LORENA

Enciclopedia Italiana (1934)

LORENA (A. T., 32-33-34)

Clarice EMILIANI
Giuseppe MARTINI

Antica provincia della Francia orientale, corrispondente agli attuali dipartimenti della Mosa, Mosella, Meurthe-et-Moselle, Vosgi; sotto l'aspetto geografico costituisce una regione ben distinta, limitata dal massiccio dei Vosgi a E., dalla Mosa a O., dalle Ardenne a N., e dai Monti Faucilles a S. Il massiccio dei Vosgi si stende con direzione N.-S. da Kaiserslauterm a Belfort; la parte meridionale, che sola presenta i caratteri di una catena, è costituita in gran parte da rocce granitiche, da gneiss e da scisti micacei; le sommità rotondeggianti, che raramente superano il limite del bosco (1300 m.), sono ricoperte da vastissime foreste di conifere a cui succedono, in basso, campi coltivati. Le massime altezze (Hohneck, 1366 m.) si raggiungono a S., mentre a N. il massiccio diminuisce in altezza e, per l'intensa degradazione subita dalle rocce permiche e triassiche, che qui prevalgono sui graniti, assume un aspetto più variato e pittoresco. Nel versante occidentale, che declina dolcemente verso l'altipiano lorenese, le testate delle valli sono spesso occupate da laghetti di origine glaciale. La popolazione vive in genere dispersa in piccoli villaggi e in case isolate. Man mano che si procede verso O., le rocce arcaiche dei Vosgi vengono coperte da terreni permici prima, triassici e giurassici poi, che costituiscono l'altipiano lorenese; inclinato anch'esso da S. a N., e in buona parte ancora boscoso, presenta una superficie poco ondulata senza grandi elevazioni. All'altipiano segue in direzione di O. la caratteristica regione delle côtes o coteaux; sono queste serie di colline di calcare giurassico che presentano verso E. un pendio molto ripido costituito quasi sempre da testate di strati che affiorano, mentre verso O. il pendio discende lentamente; queste colline, che raramente sorpassano i 400 m., accompagnano il corso della Mosa e della Mosella e vanno diminuendo in altezza verso N. Alla caratteristica dissimmetria dei due versanti dà maggiore risalto la presenza di fitti boschi nel versante a dolce pendio, mentre il versante ripido si presenta quasi spoglio di vegetazione. I centri sono sorti di preferenza a mezza costa, dove gli strati impermeabili fanno affiorare le acque. Le parti più depresse dell'altipiano e quelle interposte tra le côtes, localmente dette plaines, formano tante piccole regioni naturali, Saulnois, Xaintois e Woëvres; quest'ultima è un'ampia regione pianeggiante dal suolo impermeabile (argille, marne) che si stende tra le côtes della Mosa e quelle della Mosella a un'altezza media di 250 m.; quantunque il terreno sia cosparso d'acquitrini e stagni, pure si presta a svariate colture. L'altipiano lorenese a N. si appoggia al massiccio, formato da terreni carbonici e devonici, dell'Eifel, di cui le Ardenne sono la parte meridionale; mentre a S. si continua negli altipiani calcarei dei Monti Faucilles che vengono presi come limite meridionale della Lorena. Molti corsi d'acqua attraversano la regione: i principali sono la Mosella e la Mosa. La prima nasce a 735 m. s. m. presso il passo di Bussang nei Vosgi meridionali, scorre nel primo tratto attraverso terreni impermeabili a Remiremont, accoglie le acque della Moselotte, poi della Vologne; uscita dalla regione montuosa percorre l'altipiano lorenese in una valle stretta tra alte rive, poi, ricevuto il Madou, passa a Toul; di qui anticamente attraverso terreni marnosi andava a gettarsi nella Mosa, poi, erosi i calcari dei coteaux della riva destra, si aprì la nuova strada; a Frouard riceve la Meurthe, suo principale affluente, che nasce anch'esso nei Vosgi. La parte più occidentale della Lorena viene bagnata dalla Mosa (v.). Il sistema idrografico è completato dal Canale Marna-Reno e dal Canale dell'Est (147 km.), che è costituito per una parte dalla Mosella canalizzata con cinque chiuse fino a Messeim, donde parte un canale che si congiunge, presso Laneuveville, a quello della Marna. Il traffico non è però molto sviluppato e prevalgono i trasporti di merci pesanti. Il clima a carattere continentale, rigido e umido, ha inverni rigorosi e autunni precoci che compromettono spesso i raccolti; sull'altipiano e nella regione dei Vosgi si hanno variazioni improvvise di temperatura; più uniforme si presenta invece la temperatura nei fondi valle, che sono però umidi e nebbiosi. La temperatura media annua è di 9° (inverno 1°,3; estate 17°,6). Le precipitazioni, che hanno il massimo nei mesi estivi, vanno da 700 mm., nelle zone meno esposte ai venti dell'O., a 950 e più.

