecologica e dei rapporti tra gravidanza e varie patologie (Rapporto tra mestruazione e fecondazione. Nota, in Rendiconti del R. Istituto lombardo di scienze e lettere, XXXVI [1903], pp. 879-883; Fibromi uterini e sterilità, ibid., XXXVII [1904], pp. 495-499; Cardiopatie e gravidanza, in L'Arte ostetrica, XX [1906], pp. 2-12 e in Annali di ostetricia e ginecologia, XXVIII [1906], pp. 69-81; Pneumonite e pleurite in gravidanza, in L'Arte ostetrica, XXIII [1909], pp. 379-385 e in Gazzetta medica siciliana, XIII [1910], pp. 265-272; Appendicite in relazione alla gravidanza ed alle infiammazioni annessiali, in Rendiconti del R. Istituto lombardo di scienze e lettere, XLIII [1910], pp. 489-498; Contributo allo studio della peritonite ascitica in gravidanza, in Annali di ostetricia e ginecologia, XXXIV [1912], 2, pp. 537-548); il resoconto dell'attività chirurgica con particolare riguardo alla cura dei neoplasmi dell'utero (La cura chirurgica dei fibromi uterini, ibid., XXII [1900], pp. 145-159; Una centurie di laparomiomectomie, in Rendiconti del R. Istituto lombardo di scienze e lettere, XLIII [1910], pp. 570-572; Mezzo secolo di esperienza nella cura dei fibromi uterini, ibid., LVIII [1925], pp. 539-542; Mezzo secolo di esperienza nella cura dei fibromi e del cancro dell'utero, in Arch. di ostetricia e ginecologia, XIII [1926], pp. 481-484); la promozione di una stretta collaborazione del suo istituto e della clinica pediatrica milanese con i dispensari antitubercolari comunali e con l'Opera di prevenzione antitubercolare infantile, per garantire l'assistenza, all'epoca carente, a madri tubercolose e alla loro prole, le cui modalità espose poi al congresso di ostetricia sociale tenutosi a Roma nel 1919 (Gravide tubercolose e profilassi antitubercolare infantile, in Annali di ostetricia e ginecologia, XL [1918], pp. 335-353).

Appassionato cultore della specialità, ne descrisse lo sviluppo nell'Ottocento (L'ostetricia nel secolo XIX, ibid., XXII [1900], pp. 1029-1048), ne illustrò alcune tra le figure italiane più significative (E. Valsuani, in Rendiconti del R. Istituto lombardo di scienze e lettere, XXXVIII [1905], pp. 105 s.; Commemorazione del m. e. Edoardo Porro, ibid., pp. 77-84 e in Annali di ostetricia e ginecologia, XXVII [1905], pp. 1-8; Domenico Chiara, ibid., XXVIII [1906], pp. 144-148; Dott. Malachia De Cristoforis, ibid., XXXVIII [1916], pp. 157-160), lasciò un ricordo della vecchia scuola di ostetricia (La maternità di S. Caterina, ibid., XXXVI [1914], 2, pp. 61-82). Dal 1896 aveva iniziato a collaborare con E. Pestalozza e A. Guzzoni degli Ancarani al completamento del Trattato di ostetricia e ginecologia, iniziato da Cuzzi nel 1892, redigendo la vasta sezione dedicata alla ginecologia: l'opera, pubblicata a Milano in fascicoli, fu poi completata nel 1909. Il M. riordinò i suoi contributi, li ampliò e li arricchì nel corso degli anni, dando vita al suo Trattato di ginecologia, edito postumo a Milano in due volumi nel 1930. Nel 1928 pubblicò, a Milano, i due volumi Lezioni di ostetricia e di clinica ostetrica.

Dagli inizi del secolo l'impegno politico, svolto dal M. nelle file del partito democratico, era divenuto più attivo: consigliere al Comune di Milano dal 1899 al 1904, fu eletto deputato al Parlamento come esponente della Associazione democratica milanese nelle elezioni suppletive della XXI legislatura per il IV collegio di Milano nel 1902; il 4 marzo 1905 fu nominato senatore. Interventista, al termine della prima guerra mondiale si schierò tra quanti sostenevano le rivendicazioni dell'Italia su Fiume e la Dalmazia. Eletto sindaco di Milano nel dicembre del 1922 (le elezioni amministrative si erano svolte il 10 novembre) nel Blocco nazionale ("blocco cittadino di azione e di difesa sociale", promosso fin dall'autunno 1920 dai liberali in funzione antisocialista), costituito da liberali, popolari, democratici moderati e fascisti, il M. governò la città alla guida di una giunta dapprima di coalizione, poi, dal 1925, di soli appartenenti al Partito nazionale fascista. Aderendo al progetto per la realizzazione della "grande Milano" - che come egli stesso annunciò "tornerà ad essere l'Insubre Atene" (cfr. F. Nasi, Il peso della carta. Giornali, sindaci, e qualche altra cosa di Milano dall'Unità al fascismo, Bologna 1966, p. 179), una città di livello europeo - attuò una politica volta al risanamento del bilancio e alla realizzazione di importanti opere pubbliche (cfr. L. Mangiagalli, Quattro anni al Comune di Milano, Milano 1926).

