Menabrea, Luigi Federico

L'Unificazione (2011)

Menabrea, Luigi Federico


Uomo politico e scienziato (Chambéry, Savoia, 1809 - Saint-Cassin, Chambéry, 1896). Ufficiale del genio, fu dal 1839 al 1848 insegnante di Geometria descrittiva, Meccanica e Scienza delle costruzioni nell’Accademia militare di Torino; si occupò attivamente di varie questioni di scienza delle costruzioni, in particolare di elasticità enunciando il principio del «minimo lavoro» (teorema di Menabrea). Dal 1848 al 1860 fu deputato al Parlamento subalpino. Militò inizialmente nelle file della sinistra liberale e collaborò con la «Concordia» di Lorenzo Valerio. Si spostò però rapidamente su posizioni moderate: si oppose alla politica ecclesiastica di Cavour e divenne uno degli uomini di fiducia del re Vittorio Emanuele II. Nella guerra del 1859 diresse, con Carlo Noé, i lavori d’inondazione della pianura tra la Dora e la Sesia, per impedire l’avanzata dell’esercito austriaco (per cui nel 1875 ebbe il titolo di Marchese di Val Dora), e nel 1860 si distinse negli assedi di Ancona, di Capua e di Gaeta ottenendo la medaglia d’oro e il grado di tenente generale. Senatore dal 1860, fu ministro della Marina dal 1861 al 1862, e ricoprì successivamente, dal 1862 al 1864, la carica di ministro dei Lavori pubblici. Nel 1866 firmò a Vienna la pace con l’Austria, ed ebbe in tale occasione il Collare dell’Ordine della SS. Annunziata. Presidente del Consiglio (1867-1869), dovette affrontare la crisi dei rapporti con la Francia seguiti alla spedizione di Garibaldi su Roma, conclusasi con lo scontro di Mentana. Durante il suo governo vennero varati il discusso provvedimento che attribuiva la concessione della fabbricazione dei tabacchi a una società privata e la tassa sul macinato. Quest’ultimo provvedimento provocò l’esplosione della protesta popolare fronteggiata da Menabrea con dure misure repressive. Lasciata la guida del governo, venne incaricato di missioni straordinarie a Vienna (1870) e a Stoccolma (1873), e fu ambasciatore a Londra, dal 1876 al 1882, e a Parigi dal 1882 al 1892. Fu socio nazionale dei Lincei dal 1874.

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