Nonostante il clima poco favorevole, la Lorena fu per molto tempo un paese essenzialmente agricolo; circa 1/4 della sua superficie è coperta di boschi che rivestono il massiccio dei Vosgi, buona parte del terreno arenaceo e poco fertile dell'altipiano e il versante a dolce pendio delle côtes. Nel dipartimento dei Vosgi, su una superficie di 5903 kmq., ben 2163 sono coperti di boschi; nelle valli e nelle plaines, dove il terreno più fertile permette la molteplicità delle colture, si coltiva grano, canapa, luppolo. La vite, coltivata nelle côtes meno esposte alle nebbie, dà un vino bianco ricercato (vini della Mosella e della Mosa). Prima del sec. XIX l'unica ricchezza mineraria della Lorena era data dall'estrazione del sale contenuto negli strati del Trias superiore della regione del Saulnois. La presenza di boschi permise di buon'ora lo sfruttamento del ferro, ma il grande sviluppo industriale della Lorena data dalla scoperta dei giacimenti carboniferi della Saar; se si considera che al principio del sec. XIX gli stabilimenti nel dipartimento della Mosa davano lavoro in complesso a 1800 persone, mentre nel 1910 gli operai occupati erano 100.000, saliti a 120.000 nel 1927, si comprenderà quali profondi mutamenti siano avvenuti nella vita economica della Lorena. Nuovi centri sono sorti intorno ai grandi stabilimenti, modificando profondamente la distribuzione della popolazione; in seguito al passaggio di parte della Lorena alla Germania, si fecero ricerche, nella parte rimasta alla Francia, per trovare nuovi giacimenti di ferro, ricerche che rivelarono la presenza di strati giurassici ferriferi sotto l'altipiano di Briey, a ovest di Metz e Thionville. Iniziatosi nel 1890 lo sfruttamento, la popolazione, che dall'inizio del secolo era in costante diminuzione e che raggiungeva una densità di appena 40-50 ab. per kmq., in poco più di 15 anni era raddoppiata. I villaggi di Jœuf, Homécourt, Auboné da poche centinaia di abitanti salirono a 25.000 in una trentina d'anni. Il reclutamento della mano d'opera necessaria sarebbe stato però impossibile senza l'immigrazione straniera. Nel bacino di Metz-Thionville, ceduto alla Germania in seguito alla guerra del 1870-71, si ebbe una forte immigrazione di Tedeschi e ciò contribuì a diffondere la lingua tedesca, che prima si arrestava al versante orientale dei Vosgi; cosicché la valle dell'Orne, interamente francese nel 1871, era nel 1910 per 3/4 tedesca; come pure la riva sinistra della Mosella. L'elemento tedesco è però molto diminuito dalla guerra mondiale. Gl'Italiani predominano nella