FORMENTO, Luigi

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 49 (1997)

FORMENTO, Luigi

Bruno Signorelli

Nacque a Torino il 29 ag. 1815 da Giuseppe e da Elisabetta Brunetti.

Giuseppe, nato a Torino nel 1771 da Giovanni e Barbara Pezza, venne approvato architetto civile e misuratore dall'università di Torino il 29 marzo 1792; ereditò nel 1793 dall'architetto idraulico G.V. Canavasso la "piazza di misuratore ed agrimensore" (Brayda - Coli - Sesia, 1963, p. 24) che gli consentì di svolgere una attività professionale minuta sino al 1839, anno in cui la cedette al misuratore M. Gianoglio (Arch. di Stato di Torino, Sez. riunite, Insinuazione di Torino, 1839, libro 8, vol. 2, c. 565). Sull'attività professionale vera e propria di Giuseppe si hanno notizie dal 1825 quando, sposata in seconde nozze Vincenza Bolmida, gli interessi fondiari della moglie in Vigone lo portarono ad operare in questa cittadina; nello stesso 1825, progettò a Torino l'edificio dei macelli di porta Palazzo e il "protendimento delle due maniche" nella vicina piazza d'Italia. Nel 1827 fu assistente di F. Bonsignore per la costruzione della chiesa della Gran Madre di Dio a Torino, poi portata a compimento in autonomia dopo l'abbandono del Bonsignore per divergenze sulla decorazione. Fra il 1829 e il 1833 lavorò al restauro e recupero della chiesa della Confraternita di S. Croce a Poirino che interessò la facciata e la cupola (Saliani, 1991, p. 52). Nel 1831 ampliò il torinese palazzo Costa di Carrù e Trinità e nel 1838 progettò, sempre a Torino, per lo scultore Giuseppe Bogliani la casa-studio sita nei pressi della piazza Maria Teresa, poi trasformata da lui stesso nel 1844 in un maestoso palazzo con ricca decorazione, oggi noto come Rey. Negli anni Quaranta sono documentati interventi per il principe E. Dal Pozzo della Cisterna, sia per il castello di Reano (Sezione di Arch. di Stato di Biella, Fondo Cisterna, Reano Castello) sia per il palazzo torinese di via S. Filippo (Cassetti - Signorelli, 1994), e un progetto di casa per il conte C. Valperga Santus (Arch. di Stato di Torino, Sez. riunite, Insinuazione di Torino, 1847, libro 5, vol. 1, cc. 462-468). Fu pure attivo nel Consiglio degli edili di Torino dal 1833 al 1847; cinquanta suoi progetti, datati fra il 1825 e il 1846, sono conservati nell'Archivio storico della città di Torino (Lupo, 1990). Morì a Torino il 20 marzo 1848.

Il F. maturò probabilmente il suo apprendistato nello studio paterno e si laureò in architettura nel 1840, come risulta dall'atto del magistrato della Riforma (ibid.). L'attività del F. si svolse sia a Torino sia in Piemonte all'insegna dell'eclettismo; la sua fu la gestione di un grande studio moderno in cui si accettavano le commesse più varie: sono infatti ben 248 i progetti da lui firmati esistenti nell'Archivio storico della città di Torino. Si valse spesso dell'aiuto dell'architetto Carlo Trocelli con il quale realizzò a Vercelli la pianta e le sezioni per la divisione del palazzo Avogadro di Quinto.

Le due realizzazioni torinesi più note sono relative a edifici di carattere religioso: il tempio valdese (1851-1854) - il primo di questa fede ad essere elevato a Torino dopo l'emancipazione concessa nel 1848 da Carlo Alberto - e la chiesa di S. Secondo (1867-1881).

Il tempio venne costruito con i suggerimenti del generale inglese Charles Beckwith benefattore dei valdesi. Il F., oltre a firmare ufficialmente il progetto, diede numerosi apporti di carattere tecnico, tra cui l'impiego del lito-cemento per il cornicione in luogo di fregi in terracotta e l'impasto di calce e polvere di marmo per le colonne all'interno. Nell'edificio risultano ben riunite le caratteristiche del Gothic revival mentre per la chiesa di S. Secondo, forse per le modifiche imposte dalla commissione d'ornato del Comune di Torino al primitivo progetto, i risultati sono più freddi.

Sempre per la comunità valdese nel 1869 realizzò l'ospedale in via Berthollet all'angolo con via Ormea.

Al di fuori di Torino operò principalmente nella zona tra Saluzzo e Carignano e nel Canavese. Per Pancalieri progettò un teatro e nel 1855 con C. Trocelli l'edificio scolastico. A Buriasco, dove già il padre e lo zio possedevano terreni, negli anni 1840-41 realizzò la facciata della parrocchiale e il campanile oltre alla ghiacciaia comunale (Canavesio, 1994). A Vigone, luogo di nascita della matrigna, nel 1835, non ancora laureato, operò per la ricostruzione della facciata della chiesa di S. Caterina e nel 1842 per il campanile (P. Mattalia, Vigone. Notizie storiche, civili e religiose, Torino 1912, p. 340). A Carmagnola compilò nel 1864 la relazione d'estimo corredata dal disegno del convento dei padri dell'oratorio di S. Filippo Neri. Nel 1867 realizzò nel santuario di Graglia presso Biella la cappella della Madonna di Loreto con marmi scolpiti da G. Isella.

Nel Canavese, a Rivarolo, nel 1850 riplasmò con moduli neomedioevali la villa sita nei pressi del "Castellazzo" e nel 1859 a Castellamonte la villa castello dei San Martino. Sempre a Castellamonte ricevette l'incarico nel 1868 di terminare la locale parrocchiale, iniziata da A. Antonelli.

