MAGGIORE, Luigi

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 67 (2006)

MAGGIORE, Luigi

Giuseppina Bock Berti

Nacque a Palermo il 9 febbr. 1888 da Filippo e da Giuseppina Mucoli; dopo aver concluso gli studi liceali si iscrisse alla facoltà di medicina e chirurgia dell'Università palermitana.

Manteneva così viva la tradizione professionale famigliare: il padre, infatti, era medico, e il fratello maggiore Salvatore, laureatosi nel 1904, si stava orientando verso la specializzazione in pediatria.

La singolare attitudine al disegno e alla pittura di cui era dotato e l'abilità nel riprodurre tavole di strutture anatomiche lo indussero a frequentare, sin dagli inizi del corso, l'istituto di anatomia; giunto al quinto anno, consigliato da G. Cirincione, direttore della clinica oculistica dell'Università di Roma, che aveva occasionalmente incontrato, si trasferì nella capitale. Qui, presso la clinica oculistica di Cirincione, poté dedicarsi a lavori nel campo dell'embriologia e dell'istologia, che pubblicò quando era ancora studente (Di un metodo di tecnica per ottenere sezioni microscopiche del cristallino, in Clinica oculistica, VII [1911], pp. 693-697; L'apparato mitocondriale nel cristallino, in Ricerche fatte nel laboratorio di anatomia normale della R. Università di Roma ed in altri laboratori biologici, XVI [1911], pp. 115-120). Poco dopo, nel 1913, si laureò brillantemente discutendo una tesi che fu poi pubblicata (Sul comportamento dei vasi sanguigni nel segmento anteriore nella "tunica vasculosa oculi" degli uccelli, ibid., XVII [1913], pp. 33-49). Presso l'Università romana il M. iniziò subito la carriera accademica: assistente ordinario con la qualifica di aiuto nel 1914, conseguita la libera docenza in clinica oculistica nel 1917, nell'anno accademico 1923-24 gli fu affidato l'incarico ufficiale, a titolo gratuito, del neoistituito insegnamento di ottica fisiologica e vizi di rifrazione, confermatogli poi nel successivo anno accademico.

Nello stesso anno 1923-24 fu chiamato dalla facoltà medica all'insegnamento di clinica oculistica come professore incaricato presso l'Università di Perugia, ove curò l'istituzione e l'organizzazione della cattedra. Chiamato sempre come incaricato alla direzione della stessa cattedra nell'Università di Sassari, dopo essersi classificato primo al relativo concorso, ne fu nominato straordinario nel 1927. In questa sede il M. si dedicò alla riorganizzazione strutturale e istituzionale della clinica: curò il restauro dei locali, l'adeguamento e il potenziamento dei mezzi didattici, l'arricchimento della biblioteca; avviò e diresse una serie di iniziative di notevole importanza socio-sanitaria, specialmente rivolte alla lotta contro il tracoma, con l'istituzione di una colonia permanente per bambini tracomatosi, con l'organizzazione di corsi sulla clinica e la profilassi della malattia autorizzati dal ministero dell'Interno, con la convocazione di conferenze di propaganda igienica oculare dirette a educatori, cittadini, medici della Società delle Nazioni, dame vigilatrici della Croce rossa. Fu anche rappresentante dell'Italia nella Lega internazionale per la lotta contro il tracoma.