regione di Briey, dove nel 1929 su 69.198 ab. ben 42.509 erano Italiani, in gran parte piemontesi; nella regione di Longwy prevalgono invece i Belgi. L'influenza dello sviluppo industriale si rivela anche nell'economia agricola della Lorena con una crescente tendenza ad aumentare la produzione del latte e del burro, di cui si fa largo consumo nei centri; perciò l'area coltivata a cereali diminuisce, mentre aumenta quella a prati irrigui e pascoli: nel dipartimento della Mosella da 191.000 ettari coltivati a cereali nel 1913 si è scesi a 167.000 nel 1927, mentre i pascoli da 9000 sono saliti a 25.000 ettari. Dopo la ricostituzione completa della regione con il ritorno dei territorî ceduti alla Germania nel 1871, i giacimenti di ferro della Lorena sono i più importanti d'Europa e i secondi del mondo dopo quelli degli Stati Uniti. I giacimenti ferriferi della Lorena, che dànno il 95% della produzione francese, comprendono il bacino di Metz-Thionville, restituito alla Francia per il trattato di Versailles, con le miniere di Hayange, Moyeuvre, Rombas, Knutange e Hagondange; i bacini di Longwy e di Briey, il primo presso la frontiera belga, il secondo a NO. di Metz: i principali altiforni sono a Longwy-Bas, Senelle, Villerupt, Homécourt, Jœuf; terzo per importanza viene il bacino di Nancy che alimenta gli alti forni di Pompey, Pont-àMousson, Frouard. In complesso i giacimenti della Lorena s'estendono su un'area di 116.000 ettari con una produzione di circa 45 milioni di tonn. di minerale. Una gran parte viene lavorata nella Lorena stessa, il resto si esporta verso gli altri centri metallurgici della Francia, del Belgio, e soprattutto della Germania. Il bacino carbonifero della Mosella ha le principali miniere a Carling, Petite-Rosselle e La Houve, con una produzione di 5.223.600 tonn. (1926). Anche le antiche industrie della Lorena, cristallerie a Baccarat, fabbriche di porcellane a Saint-Dié, cartiere a Forbach, filatura e tessitura della lana a Épinal e a Sarreguemines, nel secolo XIX ricevettero un nuovo impulso dalla scoperta del bacino carbonifero della Saar. Regione importante anche strategicamente, la Lorena ha visto sorgere i centri all'imboccatura di valli per cui passavano le vie di comunicazione dall'E. all'O.: così Neufchâteau, tra la Mosa e il Mouzon, con 4095 ab., Commercy sulla riva sinistra della Mosa (6991 ab.), Saint-Mihiel ai piedi delle côtes della Mosa, Verdun (16.540 ab.), Lunéville (24.540 ab.) in una larga valle, Toul (12.652 ab.), Nancy, la città principale della Lorena (120.578 ab.), e Metz (78.767 ab.).

