Londra sempre più su

Il Libro dell'Anno 2014

Alessio Altichieri

Londra sempre più su (e giù)

Continua la proliferazione di grattacieli che sta cambiando lo skyline di Londra (oltre 200 torri in cantiere), mentre per combattere il traffico si mette mano a progetti avveniristici: più di 200 chilometri di piste ciclabili sopra la rete ferroviaria suburbana e un anello sotterraneo per le auto.

SkyCycle

Londra va in cielo e scende sotto terra. La città che nel 1863 inaugurò la prima metropolitana al mondo, il Tube, e che vanta il grattacielo più alto d’Europa, lo Shard disegnato da Renzo Piano (306 metri di altezza), non s’accontenta: pensa ancora di scavare nelle sue viscere o costruire strade aeree per portare i suoi cittadini – soprattutto i suoi pendolari – ancora più giù e ancora più su. Londra deve perseguire 2 obiettivi, che sono apparentemente contraddittori: aumentare la densità della sua popolazione (è attualmente una delle capitali a più bassa densità al mondo), ma al tempo stesso combattere la congestione del traffico, che rischia di paralizzare i movimenti nel centro della metropoli e sulle grandi direttrici.

Purtroppo, manca finora un progetto complessivo.

Il profeta della densità è l’architetto Richard Rogers, il quale sostiene che per riportare vita nel centro città, svuotato alla sera dai pendolari, e per soddisfare la fame di abitazioni, comprovata dai prezzi delle case che salgono alle stelle, non c’è che un modo: costruire verso l’alto. Il suo invito è già seguito: attualmente sono in costruzione o progettate oltre 200 ‘torri’, cioè palazzi alti più di 20 piani, per quattro quinti destinati all’edilizia residenziale. Il sindaco Boris Johnson, che quando fu eletto la prima volta si dichiarò contrario a fare di Londra ‘una Dubai sul Tamigi’, ha dovuto arrendersi. Malgrado le voci contrarie, dallo scultore Anish Kapoor al capo del National Trust, Simon Jenkins, il profilo di Londra cambia giorno per giorno. Sarà già tanto se si salveranno prospettive storiche come quelle verso la basilica di St Paul o il palazzo del Parlamento.

Per combattere il traffico, però, ci vuole più fantasia. Norman Foster, dioscuro assieme a Rogers dell’architettura britannica, ha fatto la proposta più ardita: perché non costruire, sopra la rete ferroviaria suburbana, percorsi per biciclette, sicuri, ecologici, trendy?

Il progetto, chiamato SkyCycle, è piaciuto moltissimo, tanto che Network Rails, che possiede le strutture delle ferrovie privatizzate, e Transport for London, responsabile per i trasporti nella metropoli, l’hanno subito appoggiato. L’idea, germogliata nella testa di uno studente, Oli Clark, è sbocciata quasi per caso, quando il ragazzo, andato a City Hall (il municipio) per depositare uno schemino di massima, s’è imbattuto in ascensore proprio col sindaco, un cicloentusiasta, che l’ha fatta subito sua. Fatti alcuni calcoli, si potrebbe costruire una rete di 200 chilometri, da coprire tutta la città.

SkyCycle ha una logica. Con il rincaro dei trasporti pubblici, la bicicletta è diventata competitiva e ha sedotto anche gli impiegati della City in giacca e cravatta. Ma il numero d’incidenti è così alto (in un solo mese, nel 2012, morirono 6 ciclisti) da scoraggiarne l’uso, perfino più del clima piovoso e imprevedibile. Il primo tracciato di SkyCycle, senza auto né rischi, potrebbe essere quello sopra la ferrovia che da Stratford, quartiere orientale di Londra dove arrivano molti treni di pendolari, giunge in una decina di chilometri fino a Liverpool Street, nel cuore della City. Ma, visti i costi, per ora si cercano fondi per fare almeno un progetto di fattibilità. Perché i sogni a volte si scontrano con la realtà. L’unico esempio simile al mondo, la California Cycleway, che si cominciò a costruire a fine Ottocento per collegare Los Angeles a Pasadena, fallì prima d’essere aperta: l’avvento della Ford modello T, a buon mercato, sconfisse la bicicletta.