Con tenacia, frattanto, lavorava da anni all'istituzione a Milano dell'Università statale. Promossa nel 1911 la fondazione dell'Associazione per lo sviluppo dell'alta cultura in Milano, della quale fu poi presidente (Un anno di vita dell'Associazione per l'alta cultura, ibid. 1920), lavorò inizialmente alla realizzazione, in collaborazione con l'Università di Pavia, di un unico grande istituto di alta cultura lombarda: tuttavia, la facoltà medica di perfezionamento Pavia-Milano, fondata nel 1921, ebbe vita breve, soprattutto per l'atteggiamento ostile di C. Golgi che, con altri colleghi pavesi, temeva un'accentuata autonomia milanese. Il M. riuscì allora, nell'ambito della riforma Gentile del 1923, a far accogliere le istanze di Milano e finalmente, come stabilito dal r.d. 30 sett. 1923, l'8 dic. 1924 fu inaugurata l'Università di Milano comprendente, come da lui proposto, le facoltà di medicina e chirurgia, giurisprudenza, lettere e filosofia, scienze (L'Università di Milano, in Gerarchia, settembre 1924, pp. 527-529; Discorso tenuto nel salone delle Statue, nel castello Sforzesco, l'8 dic. 1924, inaugurandosi la R. Università di Milano, Milano 1924; L'Università di Milano. L'idea e la sua attuazione, in Realtà. Rivista rotariana, I [1927], pp. 7-20). Egli stesso ne era stato nominato rettore il 23 ott. 1923.

Lasciati, per limiti di età, nel 1925 l'insegnamento e l'11 ag. 1926 il rettorato, in seguito all'estensione anche ai Comuni con oltre 5000 abitanti della legge 4 febbr. 1926, n. 237, che aboliva i sindaci elettivi istituendo i podestà di nomina governativa, il M. si dimise anche dalla carica di sindaco. Si dedicò allora, alla realizzazione dell'Istituto del cancro, già progettato e avviato nell'aprile 1925; di questo nuovo ospedale, intitolato a Vittorio Emanuele III, inaugurato il 12 apr. 1928, assunse egli stesso la presidenza. Si dedicò inoltre all'opera antimalarica nella bonifica delle paludi pontine e promosse la costituzione della Associazione per la tutela e la protezione della prima infanzia e dell'Opera antitubercolare infantile, per le quali fondò un istituto a Olgiate Olona. Nel 1927 partecipò alla conferenza interparlamentare del commercio a Rio de Janeiro (Impressioni di un viaggio in Brasile, ibid., pp. 565-575).

Il M. morì a Milano il 3 luglio 1928.

Sposato con Rosa Perelli Paradisi, aveva destinato per testamento parte del suo patrimonio a istituzioni scientifiche e assistenziali. Membro di numerose società scientifiche italiane e straniere, era stato presidente dell'Istituto sieroterapico milanese e presidente onorario della Croce rossa italiana.

Fonti e Bibl.: Necr., in Annali di ostetricia e ginecologia, L (1928), pp. 727-754; in L'Arte ostetrica, XLII (1928), 7, pp. 93-95; in Atti della Soc. italiana di ostetricia e ginecologia. Congressodi Roma, 1928, vol. 27, pp. LVIII-LXVII; in Rendiconti del R. Istituto lombardo di scienze e lettere, LXI (1928), pp. 464 s.; C. Decio, Note storiche sulla ospitalità e didattica ostetrica milanese, Pavia 1906, ad nomen; Annali di ostetricia e ginecologia, XLIV (1922): fascicolo speciale dedicato al M. in occasione del suo quarantesimo anno di insegnamento; G. Biraghi - E. Alfieri, L. M. come clinico, come filantropo, come maestro, Milano 1928; G. Biraghi, La fondazione dell'Università di Milano con un cenno biografico di L. M. a cura di G. Gallavresi, Milano 1929, pp. 11-22; R. Galeazzi, Commemorazione di L. M. 1850-1928, in Rendiconti del R. Istituto lombardo di scienze e lettere, LXV (1932), pp. 249-282; O. Viana - F. Vozza, L'ostetricia e la ginecologia in Italia, Milano 1933, pp. 210-212, 245-250; G. Castelli, Figure dell'Ottocento alla "Ca Granda", Milano 1940, pp. 553-566; I. Clivio, L. M., Milano 1952; Gli Istituti clinici di perfezionamento nel cinquantennio della loro fondazione (1906-1956), Milano 1957, ad ind.; L. Belloni, La scuola ostetrica milanese dai Moscati al Porro, Milano 1960, ad ind.; Id., La medicina a Milano dal Settecento al 1915, in Storia di Milano, XVI, Milano 1962, pp. 1017-1021; F. Nasi, Da Mussi a M.: storia dell'amministrazione comunale, Milano 1969, ad ind.; M. Punzo, Socialisti e radicali a Milano: cinque anni di amministrazione democratica (1899-1904), Firenze 1979, pp. 212-217; C. Carelli, I radicali lombardi in Parlamento negli ultimi anni della svolta giolittiana (1900-1904), in Studi lombardi, I, Milano 1984, pp. 90-169; G. Armocida, "Regina Elena". Storia di un ospedale milanese dalla fondazione della Guardia ostetrica ad oggi, Milano 1990, ad ind.; P. Placucci, Dal male oscuro alla malattia curabile. Storia dell'Istituto nazionale per lo studio e la cura dei tumori di Milano, Roma-Bari 1995, ad ind.; I. Granata, L'avvento del fascismo. Le giunte Filippetti e Mangiagalli, in Storia di Milano, XVIII, 1, Roma 1995, pp. 614-623; E. Decleva, La nascita dell'Università degli studi, ibid., 2, ibid. 1996, pp. 717-742; B. Zanobio, La militanza di L. M. nel R. Istituto lombardo di scienze e lettere, in Rendiconti dell'Istituto lombardo. Accademia di scienze e lettere, sez. B, Scienze biologiche e mediche, 2004, vol. 138, 1-2, pp. 19-26; Enc. Italiana, XXII, pp. 116 s.

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