SGRIZZI, Luciano

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 92 (2018)

SGRIZZI, Luciano

Carlo Piccardi

SGRIZZI, Luciano (Girolamo Donato). – Nacque a Bologna il 30 ottobre 1910 (battezzato il 13 gennaio 1911), secondogenito di Domenico, impiegato postale, originario di Oppido Mamertina, e di Adele Crema, reggiana.

Rimase orfano di padre a sei anni. Iniziò lo studio del pianoforte a otto, spinto dallo zio Girolamo, direttore di banda. A tredici anni, troppo giovane per essere ammesso al diploma di pianoforte in conservatorio, fu accettato dall’Accademia filarmonica di Bologna. Dal luglio del 1924 al gennaio del 1927, accompagnato dalla madre e dallo zio, il ‘bambino prodigio’ intraprese due lunghe tournées in Argentina, Uruguay, Cile e Brasile. Ritornato in Italia, si diplomò in composizione nel 1929 e in organo nel 1930 con Luigi Ferrari-Trecate al Conservatorio di Parma, e nel 1931 ottenne il diploma superiore di pianoforte. Nell’aprile del 1929, insofferente del clima instaurato dal regime fascista, lasciò l’Italia per la Svizzera, dove si accomodò a suonare in trio negli alberghi (Lucerna, Zurigo, Sils-Maria e altri luoghi turistici); vi si stabilì regolarmente nel 1931, fino al 1947 legato per sei mesi all’anno (aprile-settembre) al Kursaal di Berna. Nel 1934 e per tre inverni soggiornò a Parigi, approfondendo privatamente la composizione con Albert Bertelin, autore di un noto trattato di composizione (1931-1934) e professore all’École César Franck; frequentò altresì Léonce de Saint-Martin, organista a Notre-Dame, e il compositore Georges Migot. Dei suoi lavori di quel tempo, oltre le tredici composizioni contenute in un manoscritto del Conservatorio di S. Cecilia di Roma (fondo Savoia, G. 3400), si segnalano l’esecuzione del Concerto per pianoforte e orchestra il 24 ottobre 1935 diretto da Hans Haug a Radio Losanna (solista il compositore) e l’ouverture da concerto Celebrazione della morte all’Accademia di S. Cecilia il 19 febbraio 1939 a Roma, vincitrice di un premio indetto da quella istituzione.

Nel 1947 si trasferì a Lugano iniziando a collaborare con la Radio della Svizzera italiana (RSI); avviò la rubrica Fantasticando al pianoforte, tenne cronache letterarie, scrisse radiodrammi (La pistola del marchese di Rufignac, 1949; Bolero, 1951; La lunga strada, 1955) e adattamenti di opere, operette, commedie e drammi; soprattutto operò come pianista accompagnatore, attività diventata esclusiva nel 1949, con contratto fisso dal 1951 e protratta regolarmente fino al 1974. Nel 1948 suonò per la prima volta su un clavicembalo: la scoperta di questa sonorità innescò un orientamento retrospettivo che legò poi durevolmente il suo nome al recupero del repertorio antico. Gradualmente coinvolto da Edwin Loehrer nell’attività del Coro della RSI, dal 1950, come continuista, trascrittore e revisore soprattutto di musiche del Cinquecento, Seicento e Settecento, partecipò alla stagione che negli anni Sessanta portò alla notorietà internazionale le registrazioni della Società Cameristica di Lugano (emanazione del coro radiofonico), di cui fu fondatore nel 1961. In parallelo, attraverso il disco si fece conoscere come virtuoso del clavicembalo e del fortepiano, tenendo concerti e partecipando a vari festival internazionali: Salisburgo, Ascona, Stresa, Spoleto, Roma, Napoli, Bari, Milano, Torino, Brescia, Padova, Parigi (Marais, Festival Estival, Maison de l’ORTF), Lione, Tolosa, Liegi, Fiandre, Barcellona, Praga, Ginevra e così via. Nel 1970 perse un occhio in un incidente stradale, il che peraltro non gli impedì di proseguire l’attività concertistica e di diventare uno dei maggiori interpreti della musica clavicembalistica del Seicento e del Settecento.

Morì all’ospedale di Montecarlo l’11 settembre 1994. Nel 1981 si era stabilito a Mentone, dove fu assistito da un’allieva, Nelia Livraghi, che già dal 1957 aveva abitato presso di lui a Lugano. Sposato e separato due volte, Sgrizzi non ebbe figli. Una copia del suo diario manoscritto è depositata nel fondo Ricerche musicali nella Svizzera italiana, presso l’Archivio di Stato del Cantone Ticino a Bellinzona.