I ciclisti votano, ma gli automobilisti sono di più, sicché un sindaco che miri a fare il primo ministro, traslocando da City Hall a Downing Street, deve tenerne conto. Ecco quindi un altro sogno, subito sottoscritto da Johnson: una galleria sotterranea, a doppia corsia come un’autostrada, che faccia da circonvallazione interna alla città.

Si chiamerebbe Inner orbital tunnel e all’esorbitante costo di 30 miliardi di sterline porterebbe da Earls Court a Shoreditch, da Battersea a Camden, senza mai vedere la luce del sole: la gioia dei tassisti. Ma ci sarà abbastanza spazio sottoterra? C’è già in costruzione, unica certezza, Crossrail, attualmente la più grande infrastruttura d’Europa: un Tube di 120 chilometri, da est a ovest, che dal 2018 servirà milioni di pendolari. Chissà se, come la nuova Ford T d’un secolo fa, il vecchio treno non metterà fuori mercato le biciclette di SkyCycle e pure le inquinanti automobili dell’Inner orbital tunnel.

Lo Shard

Gli 80 anni di Rogers

La Royal academy of arts di Londra ha festeggiato nel 2013 l’80° compleanno di uno dei suoi membri più illustri, dedicando una mostra a Richard Rogers (nato a Firenze nel 1933 da famiglia britannica da lungo tempo trapiantata in Italia, ma rientrata in Gran Bretagna allo scoppio della guerra). È una celebrazione dei molti progetti realizzati dall’architetto anglo-italiano, a partire dal dirompente e innovativo Centre Pompidou di Parigi (del 1977, con Renzo Piano), fino all’ardito grattacielo Leadenhall, completato nel 2014 nella City di Londra. La mostra si chiamava Inside out, un richiamo all’architettura ‘a rovescio’ caratteristica di Rogers, che è stato un pioniere nel mettere all’esterno dei suoi edifici elementi strutturali o funzionali. L’ultima sala della mostra era dedicata al suo grande progetto attuale: la trasformazione di Londra in una città sempre più verticale e più verde. Si tratta di costruire nuovi ponti, piantare un milione di alberi, e aggiungere piani e dimensioni agli edifici esistenti. Secondo Rogers gli edifici devono essere flessibili e mutevoli, sempre passibili di miglioramenti e aggiunte, non «templi congelati».

Richard Rogers

I numeri di SkyCycle

16 km/h velocità media dei ciclisti sulle strade di Londra

24 km/h velocità media dei ciclisti su SkyCycle

20 anni durata dei lavori

400.000 ciclisti potenzialmente presenti sulla rete nelle ore di punta

30 min in meno per raggiungere il centro

210 km sviluppo dei tracciati di SkyCycle

Un’autostrada sotterranea

L’Inner orbital tunnel è uno dei progetti più ambiziosi mai ideati per Londra: un tunnel sotterraneo di 35 chilometri, a forma di anello, che dovrebbe sottrarre decine di migliaia di auto al giorno al traffico stradale di superficie per un costo stimato di circa 30 miliardi di sterline. A questo si affiancherebbero aria più pulita e meno smog acustico per milioni di persone che vivono nel centro e lungo le arterie più affollate. Molte sono però le voci contro il progetto, specialmente per i troppi anni di lavori previsti – che potrebbero paralizzare ulteriormente la città, soprattutto nel momento di collegare il tunnel con la rete stradale esistente – e per i grossi problemi di aerazione che la struttura comporterebbe.

Inner orbital tunnel

Crossrail

La linea Crossrail sarà costituita da 2 nuove linee ferroviarie in tunnel che collegheranno le aree est e ovest della città di Londra per uno sviluppo complessivo di 120 chilometri. L’idea era nata nel lontano 1974 con il London rail study, ma solo nel luglio 2008 ha avuto l’assenso reale; i lavori sono iniziati il 15 maggio 2009, quando il sindaco della città e il ministro dei Trasporti hanno piantato il primo palo sul luogo dove sorgerà la stazione di Canary Wharf. L’apertura del primo segmento della linea 1 è previsto per il 2018 e secondo le previsioni trasporterà fino a 72.000 passeggeri l’ora nei nuovi treni lunghi 200 metri.

Crossrail

Due città a confronto

- Londra

superfice in km2 1572,1

abitanti 8.147.000

densità per km2 5182,2

- New York

superfice in km2 784,77

abitanti 8.244.900

densità per km2 10.506,1

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