Storia. - R. Parisot divide la storia della Lorena in cinque periodi principali. Il primo comprende l'epoca preistorica e romana; il secondo, o periodo franco, è caratterizzato dalla inclusione della regione mosellana nell'Austrasia, poi nella monarchia carolingia, e infine nella Lotaringia. Nel terzo periodo, la Lorena entra nell'orbita dell'impero romano-germanico e si sminuzza in una serie di piccoli principati. Il quarto periodo segna la continua ascesa dell'influenza francese, da Filippo il Bello all'età delle guerre napoleoniche. L'ultimo periodo della storia della regione, infine, è segnato dal declinare della preponderanza francese e dal sostituirsi a essa dell'influenza tedesca.

1° periodo (fino al 511). - Non si possiedono che scarse cognizioni sui primi stanziamenti umani nella regione mosellana. Tuttavia sembra che l'uomo vi sia apparso piuttosto tardi, in ragione dell'asperità del suolo e della durezza del clima. Nell'età neolitica, alcune popolazioni nomadi abitarono gli altipiani. Nelle età successive, s'ebbero immigrazioni di Liguri, sedentarî, e di Celti. Poi sopravvennero i Belgi, razza affine alla celtica, ma più rozza, dedita soprattutto alla caccia e alla pesca. Le tre tribù belghe che si stanziarono definitivamente nel paese, cioè i Treviri, i Mediomatrici e i Leuci, sembra abbiano vissuto a sé, senza partecipare alla grande confederazione belga. Per difendersi dalla pericolosa vicinanza dei Germani, le popolazioni mosellane chiamarono in aiuto Giulio Cesare, il quale le protesse, e più tardi le sottomise alla dominazione romana senza incontrare serie resistenze. I Romani ne rispettarono le credenze e i costumi, esigendo da esse soltanto tributi e soldati. Al contatto della civiltà romana, i Belgi subirono una profonda trasformazione: l'agricoltura cominciò a fiorire, e così alcune industrie (ceramiche, armi, vesti, ecc.); la lingua romana si sostituì al dialetto gallo; sorsero numerose città dotate di bei monumenti, come Augusta Trevirorum (Treviri), Divodurum (Metz), Scarpona e Nasium (Naix). Il cristianesimo si diffuse, specialmente dopo l'editto di Milano (313), e furono fondati i primi vescovati a Treviri, Metz, Toul, Verdun. La nuova religione, che nei secoli IV e V era accettata da tutti gli abitanti della regione, non riuscì a esercitare tuttavia che un'azione superficiale sui loro costumi. Intanto i barbari premevano alle frontiere.

Di tutte le tribù che invasero il paese, solo alcune degli Alamanni e dei Franchi s'insediarono stabilmente. Gl'indigeni in parte furono uccisi o resi schiavi, in parte continuarono a vivere accanto ai vincitori: la civiltà ebbe a subire un forte regresso, mentre si spezzava per sempre l'unità etnografica e linguistica del paese.

2° periodo (511-925). - Alla morte del re franco Clodoveo (511), che era riuscito a fare riconoscere la sua autorità sulla Mosellana, questa regione passò a fare parte dell'Austrasia o regno dell'Est, che comprendeva anche l'odierna Champagne, l'Alsazia, il Belgio e parte dei paesi renani e dell'Olanda, e aveva Metz per capitale. Teodorico, figlio di Clodoveo, fu il capostipite della dinastia che regnò per 240 anni in Austrasia; fino a che, consacrato re Pipino e sorta la nuova dinastia carolingia, l'Austrasia cessò di essere un regno indipendente e venne incorporato nella monarchia franca. Sotto il regno di Carlomagno (771-814) la regione mosellana, trovandosi in posizione centrale, ebbe a godere d'una situazione privilegiata. La sede dell'impero, Aquisgrana, era vicina, e Carlomagno spesse volte percorse i paesi mosellani, ch'egli prediligeva per le sue cacce. A Thionville, nell'806, l'imperatore divise il regno tra i suoi figli. Anche Ludovico il Pio (814-840) fece frequenti soggiorni nella regione, la quale divenne sempre più ricca e progredita. Dopo la morte di Ludovico, i suoi tre figli riuscirono finalmente a mettersi d'accordo col trattato di Verdun (843). La regione mosellana toccò a Lotario I (843-55), un figlio del quale, Lotario II, dopo varie vicende, fu riconosciuto sovrano di tutta quella vasta zona compresa tra le Alpi, il Giura, la Mosa, la Schelda e il Reno e che da lui fu detta Lotaringia. Sotto il debole regno di Lotario II, i Normanni si spinsero audacemente sino al cuore della regione mosellana e riuscirono a incendiare Treviri, la "seconda Roma". Dopo la morte di Lotario (869), la Lotaringia, contesa e spartita tra i Carolingi tedeschi e franchi, turbata da rivolte e da invasioni, incomincia a decadere. I signori del paese approfittano dell'estrema debolezza dei loro principi per aumentare il proprio potere: la Lotaringia cade in una specie d'anarchia. Vi regnano successivamente: Ludovico III re di Germania (876-82), Carlo il Grosso (884-87), Arnolfo re di Germania (887-96), Sventiboldo figlio naturale di Arnolfo (896-900), Ludovico IV il Fanciullo figlio d'Arnolfo (900-911), Carlo il Semplice re di Francia (911-25). Nel 925, Enrico l'Uccellatore, re di Germania, sottomise la Lotaringia, facendone poi un ducato.