Contrariamente a quanto talvolta si legge, Sgrizzi non prese mai la cittadinanza elvetica. Nel 1980 fu nominato commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica italiana, e nel 1985 officier dans l’Ordre des arts et lettres da Jack Lang, ministro della Cultura francese. Come compositore Sgrizzi si formò nel clima del primo dopoguerra, permeato dall’influsso di Claude Debussy e Maurice Ravel, ma ben presto orientato verso un recupero di modelli preottocenteschi che le titolazioni stesse spesso palesano, richiamando autori del passato rivisitati anche in termini di vera e propria trascrizione. In continuità con tale atteggiamento va considerato l’assiduo lavoro di revisore di musiche rinascimentali e barocche. Come interprete si affermò su scala internazionale in qualità di clavicembalista. La scelta di tale strumento, come poi del fortepiano, ne rivela la vocazione cameristica proprio nel senso del raccogliersi nel godimento quasi privato del suono. Da ultimo, il suo ideale era il clavicordo, lo strumento dell’interiorità, del suonare per sé, da aprire alla stregua di un diario cui affidare le riflessioni più intime e private. In questo senso la sua inclinazione estetica risultava consentanea ai due autori più intensamente valorizzati dalle sue interpretazioni: Domenico Scarlatti, restituito attraverso la folgorante tecnica dell’arpeggio e le inesauste risorse di una fantasia sempre tenuta a bada da un controllato procedere a misura di un pronunciato senso formale; e Gioachino Rossini nei pezzi pianistici della vecchiaia che, su uno strumento risuonante con l’asciuttezza di un clavicembalo fuori epoca, veniva colto in posizione distaccata dal mondo circostante, scrutato con occhio disincantato.

Composizioni (editori: Suvini Zerboni, Milano; Bongiovanni, Bologna; Divonne, Paris; UE, Wien; Oertel, Berlin). Per pianoforte: Burlesca e Minuetto (1927-1928); Dancing Song: Valzer (1933); Sonata (1934); Ostinati (1956). Per due pianoforti: Soirée de Vienne d’après Joh. Strauss (1932). Musica da camera (sempre con il pianoforte, salvo diversa menzione): Introduzione e Scherzo per flauto (1927); Cinque liriche per canto (1928); Rêverie e Scherzo per violino (1928-1929); Introduzione e finale per violino (1933); Sonata per violino (1933); Trio op. 5 per soli archi (1935); Introduzione e Scherzo per violino (1937); Petite valse sur deux motifs de Claude Debussy per violino (1946); motivo per il ‘film radiofonico’ Karma di Francis Borghi per voce (1948); Quinario per flauto, violoncello, soprano (1951-1953); Introduzione e Allegro per flauto (1954); Musica per il coro degli scoiattoli su un canto popolare ticinese (fagotto, tre corni, tre tromboni, timpani, tam tam, due violoncelli, contrabbasso) per il radiodramma Ballata per Tim pescatore di trote di Carlo Castelli (1956); Cinque moti perpetui sopra canti popolari ticinesi e lombardi per violino, viola e violoncello (1956-1957, anche per orchestra da camera); Elegia e Scherzo per flauto e fagotto (1957). Per orchestra: Tre impressioni (1928); Blue Deep (s.d.); Concerto per pianoforte e orchestra op. 6 (1935); Morceau de concert per clarinetto e piccola orchestra (1936); Concerto per orchestra (1936); Celebrazione della morte, ouverture da concerto (1937); Le Eumenidi, ouverture (1938); Suite napoletana, trascrizioni da Domenico Cimarosa, Giovanni Battista Pergolesi, Domenico Scarlatti, Pietro Domenico Paradisi (1951); Suite belge, trascrizione da clavicembalisti belgi del XVIII secolo (Jean-Baptiste Lœillet, Dieudonné Raick, Pietro Antonio Fiocco, Josse Boutmy; 1951); Paesaggi (1951); English Suite, trascrizione da virginalisti inglesi (1952); Elegia e scherzo (1952); Viottiana (1954); Sinfonietta rococò (1956); Capriccio per flauto e orchestra da camera (1956); Suite serenata (1958); Divertimento su [presunte] musiche di Carlo Evasio Soliva (1967); Concertino per flauto, oboe e orchestra d’archi, dalle Sonate op. 5 di Luigi Boccherini (s.d.). Elaborazioni: anonimi del XIII secolo, Laudario 91 di Cortona per soli, coro e orchestra (1960); Alessandro Tadei, Missa sine nomine a sedici voci per coro e orchestra (1963).

Revisioni. Per la RSI Sgrizzi ha curato la revisione di una cinquantina di composizioni di Banchieri, Monteverdi, Cavalieri, Marazzoli, Cavalli, D. Scarlatti, Caldara, Pergolesi, Rinaldo da Capua, Orlandini, Lotti, Vivaldi, Paradies, Nardini, J.C. e W.F. Bach, Durante, Galuppi. Per Michel Corboz e l’Ensemble vocal de Lausanne ha curato l’edizione di Ercole amante di Cavalli (1978) e dell’Incoronazione di Poppea di Monteverdi (1986). In collaborazione con Lorenzo Bianconi ha curato l’edizione della Finta pazza di Sacrati (Venezia, la Fenice, 1987).

