FILOSA, Luigi

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 48 (1997)

FILOSA, Luigi

Fulvio Mazza

Nato a Cosenza il 17 apr. 1897 da Pietro e da Giuseppina Misasi, in una famiglia della media borghesia urbana, si formò nell'ambiente liberal-progressista del locale liceo ginnasio. Nel 1915 aderì alle posizioni dell'interventismo socialista-rivoluzionario partecipando al conflitto come tenente di fanteria.

Nel dopoguerra conseguì a Napoli la laurea in giurisprudenza e nell'ottobre del 1920 fu, insieme con M. Bianchi e con A. Guerresi, tra i fondatori del fascismo in Calabria, del quale divenne il responsabile per la provincia di Cosenza, propugnando una linea di intransigenza repubblicana e rivoluzionaria e giungendo a polemizzare contro il latifondismo.

Durante il convegno di Napoli che precedette la marcia su Roma attaccò platealmente B. Mussolini affermando tra l'altro che "non vogliamo duci per diritto divino!" (Lattari Giugni, I parlamentari..., p. 284). Pur ritenendo tatticamente prematura la presa dei potere, comandò comunque le squadre cosentine.

Il 2 marzo 1923, dopo soli tre mesi dal nuovo congresso provinciale che lo aveva riconfermato federale, Mussolini commissariò la federazione. Il F. contestò il provvedimento sino a subire, il successivo 29 aprile, l'espulsione dal partito. Seguirono un prolungato blocco degli organismi statutari del Partito nazionale fascista ed un'ulteriore serie di espulsioni a carico dei "filosiani".

Emarginato dal regime, il F. si avvicinò agli ambienti antifascisti. Il 19 nov. 1926 subì una diffida anche a causa dei tentativo di ricostituire, insieme col repubblicano F. Adami, l'associazione combattentistica antifascista Italia libera. Prese contatto anche con l'antifascismo comunista. Arrestato per tale motivo, il 5 febbr. 1931 gli furono comminati tre anni di confino da trascorrere a Montefusco e quindi, dal successivo 26 novembre, a Vietri sul Mare. Liberato il 13 nov. 1932, in occasione dei festeggiamenti del decennale, fu di nuovo arrestato il 23 sett. 1933, perché sospettato di cospirazione con il leader comunista cosentino C. Curcio, ed ancora il 27 marzo 1934, in occasione della visita di Mussolini a Cosenza.

Come avvocato difese diversi antifascisti fra cui, nel 1930, il bordighista F. La Camera, accusato di aver sobillato la colonia confinaria di Lipari.

Nel febbraio 1943, invertendo la tendenza allora in atto, il F. decise di rientrare nel PNF tornando a propugnare un fascismo rivoluzionario, non subalterno agli organi dello Stato e non succube di Mussolini. In più, arrivò anche a prospettare un'alleanza fra gli Stati rivoluzionari fascisti e sovietici contro i sistemi capitalistici degli USA e della Gran Bretagna. In quegli stessi mesi, probabilmente a maggio, il F. venne scelto dal regime per organizzare in Calabria la resistenza al temuto sbarco angloamericano.

L'incarico, denominato Guardie ai labari, gli venne però revocato poco dopo in quanto egli, fedele al principio che la patria doveva essere al di sopra di ogni altra considerazione di parte, pretendeva che in tali gruppi potessero entrare anche non fascisti.

Nell'autunno 1943 il F. capeggiò comunque, insieme con V. Pignatelli, un centinaio di fascisti, in gran parte giovani, che tentarono una resistenza armata contro le truppe angloamericane. Dopo "qualche scoppio di bomba qua e là qualche furto di armi dai camion guidati dai negri, qualche danneggiamento ai caterpillar che tagliavano i nostri boschi in Sila" (L. Filosa, Lunga lotta... un po' dura. Riferimenti alla lotta elettorale, s.n. t. [ma Cosenza 1973], p. 10) si giunse all'incarcerazione della gran parte dei fascisti. Il F. venne arrestato nel maggio 1944 a Bari, da dove intendeva fuggire verso il territorio della Repubblica sociale italiana.

Per difendere l'integrità politica e morale del F., al processo intervennero diversi esponenti dell'antifascismo calabrese fra i quali i comunisti L. Gullo e F. La Camera, il democristiano L. Nicoletti e l'azionista N. Wodizka. Il 7 apr. 1945 si ebbe la sentenza di condanna che infliggeva al F. 8 anni di reclusione. Prima ancora della conclusione dell'iter processuale, nell'estate del 1946 intervenne per tutti l'amnistia Togliatti.