Da allora, la regione mosellana rimase a lungo nell'orbita dell'impero romano-germanico. Durante il periodo franco essa aveva fatto notevoli progressi. Erano sorti famosi monasteri, come Prüm, Gorze, Remiremont, Moyenmoutier, Saint-Mihiel. Il rinascimento carolingio esercitò il suo influsso profondo sulla lingua, sulla cultura, sull'insegnamento: scrissero e operarono Crodegango di Metz, Smaragdo di Saint-Mihiel, Reginone di Prüm.

3° periodo (925-1270). - Nel 928 un nobile lorenese, Giselberto, che aveva aiutato Enrico nella conquista, fu nominato duca di Lotaringia. Ribellatosi poi a Ottone I, fu destituito: gli successero Ottone di Verdun, Corrado il Rosso e finalmente il fratello stesso dell'imperatore, l'energico Brunone, arcivescovo di Colonia, che nel 959 divise il paese in due parti: Bassa Lotaringia, corrispondente al territorio dell'attuale Belgio, e Alta Lotaringia o Lorena. Le città episcopali, cioè Treviri, Metz, Toul e Verdun, rimasero sottomesse all'autorità dei loro vescovi, mentre qualche signore laico conservava la propria indipendenza. I primi duchi dell'Alta Lorena furono Federico I, Teodorico e Federico II della casa d'Ardenne-Bar (959-1033), ai quali successero Gozelone e Goffredo il Barbuto della casa di Verdun (1033-48). Infine, l'imperatore Enrico III prescelse Gerardo d'Alsazia, il quale rese il potere ereditario nella sua famiglia. Un successore di Gerardo, Matteo I, fu il primo a stabilirsi a Nancy, allora piccolo villaggio. Sotto la casa d'Alsazia, nei secoli XII e XIII si consolida il regime feudale e si formano varî principati, tra cui: 1. il ducato di Lorena propriamente detto, limitato a est dai Vosgi e comprendente i bacini della Mosella superiore, della Meurthe, della Saar superiore; 2. la contea, poi ducato, di Bar, tra la Champagne e il ducato di Lorena, con il quale ultimo venne spesso a conflitto; 3. la contea, poi ducato, di Lussemburgo, fondata da Sigifredo a ovest della diocesi di Treviri; 4. l'arcivescovato di Treviri; 5. i Tre Vescovati, cioè Metz, Toul, Verdun; 6. altri feudi minori come Vaudémont, Lunéville, Salm, e i principati della Saar (Saarbrücken, Zweibrücken, Saarwerden, ecc.).

In questo periodo agitato dalle continue turbolenze dei vassalli, i duchi della casa d'Alsazia si riconoscono sempre soggetti all'imperatore. Tuttavia la Francia incomincia a interessarsi degli affari lorenesi, specialmente sotto Filippo l'Ardito e Filippo il Bello.