Alla carriera universitaria e all'impegno didattico il M. affiancò una intensa attività di ricerca scientifica, recando validi contributi nei vari campi della specialità: dalla morfologia ed embriologia, in particolare con la dimostrazione della natura venosa del canale di Schlemm all'epoca ancora non accertata (Struttura, comportamento e significato del canale di Schlemm nell'occhio umano, in condizioni normali e patologiche, in Annali di ottalmologia e clinica oculistica, XLV [1917], pp. 130-139; Lo sviluppo del canale sclerale e della lamina cribrosa nell'occhio umano, ibid., LI [1923], pp. 727-751; L'ora serrata nell'occhio umano. Morfologia, sviluppo, anatomia comparata e fisiologia, ibid., LII [1924], pp. 625-728), all'ottica (Sulla perimetria a rime spettrali di tono, intensità, saturazione e grandezza variabili, ibid., pp. 247-272; Il meccanismo diottrico della visione e la struttura del fascio rifratto secondo le antiche e moderne concezioni, ibid., pp. 278-289; Sui vari tipi di lenti da occhiali, ibid., LIII [1925], pp. 1201-1211; LIV [1926], pp. 104-121), all'anatomia patologica del tracoma (Sul comportamento delle vie lacrimali nel tracoma inveterato, ibid., LIII [1925], pp. 1105-1118), alle neoplasie oculari (Sul carcinoma metastatico della coroide con particolare riguardo alle vie di propagazione endo ed extra bulbari, ibid., L [1922], pp. 251-265), alla fisiologia della visione dei colori (Il fondamento fisiologico del processo tricromico per la riproduzione fotomeccanica dei colori, ibid., pp. 280-289; La dottrina dei colori nell'opera di C. von Hess, ibid., pp. 679-689), alla patologia e terapia oculare (Complicanze glaucomatose tardive nel distacco retinico idiopatico, ibid., LI [1923], pp. 1-25; L'immunoterapia aspecifica nelle ulcere settiche della cornea. Risultati clinici e considerazioni generali, ibid., pp. 127-143; Sulla trombo-flebite oftalmo-cavernosa, ibid., pp. 393-408; Il comportamento della funzione visiva nella retinite pigmentosa, ibid., pp. 902-931; Lussazione del cristallino. Ricerche cliniche, anatomo-patologiche e ottico-fisiologiche, ibid., LII [1924], pp. 817-964). Sono ancora da ricordare due scritti del M. a carattere umanistico-filosofico: Psiche e cecità, Roma 1914, e Il fenomeno della visione nel pensiero filosofico greco. Dalla Scuola ionica a Euclide, ibid. 1920.

Trasferito nel 1929 presso l'Università di Bari, il M. ne diresse la clinica oculistica per tre anni, durante i quali ampliò e potenziò l'istituto e svolse una intensa attività didattica, scientifica e clinica, in particolare intensificando la campagna contro il tracoma e costituendo comitati tecnici per la lotta al cancro, alla cecità e alle malattie dei bambini. Dopo aver diretto la clinica oculistica dell'Università di Pisa per il solo anno accademico 1932-33, il M. fu chiamato all'unanimità dalla facoltà medica a dirigere la cattedra e l'istituto di clinica oculistica di Genova, succedendo a O. Pes. Nella nuova sede egli fondò una brillante scuola, alla quale si formarono validi allievi, e dette vita alla Scuola di ottica pratica per l'abilitazione alla professione di ottico, riconosciuta dallo Stato.

Intensa proseguì anche l'attività di ricerca clinico-scientifica del M., con contributi anatomo-fisiologici (Sul valore funzionale dei singoli segmenti che compongono i coni ed i bastoncelli nell'atto visivo, in Annali di oftalmologia, LVII [1929], pp. 289-298; Rapporti funzionali fra epitelio pigmentato e strato neuroepiteliale della retina, ibid., LXXII [1946], pp. 3-16), di ottica (Presentazione di nuovi strumenti per esami clinici oculari, ibid., p. 568; Il fondamento ottico della schiascopia, ibid., LIX [1931], pp. 579-599; Occhiali quadrifocali, ibid., LXXIII [1947], pp. 375 s.), di patologia e profilassi del tracoma (Il tracoma nella provincia di Sassari, ibid., LVII [1929], pp. 72-80; Il tracoma in Italia. Distribuzione della malattia ed opere di assistenza e profilassi sociale, ibid., pp. 763-772; Le trachome dans la ville et dans la province de Sassari. Diffusion de la maladie et organisation des oeuvres d'assistance et de prophylaxie sociale, in Revue internationale du trachome, VI [1929], pp. 169-185).

