LINEA DIFENSIVA

Enciclopedia Italiana - II Appendice (1949)

LINEA DIFENSIVA

Vincenzo LONGO

. Nel periodo compreso fra le due guerre mondiali fattori di carattere politico e tecnico indussero gli stati continentali europei a costruire nuovi sistemi difensivi permanenti. Il fattore politico principale deve ravvisarsi nella sempre più spiccata tendenza degli stati a tutelare in modo assoluto l'intangibilità del territorio nazionale, donde la funzione sempre più importante, e potrebbe dirsi assorbente, che la "copertura" (difesa dei confini) venne progressivamente ad assumere tra le altre funzioni dell'esercito. Già fin dalla prima Guerra mondiale lo schieramento strategico iniziale non fu, sostanzialmente, che uno schieramento imbastito su quello di copertura e la successiva estensione delle fronti rappresentò uno sviluppo di quel tema fondamentale, che portò alla trincea continua, da un estremo all'altro delle fronti stesse. Cessata la guerra, la funzione della copertura, trasformata nella linea difensiva continua, diede origine alla nuova fortificazione permanente. In Francia (è questo l'esempio tipico), la copertura ebbe grande sviluppo e un proprio baluardo difensivo di potenza materiale assai elevata: la linea Maginot, prototipo di tutte le altre. Le esposte condizioni crearono così la continuità lineare dei sistemi e contribuirono a conferire loro eccezionale potenza, ai fini dell'intangibilità del territorio nazionale.

Il fattore tecnico principale dell'evoluzione fu la necessità di contrapporre ai nuovi mezzi di guerra, rappresentati dall'aeroplano, dal carro armato e dai gas asfissianti, sistemi difensivi che potessero resistere ed opporsi alla loro azione. Sorsero così, a cominciare dal 1929, le cosiddette "linee" difensive permanenti, delle quali saranno indicate le principali caratteristiche e notizie finora note.

Linea maginot (Francia). - Scopo. - La Francia, conseguita la vittoria nel primo conflitto mondiale, si preoccupò poi soprattutto della "sicurezza". Tre fattori contrastavano soprattutto tale intento: la possibilità del ripetersi (sarebbe stato la terza dal 1870 in poi) di un'improvvisa e irresistibile offensiva in forze tedesca (l'offensive brusquée); la relativa eseguità numerica dei contingenti di leva, specie nel periodo avente inizio dal 1935 e corrispondente a quello della maggiore diminuzione delle nascite durante gli anni del primo conflitto mondiale (periodo delle classes creuses); la relativa vicinanza della capitale alla frontiera tedesca e la necessità di proteggere i nuovi dipartimenti di frontiera acquistati con la vittoria del 1918 e aventi notevole valore minerario, industriale ed agricolo, quali il bacino lorenese e la pianura di Alsazia. Per neutralizzare tali fattori sfavorevoli, fu creata la linea Maginot, che venne ad inserirsi nel quadro della dottrina di guerra della Francia, ispirata alla difensiva. Il sistema ebbe, praticamente, prevalente carattere di potente sbarramento con azione statica di fuoco, da svolgersi al riparo dell'aviazione e dei carri armati.

Sviluppo e tracciato. - La linea (cfr. anche maginot, App. I, p. 813) si sviluppava per circa 400 km., lungo la frontiera franco-tedesca, fino al confine del Lussemburgo (zona di Montmédy).

Costituzione e caratteri. - Il sistema comprendeva, essenzialmente, gli organi avanzati di osservazione, di ostacolo materiale e di primo arresto e quelli arretrati di resistenza ad oltranza. I primi erano costituiti da posti avanzati di osservazione, sbarramenti di reticolati, di ostacoli e insidie varie contro l'avanzata dei carri armati; reticolati ed ostacoli erano battuti dal fuoco di mitragliatrici ed armi contro-carro. I secondi comprendevano gli elementi principali della difesa, quali le artiglierie, le mitragliatrici e gli organi connessi al loro funzionamento. Criterî fondamentali cui si ispirarono i costruttori furono quelli di: assicurare la continuità dello sbarramento in modo da evitare infiltrazioni e aggiramenti (si mancò però, per intervento del Pétain, secondo il Gamelin e il Churchill, di far proseguire la linea oltre la zona di Montmédy, fino al mare); conferire al sistema resistenza all'azione dell'aviazione e dei carri armati, oltre che delle artiglierie di grande potenza, donde la necessità non solo della fortificazione permanente, ma anche del massimo sfruttamento possibile della copertura data dall'affondamento nel sottosuolo di tutti gli organi difensivi; sottrarre le opere alla osservazione aerea e terrestre mediante il mascheramento e la mimetizzazione; ridurre le dimensioni delle parti del sistema affioranti al suolo; conferire possibilità d'isolare o collegare i varî elementi a seconda della necessità del combattimento.