Nel dicembre 1946 il F. fu fra i fondatori in Calabria del Movimento sociale italiano (MSI), divenendone leader provinciale. Nelle elezioni del 18 apr. 1948, grazie alla sua azione, il MSI raggiunse in Calabria il 5,6% dei voti contro un dato nazionale del 2%, e il F. fu uno dei 6 deputati eletti in Italia nelle liste missine. Ma il 20 giugno 1949 fu dichiarato decaduto per essere stato federale fascista e venne sostituito dal primo dei non eletti, L. Palmieri. Fu rieletto alla Camera il 7 giugno 1953. Per la sua intransigenza ebbe continui contrasti con il partito, quando questo votò la fiducia al governo Zoli, tanto da uscirne nel luglio 1957.

Negli anni del Centrosinistra ci furono altri momenti di riavvicinamento al MSI. Uno di questi fu nel 1972 quando fu in predicato per essere candidato nel collegio senatoriale di Cosenza. Negli ultimi anni svolse anche un'intensa attività pubblicistica sui giornali locali fra cui Il Guiscardo e L'Arrotino.

Il F. morì a Cosenza il 18 ott. 1981.

Fonti e Bibl.:Roma, Arch. centr. d. Stato, Min. Int., Carte M. Bianchi, bb. 2 e 5; ibid., Gabinetto 1944-46, b. 60; ibid., Dir. gen., P.S., 1933, I°. sez., b. 6; Casell. pol. centr., b. 2067; Cat. C2-1, bb. 59A e 59B; Cat. G1, b. 74; Conf. pol., Aff. gen, b. 60; ibid., fasc..pers., b. 414 (manca però la documentazione originariamente presente, di 359 fogli, che risulta prelevata nel 1948 dal vicecapo gabinetto del ministro). Arch. di Stato di Cosenza, Atti Consiglio provinciale della Calabria Citeriore, anno 1923. Notizie sul F. si possono rintracciare anche nei giornali Calabria fascista (1922-1923 e 1943); Il Rinnovamento (1922-1923); Cronaca di Calabria (1922-1923); L'Avvenire (1923). Cfr. inoltre: I. Lattari Giugni, I parlamentati della Calabria (1861-1967), Roma 1967, ad Indicem; S. Carbone, Il popolo al confino, Cosenza 1977, ad vocem; G. Conti, La RSI e l'attività del fascismo clandestino, in Storia contemporanea, X (1979), pp. 954 ss.; E. Misefari - A. Marzotti, L'avvento del fascismo in Calabria, Cosenza 1980, passim; F. Mazza - M. Tolone, F. Gullo, Cosenza 1982, pp. 35 s., 42; R. Guarasci, La lampada ed il fascio. Archivio e storia di un movimento neofascista, Il Movimento italiano femminile, Reggio Calabria 1987, pp. XVIII, XXXVIII, 9, 37, III s., 122; G. de' Medici, Le origini del Msi, Roma 1988, pp. 18-21; F. Mazza, L. F.: un fascista antifascista, in Incontri meridionali, s. 3, VIII (1988), pp. 135-160; A. Costabile, Democrazia, qualunquismo, clientelismo, Cosenza, 1943-1948, Cosenza 1989, pp. 116 s., 271; F. Cozzetto, La città contemporanea, in Cosenza, storia, cultura, economia, a cura di F. Mazza, Soveria Mannelli 1991, pp. 94 ss.; V. Cappelli, Il fascismo in Calabria, Roma 1992, ad Indicem; F. Cordova, Sottosviluppo e fascismo nel Mezzogiorno: la Calabria, in Storia della Calabria moderna e contemporanea, a cura di A. Placanica, Roma-Reggio Calabria 1992, pp. 666 ss.; F. Mazza, Il Partito d'azione nel Mezzogiorno ed altri saggi (1942-1947), Soveria Mannelli 1992, ad Indicem; F. Tigani-Sava, Resistenza fascista in Calabria. Il processo degli ottantotto, Catanzaro 1992, passim; M. Missori, Gerarchie e statuti del PNF, Roma 1978, pp. 105, 206 s.

Sull'attività parlamentare: Atti parlamentari, Camera dei deputati, Discussioni, I e II legislatura repubblicana, ad Indices.

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