Linguadoca

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(fr. Languedoc) Regione storica della Francia meridionale, fra il basso Rodano a E, l’Ariège a SO, il Golfo del Leone a S e il rilievo delle Cevenne a NO. Ha preso nome dalla lingua d’oc (➔ oc). L’agricoltura, l’allevamento, lo sfruttamento del sottosuolo (ferro, uranio, bauxite, zinco, piombo) e l’industria (metalmeccanica, petrolchimica, tessile e alimentare) sono alla base dell’economia. Turismo balneare. I principali suoi centri sono Tolosa (sede del Parlamento regionale fino al 1970), Montpellier, Nîmes, Béziers, Carcassonne, Narbona e Albi.

Regione ricca di città, profondamente imbevuta di tradizione romana, la L. fu successivamente occupata dai Visigoti (5° sec.), dai Franchi (507), invasa dagli Arabi (719, poi cacciati da Pipino il Breve nel 759). Dopo la decadenza dei secoli 5°-10°, visse un’età di brillante fioritura, politica, economica e culturale, dall’11° secolo. Centro di tale vita fu la contea di Tolosa. La società feudale che la dominò creò quella tipica civiltà trobadorica che influì ampiamente su tutta l’Europa occidentale. Ma la crociata contro gli Albigesi, che avevano nella L. il loro centro, condusse agli inizi del 13° sec. a una decadenza rapida. Passata sotto la sovranità del re di Francia, fu assegnata poi ad Alfonso di Poitiers e dal 1271 fu diretto dominio del re di Francia, eccetto l’Agenais lasciato agli Inglesi. Nel 16° e 17° sec. vi si diffuse fortemente il calvinismo, il che diede origine anche a repressioni condotte con truppe regie.

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