Pubblicazioni. B. Marcello, 12 Sonates pour clavecin, in collaborazione con L. Bianconi (Le Pupitre, XXVIII), Paris 1971; A. Scarlatti, Neuf toccatas pour clavier, Paris 1990.

Discografia. D. Scarlatti: varie Sonate (Cycnus; Grand Prix du disque de l’Académie Charles-Cros ed Edison Music Award, 1965); 285 Sonate (Erato, 1970-1982); una Antologia della musica clavicembalistica italiana dei sec. XVI e XVII (P. e D. Scarlatti, Zipoli, Galuppi, Paradies, Pergolesi, Rutini, Cimarosa, Frescobaldi, Poglietti, Della Ciaja, B. Marcello, Porpora, Platti; Cycnus 1962, 1964, 1965); i Concerti di Vivaldi trascritti da Bach (Cycnus; Grand Prix du disque e Grand Prix des discophiles, 1964); Händel (Cycnus 1966); Concerti per 2 clavicembali di J.S., J.C. e W.F. Bach e J.L. Krebs (con H. Dreyfus; Erato 1970); P. Soler et les disciples ibériques de D. Scarlatti (Erato 1970); 5 Suites di J.-B. Lœillet (Erato 1971); Florilège du clavecin à Venise (Galuppi, B. Marcello, Alberti, Bertoni, Turrini, Pescetti, Platti; 1971); A. Scarlatti, Toccate (Erato 1972); Sonate a 4 mani di J.C. Bach e Mozart (con M. Delfosse; Alpha 1973); Händel, Suites, Sonate, Capriccio (Erato 1973, 1975); Deux siècles de musique allemande (Froberger, J.S. Bach, Mozart; Erato 1976); J.S. Bach, Tre concerti (con G. Jarry e J. Chambon, Orchestre J.-F. Paillard; Erato 1977); Id., Concerto italiano, Partita n. 4, Fantasia cromatica e fuga (Erato 1978); Id., 12 Concerti per clav. (con H. Dreyfus, L.F. Tagliavini, Y. Le Gaillard, Drottningholmer Barockensemble; Erato 1979); Id., Toccata in Re magg., Aria variata alla maniera italiana, ecc. (Alpha 1972); Paradies, Sonate (Accord 1989). Come esecutore al fortepiano comparve in Clementi, Sonate e Valzer (Cycnus 1968); Haydn, Sonate (Erato 1970); C.Ph.E. Bach, Concerto per clavicembalo, fortepiano e orchestra (con R. Veyron-Lacroix, Orchestre J.-F. Paillard; Erato 1972); Id., Composizioni (Erato 1973, 1979); J.C. Bach, Concerti (Ensemble instrumental de Lausanne, direttore M. Corboz; Erato 1976); Id., J.P. Kimberger, C.Ph.E. Bach, Concerti (Orchestre J.-F. Paillard; Erato 1976); Cimarosa, 58 Sonate (Erato 1971-1989); Clementi, Sonate e Monferrine (Alpha 1973).

Grand Prix du disque de l’Académie Charles-Cros assegnati alla Società Cameristica di Lugano, di cui Sgrizzi faceva parte (dischi Cycnus): Monteverdi, Combattimento di Tancredi e Clorinda (1962; anche premio della critica italiana, 1964); Laudario 91 di Cortona (1963); Monteverdi, Madrigali guerrieri e amorosi (1964); Rossini, Les péchés de ma vieillesse (1964); Monteverdi, Il ballo delle ingrate (1965); Vivaldi, Cantate e Sonate (1965).

Fonti e Bibl.: La Musica, II, Torino 1971, pp. 1099 s.; Dizionario enciclopedico universale della musica e dei musicisti. Le biografie, VII, Torino 1983, p. 248; P. Rattalino, Loehrer e S., discordia concordans, in Symphonia, marzo 1992, n. 14, pp. 4 s.; C. Piccardi, Eclettico e cosmopolita. L. S. in memoriam, in Dissonance/Dissonanz, novembre 1994, n. 42, pp. 31 s.; Dictionnaire des interprètes et de l’interprétation musicale au XXe siècle, a cura di A. Pâris, Paris 1995, pp. 873 s.; The new Grove dictionary of music and musicians, XXXIII, London-New York 2001, p. 188; L. Bianconi, La temperata irregolarità dell’estro di L. S., in Bloc notes, 2003, n. 48, pp. 163-169; Dizionario storico della Svizzera, a cura di M. Jorio, XI, Basilea-Locarno 2012, p. 547.

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