4° periodo (1270-1812). - Filippo il Bello, a causa del suo matrimonio con Giovanna di Champagne, riuscì a impossessarsi di alcuni paesi lorenesi. Più tardi, col trattato di Bruges (1301), egli riuscì a fare riconoscere la sua alta sovranità sui territorî del Barrois a occidente della Mosa, il cosiddetto Barrois mouvant, e il suo protettorato su Toul. I principi lorenesi furono attirati sempre più nell'orbita francese, e molti parteggiarono per la Francia al principio della guerra dei Cent'anni. L'imperatore Carlo IV di Lussemburgo riuscì più tardi a ristabilire l'autorità dell'impero sulla Lorena; e a Metz, nella dieta del 1356-57, egli promulgò la famosa Bolla d'oro. Ma le relazioni con la Francia seguitarono. Il duca Carlo II si gettò nella lotta tra Armagnacchi e Borgognoni favorendo la casa di Borgogna. Nel 1420, il matrimonio tra Isabella, figlia di Carlo II ed erede del ducato di Lorena, con Renato I d'Angiò, erede del ducato di Bar, determinò la riunione dei due ducati, che avvenne effettivamente nel 1431 alla morte di Carlo II. Sotto la dinastia angioina, e specialmente sotto Renato II, il ducato di Lorena-Bar, ingranditosi per l'acquisto delle contee di Vaudémont e Blâmont, tende a sciogliersi dai legami di sudditanza verso l'impero e a rendersi indipendente. Gli avvenimenti più notevoli sotto la dinastia angioina furono la battaglia di Nancy (1477), in cui Renato II sconfisse e uccise Carlo il Temerario; la distruzione di alcune bande di contadini luterani (Rustauds) operata da Antonio il Buono (1525); il riconoscimento dell'indipendenza della Lorena dall'impero da parte di Carlo V (trattato di Norimberga, 1542); e infine l'occupazione di Verdun, Toul, Nancy e Metz per opera del re di Francia Enrico II (1552). In generale i duchi di Lorena rimasero neutrali nelle lotte tra i re di Francia e l'impero, e nelle guerre di religione; solo Carlo III, sotto il cui regno (1559-1608) la Lorena raggiunse l'apogeo della sua indipendenza, aderì alla Lega cattolica dopo l'assassinio dei Guisa, suoi parenti (1588). Il duca Enrico II (1608-24) preferì seguire una politica pacifista e neutrale e nel 1621 dovette maritare la figlia maggiore a Carlo, suo nipote, per assicurarle la successione. Carlo IV (1624-1675) adottò una politica imprudente, che gli attirò l'ostilità di Luigi XIII, di Richelieu e di Luigi XIV.

La Lorena fu invasa più volte dalle truppe francesi, che finalmente la tennero occupata dal 1670 al 1697, anno della pace di Ryswyk, in seguito alla quale la corona fu attribuita a un pronipote di Carlo IV, Leopoldo. I trent'anni del regno di Leopoldo furono calmi e benefici per la Lorena, che fece grandi progressi nel campo economico. Il duca restò neutrale nelle lotte per la successione spagnola e seppe tenersi amici tanto l'imperatore Carlo VI suo cugino, quanto Luigi XIV. A Leopoldo, morto nel 1729, successe il figlio Francesco III, il quale non fece che una breve apparizione in Lorena; egli infatti viveva alla corte di Vienna, legato alla politica di Carlo VI, di cui sposò la figlia ed erede Maria Teresa.

Nel trattato di Vienna (1738), che mise fine alla guerra di successione polacca, Austria e Francia convennero che il pretendente Stanislao Leszczyński, suocero di Luigi XV, rinunziasse al trono di Polonia e ricevesse in compenso il ducato di Lorena-Bar, il quale, dopo la sua morte, sarebbe stato annesso alla Francia. Il duca Francesco III, in cambio dei suoi stati lorenesi, avrebbe ottenuto il granducato di Toscana. Francesco III ratificò la convenzione, e così ebbe origine il ducato di Stanislao Leszczyński, sotto cui dominò il cancelliere de la Galaizière, di sentimenti francesi. Alla morte del duca (1766) fu proclamata l'annessione alla Francia. Scoppiata la rivoluzione, sotto la Costituente la Lorena fu divisa nei dipartimenti della Meurthe, della Mosella, della Mosa e dei Vosgi, con capoluoghi rispettivamente Nancy, Metz, Bar-le-Duc ed Épinal. In generale i Lorenesi non si mostrarono partigiani entusiasti della rivoluzione, che commise ogni sorta d'eccessi; perciò il regime napoleonico fu bene accetto. Gli eserciti della Rivoluzione e poi quelli di Napoleone assicurarono alla Francia il possesso dei territorî sulla sinistra del Reno.

