LUCIANO di Antiochia, santo

Enciclopedia Italiana (1934)

LUCIANO di Antiochia, santo


Martire nella persecuzione di Massimino (312). Secondo Suida, sarebbe nato a Samosata e, iscritto nel clero di Antiochia, vi avrebbe fondato la celebre scuola esegetica. Fatti che si possono ritenere certi: che sono suoi i lavori sul testo della Bibbia greca, concretatisi nella recensione "lucianica" o "antiochena" dei LXX e del Nuovo Testamento; che fu maestro di Ario e d'altri della stessa scuola, come Eusebio di Nicomedia. Ne è prova che gli viene attribuita una delle formule approvate dall'arianeggiante concilio di Ancira in dedicatione; che la Passio Luciani è di carattere ariano e che la venerazione per lui, specialmente da parte di S. Elena madre di Costantino, coincide con la restaurazione di Drepanum (Elenopoli) e con il risorgere del partito ariano, già sconfitto a Nicea.

Le difficoltà sono date dalla notizia d'una lettera di Alessandro vescovo di Alessandria al suo omonimo collega di Bisanzio: trattando di Ario, essa parla di un L. successore di Ebione, Artemone e Paolo di Samosata e privato della comunione sotto tre vescovi. In base a questo dato, si è supposto che L. si riconciliasse con la Chiesa e si è tentato di spiegare come da una teologia adozionista L. sarebbe passato a concezioni di tipo origenistico e capaci d'ispirare Ario. Ma tutti i tentativi, per quanto ingegnosi, d'immaginare un'evoluzione spirituale di L., restano poco soddisfacenti e urtano contro una difficoltà fondamentale: che la teologia di tipo monarchiano-adozionistico di Paolo di Samosata è assolutamente antitetica a quella del Logos e all'origenismo. Perciò, dall'esame della lettera di Alessandro, F. Loofs è giunto alla conclusione che il L. ivi nominato non è il martire, ma un vescovo scismatico o eretico, e già morto. Tale conclusione è accolta anche da G. Bardy, il quale dubita altresì d'una notizia di Epifanio, che farebbe di L. un apollinarista o poco meno. Assai difficilmente si può ritenere autentica la "confessione di fede" o "apologia" che Rufino ha inserito come lucianea nella sua traduzione della Storia ecclesiastica di Eusebio e che manca nell'originale.

Bibl.: P. Batiffol, Études d'hagiographie arienne, in Compte-rendu du Congrès scient. intern. des cathol., Parigi 1891, sez. 2ª, pp. 181-186 (sulla Passio); E. Buonaiuti, L. Martire; la sua dottrina e la sua scuola, in Riv. stor.-crit. d. sc. teol., 1908, pp. 830 segg., 909 segg.; 1909, p. 104 segg. e riprodotto in Saggi sul crist. primit., Città di Castello 1923, p. 172 segg.; C. E. Raven, Apollinarianism, Cambridge 1923, p. 72 segg.; F. Loofs, Das Bekenntnis L. d. M., in Sitzungsber. Berlin. Akad., 1915, p. 576 segg.; id., Paulus von Samosata, Lipsia 1924 (Texte und Untersuchungen, XLIV, v), p. 183 segg.; G. Bardy, in Rech. de sc. relig., III (1912), pp. 139 segg., 230 segg.; id., Paul de Samosate, Parigi-Lovanio 1923, p. 400 segg.; id., Le discours apologétique de Saint L. d'Antioche, in Rev. d'hist. ecclés., XXII (1926), p. 487 segg. (cfr. M. Niccoli, in Ricerche religiose, IV, 1926, p. 444 segg.); id., in Dict. de théol. cath., IX, 1, s. v.