Alamanni, Luigi

Enciclopedia on line

Letterato (Firenze 1495 - Amboise 1556).  Il carattere principale delle sue opere, piuttosto mediocri dal punto di vista stilistico, fu l'imitazione dei modelli classici nella lingua volgare. Dovette la sua celebrità alla Coltivazione.

Vita

La sua vita si può distinguere in due grandi periodi: italiano e francese. Conobbe Machiavelli, che a lui e a Zanobi Buondelmonti dedicò la sua Vita di Castruccio, nelle riunioni degli Orti Oricellari; implicato nella congiura del 1522 contro il cardinale Giulio de' Medici, fuggì a Venezia e di lì in Francia (mentre due dei congiurati furono condannati a morte); tornò a Firenze nel 1527 dopo la cacciata dei Medici ed ebbe affidate missioni diplomatiche a Genova e in Francia. Dopo la restaurazione medicea e la condanna inflittagli come ribelle, si stabilì definitivamente in Francia, pur tornando spesso in Italia (dal 1539 al 1544 e di nuovo nel 1551) al servizio della politica francese; nel 1544 fu nominato maggiordomo di Caterina de' Medici.

Opere

La sua opera letteraria, stilisticamente monocorde e mediocre, rappresenta però uno sforzo serio, fra i più notevoli in quel tempo, di dare alla letteratura italiana più largo respiro sul piano delle letterature classiche e in gara con esse. Così, oltre a rime petrarchesche, compose quattro libri di Elegie (i primi tre di argomento amoroso, il quarto di soggetto sacro); tredici Satire, Egloghe, epigrammi, poemetti mitologici e inni d'imitazione pindarica; tentò il teatro con un'Antigone, traduzione libera di Sofocle composta tra il 1520 e il 1527, e con una commedia Flora, terminata nel 1555 e che fece rappresentare a Fontainebleau, nella quale usò un nuovo verso sdrucciolo di sedici sillabe; finalmente, dopo aver rifatto le Georgiche nei sei libri della Coltivazione (1546, ma progettato fin dal 1530), poema didascalico in endecasillabi sciolti, ispirato alle Api del Rucellai, si avventurò nell'epopea, e compose in ottava rima due poemi: Girone il cortese (1548), sulla traccia dell'Ariosto, dedicato a Enrico II, e l'Avarchide (composto tra il 1550 e il 1554, ed. postuma 1670), più stretta imitazione dell'Iliade (il titolo da Avaricum, nome latino di Bourges, il cui assedio è al centro dell'azione). Rimaste senza eco queste più ambiziose e faticose opere, lunga fortuna ebbe invece la Coltivazione, in cui non mancano, come anche nelle liriche, accenti di vibrata e nitida eloquenza.

CATEGORIE
TAG

Caterina de' medici

Giulio de' medici

Poema didascalico

Orti oricellari

Lingua volgare