Il F. elaborò un progetto di completamento che seguiva quello antonelliano, ma poiché il ricalcolo dei costi dimostrava la necessità di quintuplicare le spese previste dall'Antonelli, presentò in alternativa un progetto autonomo di completamento della rotonda, che venne effettivamente terminata nel 1875 in stile lombardo a mattoni e terracotta a disegni e scomparti. Le demolizioni compiute sulla costruzione dell'Antonelli e la realizzazione solo parziale del progetto del F. generarono un discusso edificio.

Nel 1872 il F. venne incaricato dall'amministrazione comunale di Rivarolo di progettare un nuovo teatro in luogo del vecchio fatiscente. La vicenda non ebbe seguito, ma è degna di nota per le soluzioni tecniche proposte dal F. sia di carattere tradizionale sia moderne, come la capriata palladiana con catene e staffe in ferro per i locali d'atrio e la capriata "Polonceau" in ferro per la copertura della sala.

Il F. morì a Torino il 19 dic. 1882.

Fonti e Bibl.: Necrologio, in Il Risorgimento, 20 dic. 1882; Arch. di Stato di Torino, Sez. riunite, Insinuazione di Torino, 1793, libro 3, cc. 991-993; libro 5, vol. 5, c. 2157 in 2169; 1801, libro 4, vol. 3, f. 1287; 1811, vol. 3, c. 241 (Notai di Torino, 1° vers. Notaio Antonio Gatti); 1818, vol. 7, c. 366; 1822, libro 8, vol. 3, cc. 1125-1130; 1826, libro 2, vol. 3, c. 1369 (tutti per Giuseppe); Ibid., Sez. prima, Paesi per A e B Vigone, mazzo 25, n. 25; Ibid., Sez. riunite, Insinuazione di Torino, 2° vers. Notaio Bastone, m. 729r, ff. 49-56; M. Marocco, Rimembranze di un viaggio da Torino al santuario di Graglia, Torino 1867, pp. 299, 312; M. Vigna, Chiesa di S. Secondo in Torino, in L'Ingegneria civile e le arti industriali, IX (1883), 12, p. 177; C. Boggio, Lo sviluppo edilizio di Torino dalla Rivoluzione francese alla metà del secolo XIX (estr. da Atti e rassegna tecnica della Società degli ingegneri e architetti in Torino, 1917), Torino 1918, pp. 39 s.; E. Olivero, L'architettura in Torino durante la prima metà dell'Ottocento, in Torino, 1935, n. 6, p. 30; M. Giorda, La storia civile religiosa ed economica di Castellamonte Canavese, Ivrea 1953, pp. 375-377; C. Brayda - L. Coli - D. Sesia, Ingegneri e architetti del Sei e Settecento in Piemonte, Torino 1963, p. 36 (per Giuseppe); M. Leva Pistoi, Torino mezzo secolo d'architettura, Torino 1969, ad Indicem; A. Griseri - R. Gabetti, Architettura dell'eclettismo, Torino 1973, ad Indicem; R. De Fusco, L'architettura dell'Ottocento, Torino 1980, ad Indicem (anche per Giuseppe); Cultura figurativa e architettonica negli Stati del re di Sardegna 1773-1861 (catal.), a cura di E. Castelnuovo - M. Rosci, III, Torino 1980, pp. 1154, 1179, 1183, 1186 s. (per Giuseppe); F. Monetti, L. F. a Vigone: un'esperienza di "new gothic", in Piemonte vivo, I (1983), pp. 47-50; R. Paganotto, I temi dell'architettura dell'eclettismo in Piemonte nell'opera di L. F., tesi di laurea, Politecnico di Torino, Facoltà di architettura, a.a. 1987-88; G.M. Lupo, Ingegneri architetti geometri in Torino. Progetti edilizi nell'Archivio storico della città (1780-1859), Torino 1990, pp. 58 s. (per Giuseppe), 59-66; Aspetti urbanistici della città di Vercelli nei secoli XVIII e XIX (catal.), Vercelli 1990, p. 205; R. Paganotto, La vicenda del tempio valdese di Torino e i suoi protagonisti: il generale Charles Beckwith e l'architetto L. F., in Boll. della Società di studi valdesi, giugno 1990, pp. 38, 41-46, 48; Id., Tradizione ed innovazione degli spazi teatrali ottocenteschi in due progetti inediti a Rivarolo Canavese, in Boll. della Società accademica ed arte canavesana, XVI (1990), pp. 95, 101-104, 106 s., 109 s.; M. Saliani, Esperienze neopalladiane nell'architettura di Alberto Tappi, in Alberto Tappi architetto… (catal.), Carmagnola 1991, p. 46, 48, 50, 52 (per Giuseppe); M. Cassetti - B. Signorelli, Palazzo Dal Pozzo della Cisterna e l'isola dell'Assunta, Torino 1994, p. 161 (per Giuseppe); W. Canavesio, Una campagna neoclassica. Nota sulla diffusione dell'architettura in un'area periferica, in Boll. della Soc. piemontese di archeologia e belle arti, n.s., XLVI (1994), pp. 215, 219-221, 224, 228 (p. 219 per Giuseppe); Torino nell'Ottocento e nel Novecento, Torino 1994, ad Indicem (anche per Giuseppe); R. Paganotto, I progetti per la chiesa parrocchiale di Castellamonte (1842-1875) da Alessandro Antonelli a L. F., in Il nuovo volto. Architettura ed edilizia nel Canavese dell'800, Ivrea 1996.

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