Tra i lavori pubblicati dal M. vanno ancora ricordati gli studi sulla cecità (Il limite pratico della cecità, in Annali di ottalmologia e clinica oculistica, LX [1932], pp. 613-618; I veggenti nelle tenebre, Lanciano 1933; Prevenzione delle minorazioni visive e della cecità, Firenze 1957), sulla fisiopatologia e clinica della percezione dei colori (Dispositivo e metodo per l'esame clinico sistematico del senso dei colori e per la registrazione grafica dei risultati, in Annali di ottalmologia e clinica oculistica, LXXII [1946], pp. 236 s.; Les dyschromatosies aquises et le mécanisme de la vision des couleurs, in Bulletin des Sociétés d'ophthalmologie de France, marzo 1951, pp. 459-462; L'occhio, la luce e il colore, in L'avventura del colore, a cura di A. Petrucci, Roma 1956, pp. 15-46; Il senso cromatico nella scienza e nella pratica, in Annali di ottalmologia e clinica oculistica, XCVII [1970], pp. 625-660), sulla patologia e clinica oculare (Contributo sperimentale al meccanismo di cicatrizzazione della sclerectomia anteriore perforante, ibid., LVII [1929], pp. 579-612; I tumori maligni dell'apparato visivo, Bari 1932; Ricerche istologiche, con deduzioni cliniche sui processi riparativi normali e anormali della ferita corneale e sul decorso ed esito delle varie complicanze negli occhi operati di cataratta, in Annali di ottalmologia e clinica oculistica, LXVIII [1940], pp. 481-525, 561-615, 641-667, 721-758, 881-913; Il problema etiologico delle emorragie retino-vitreali recidivanti, in Athena. Rass. mensile di biologia, clinica e terapia, XI [1942], pp. 55-58). Una menzione particolare, infine, meritano le osservazioni cliniche del M. sui rapporti esistenti tra alterazioni della funzione oculare e patologie di altri organi e apparati (Glandule a secrezione interna ed apparato visivo, in Annali di ottalmologia e clinica oculistica, LX [1932], pp. 516-527; Segni e sintomi oculari nella sindrome del ganglio sfeno-palatino, ibid., pp. 885-997; Segni, sintomi e sindromi oculari nella diagnostica medica generale, con prefaz. di N. Pende, Roma 1934; Manifestazioni cliniche oculari nelle affezioni del naso, dei seni facciali, dell'orecchio e della gola, con prefaz. di M. Bertolotti, ibid. 1934; Le cefalee e l'apparato visivo. Considerazioni cliniche e aspetti pratici del problema, in Rass. clinico scientifica, XXXVI [1960], pp. 173-181).

Molto noto e utilizzato da specialisti e studenti fu il suo Manuale di oculistica, edito a Milano nel 1938 in prima edizione, e riedito più volte negli anni seguenti. Il M., inoltre, fu collaboratore scientifico di molte riviste straniere e del genovese Il Secolo XIX; a lui si deve, infine, anche il volume autobiografico-narrativo: Tra cattedre e cliniche. Trent'anni di vita universitaria (Cuneo 1958).

Membro di numerose accademie e società scientifiche italiane e straniere, fondatore nel 1931 della Società pugliese di ottalmologia, dal 1953 il M. divenne presidente della Società italiana di ottalmologia e direttore del suo periodico Annali italiani di ottalmologia. Cavaliere ufficiale ai meriti della Repubblica, ricevette la medaglia d'argento per i benemeriti della scuola e della cultura e quella della Croce rossa italiana.

Il M. morì a Genova il 29 nov. 1970.

Fonti e Bibl.: Necr., in Ann. di ottalmologia e clinica oculistica, XCVI (1970), pp. 614-621; in Arch. e rassegna italiana di ottalmologia, n.s., II (1971), pp. 233-238; G. Ovio, Oculistica pratica, Milano 1921, pp. 50, 430; Id., L'oculistica di Antonio Scarpa e due secoli di storia, IV, Napoli 1936, p. 1327; C. Coruzzi - F. Travagli, Trattato di medicina sociale, Milano 1938, I, pp. 844 s.; II, pp. 586 s.; L'oftalmologia in Italia, in Acta medica Italica, VI (1940), pp. 8, 15 s., 24; A. Pazzini, La storia della facoltà medica di Roma, Roma 1961, I, p. 267; G. Gorin, History of ophthalmology, Wilmington 1982, pp. 202-206, 417; La collezione degli strumenti di oculistica, a cura di R. Frezzotti - G. Terenna - F. Vannozzi, Siena 2000, p. 89.

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