Nei Tre Vescovati (Metz, Toul e Verdun) si ebbe uno sviluppo storico con caratteri particolari: i borghesi, raggruppati in lignages o in paraiges, riuscirono a eliminare in tutto o in parte l'autorità dei vescovi, e conservarono il loro potere anche di fronte alle corporazioni artigiane. A partire dal 1552 accanto alle vecchie istituzioni vengono a porsi funzionarî e istituzioni del regno di Francia.

5° periodo (1812-1914). - Nel 1814 e nel 1815 la Lorena fu invasa dagli alleati. In seguito al congresso di Vienna, la Prussia si impadronì dei paesi sulla sinistra del Reno e occupò provvisoriamente alcune piazze lorenesi (Montmédy, Longwy, Thionville e Bitche). Dal 1815 al 1848 la Lorena visse tranquilla sotto i regimi costituzionali. La monarchia di luglio in particolare fu ben accetta. I cambiamenti sopravvenuti con la rivoluzione di febbraio e poi col colpo di stato del 2 dicembre trovarono i Lorenesi passivi. La guerra del 1870-71 fu disastrosa per la Lorena, che fu invasa da due eserciti prussiani e divenne un vasto campo di battaglia. Tutte le fortezze lorenesi dovettero arrendersi; più tardi, col trattato di Francoforte, la Germania rimase padrona di circa un terzo del paese, Metz compresa. Questa parte della regione costituì, insieme con l'Alsazia, un Reichsland dell'impero tedesco: nel 1911 essa fu dotata d'una certa autonomia. La storia della Lorena francese a partire dal 1871 si confonde con quella della Francia. Durante la guerra mondiale la Lorena divenne nuovamente teatro d'operazioni belliche. All'inizio delle ostilità la 2ª armata francese comandata da E. de Castelnau, assecondata a destra dalla 1ª armata (Dubail), prese l'offensiva in Lorena (14 agosto), ma dopo una breve avanzata fu battuta (20-22 agosto) dalla 6ª armata tedesca (principe Rupprecht di Baviera). I Francesi dovettero ripassare il confine, né per tutta la durata della guerra poterono più mettere piede in Lorena. Col trattato di Versailles la Lorena è passata di nuovo alla Francia, eccezione fatta del bacino carbonifero della Saar, che nel 1935 deciderà del proprio avvenire con un plebiscito.

Bibl.: B. Auerbach, Le plateau lorrain, Parigi 1893; P. Vidal de la Blache, La France de l'Est, Parigi 1917; E. de Martonne, Les régions géographiques de la France, Parigi 1921; A. Sömme, La Lorraine métallurgique, Parigi 1930.

Per le fonti manoscritte si veda il vol. I dell'Inventaire des collections manuscrites sur l'histoire des provinces de France di Ph. Lauer, Parigi 1905. Tra le storie generali antiche ricordiamo quella classica di A. Calmet, Histoire de Lorraine, 2ª ed., voll. 7, Nancy 1745-57; tra le moderne quelle di H. Derichsweiler, Geschichte Lothringen, voll. 2, Wiesbaden 1901, e di R. Parisot, Histoire de Lorraine, voll. 3, Parigi 1919-24. Tra le monografie più importanti citiamo: C. Pfister, Histoire de Nancy, voll. 3, Nancy-Parigi-Strasburgo 1902-09; id., La Lorraine, le Barrois et les Trois-Évêchés, Nancy-Parigi-Strasburgo 1912; R. Parisot, Le royaume de Lorraine sous les Carolingiens, Parigi 1899; id., Les origines de la Haute-Lorraine et sa première maison ducale, Parigi 1909; H. Roy, La vie à la cour de Lorraine sous le duc Henry II (1608-24), Nancy-Parigi-Strasburgo 1914; H. Baumont, Études sur le règne de Léopold, duc de Lorraine et de Bar (1697-1724), Nancy-Parigi-Strasburgo 1894; F. Bouvier, Les Vosges pendant la Révolution, Nancy-Parigi-Strasburgo 1884; E. Martin, Histoire des diocèses de Toul, de Nancy et de St. Dié, voll. 3, Nancy 1900-03.