LEPOREO, Lodovico

Enciclopedia Italiana (1933)

LEPOREO, Lodovico (pron. lepòreo)

Bindo Chiurlo

Verseggiatore italiano, del sec. XVII, nato in Cormons (Friuli), morto in Roma, in anni non precisabili. Il L. se non è da ritenersi, come fu scritto, il frutto estremo del marinismo imperante, che per i concetti fu secentista. assai moderato, segna tuttavia l'apice delle stranezze metriche e formali cui quel secolo è giunto. E ciò sia nella prosa (Prosa rimata curiosa, ecc., Roma 1652) sia nei versi, che egli fabbricava irti di rime interne più volte replicate, di sdruccioli, di aggettivi bizzarramente creati, spesso forzando senso e buonsenso, con un'abilità che lo fece da molti celebrare, al suo tempo, quale "ingegno florido e peregrino". Sono questi i Leporeambi di vario genere, che vanno dai Leporeambi alfabetici (Bracciano 1639) ai postumi Leporeambi nominali (Roma 1682), e altre rime (raccolta ultima, Roma 1683); tra le quali alcune ve n'ha, dove codeste stranezze, poste francamente al servizio d'intenti realistici e burleschi, riescono a non spregevoli effetti.

Non va confuso col fratello G10vanni, che fu pure rimatore.

Bibl.: G. G. Liruti, Notizie dei letterati del Friuli, IV, pp. 230-35. Altre fonti indicate in Giorn. stor. d. letter. it., XLVII (1931), pp. 346-47.