In applicazione dei criterî accennati, la linea Maginot venne a costituire un sistema costruito in gran parte nel sottosuolo e che non modificava il carattere del paesaggio ambiente. Alla superficie del suolo e sulla fronte di combattimento affioravano, con profilo minimo, solo le cupole delle opere, le torrette blindate delle armi e degli osservatorî, i grandi periscopî che venivano mascherati da alberi artificiali. Le opere erano collegate da gallerie sotterranee, che le rendevano intercomunicanti. Scudi di acciaio compartimentavano le gallerie. Per maggiore precauzione, le opere erano minate. Esse erano servite da impianti completi di servizî, sprofondati nel sottosuolo, a volte ad ordini sovrapposti, come sulle navi. Gli impianti comprendevano: centrali elettriche, telefoniche e telegrafiche, installazioni per l'aerazione e il riscaldamento, sistemi di compressori destinati ad elevare la pressione atmosferica per evitare la penetrazione dei gas asfissianti, magazzini per le munizioni, per i viveri, forni, riserve d'acqua, cucine, alloggiamenti per la truppa e per gli ufficiali, posti di medicazione, ospedali. Il servizio dei trasporti era costituito da trasportatori a trolley nelle gallerie, da un sistema di ascensori ed elevatori per trasportare gli uomini al loro posto di combattimento e per il rifornimento viveri, munizioni, ecc. In complesso si trattava di una specie di città militare sotterranea, di cemento e di acciaio.

I difetti principali del sistema erano i seguenti: aveva scarsa profondità e le riserve mancavano di adeguata protezione; sorgeva in genere a una distanza tale dal confine che lasciava scoperte importanti zone; la visibilità dall'interno delle opere (chiamate dal Gamelin "mostri ciechi") era assai limitata, il costo elevato e il tempo di costruzione molto lungo (qualche opera costò perfino 200 milioni di franchi secondo il valore dell'anteguerra e richiese anche oltre cinque anni di lavoro), l'uscita delle truppe dal sistema era una operazione notevolmente complessa.

Funzione svolta. - La linea Maginot non fu attaccata direttamente, ma cadde per aggiramento, quando ormai la Francia era prossima al crollo. Manca dunque il dato sperimentale per poter formulare un giudizio circa la reale capacità della linea a svolgere la sua funzione. Utile sarebbe stata questa funzione se limitata a quella dell'applicazione del principio dell'economia delle forze, ma la linea finì col far polarizzare su di sé tutto l'esercito francese che finì col ridursi in sostanza a un mero organismo di copertura. Secondo un'incisiva affermazione di Churchill, la linea Maginot "esercitò sullo spirito di reazione del popolo francese e sulla sua strategia militare un influsso debilitante".

Linea sigfrido (Germania). - Scopo. - Concepita sulla base della dottrina di guerra tedesca, ispirata all'offensiva, essa doveva contribuire ad assicurare inizialmente la libertà di movimento strategico e l'applicazione del principio dell'economia delle forze per la prevista attuazione di due manovre: quella per linee interne tra il fronte orientale e quello occidentale, e quella di avvolgimento attraverso l'Olanda e il Belgio. La funzione di questo sistema era dunque attiva e dinamica. La Maginot finì col costituire l'ambiente fondamentale, difensivo, della strategia francese: la Sigfrido era un elemento difensivo nell'ambiente offensivo della strategia tedesca.

Sviluppo e tracciato. - La linea si sviluppava per circa 600 km. lungo la zona del confine occidentale tedesco, dalla regione di Aquisgrana a quella di Basilea. L'esecuzione dei lavori fu condotta con rapidità nel 1937 e 1938.

Costituzione e caratteri. - La costituzione generale del sistema presentava: una fascia di difese accessorie (reticolati, ostacoli anticarro, mine sensibili al minimo contatto e altri mezzi insidiosi); una fascia di piccole opere per cannoni contro-carro e mitragliatrici e qualche pezzo di artiglieria; una fascia di opere più potenti, in cemento armato, fornite di artiglierie di medio e grosso calibro, protette da cupole di acciaio. Sotto l'aspetto costruttivo, la Sigfrido non aveva la massiccia consistenza di baluardo continuo e la complessità e vastità di città militare sotterranea, che erano proprie della Maginot. La Sigfrido non era, nella concezione tedesca, che un organo di appoggio e di integrazione, nel quadro dell'azione generale offensiva. Da tali criterî funzionali derivarono quelli costruttivi. La protezione fu ricercata non tanto nella imponenza materiale delle opere, quanto nella dispersione, nella diminuzione delle dimensioni e soprattutto nel loro occultamento. L'invisibilità degli elementi difensivi, dall'alto e da terra, avrebbe costretto l'attaccante a battere intere zone, con azione antieconomica e con scarsi risultati. L'artiglieria non può regolare il suo tiro su opere che si confondono del tutto col terreno. Il mascheramento e la mimetizzazione furono curati con ingegnosità particolare: il paesaggio mantenne l'aspetto anteriore di campagna tranquilla. L'efficacia della funzione attiva fu ricercata soprattutto nello scaglionamento in profondità, il quale raggiungeva circa i 40 km. nelle zone di maggiore pericolosità. Fra la Mosella e il Reno, la densità media delle opere, che altrove era di circa 50 per chilometro, si elevava al triplo. Le opere (alcune fonti ne indicano il numero in circa 22 mila) erano disposte in modo da ottenere l'integrazione reciproca delle azioni di fuoco. Particolare sviluppo ebbe anche la difesa anticarro, comprendente fra l'altro dentiere di calcestruzzo in fossati profondi a volte alcune diecine di metri. In definitiva, la cosiddetta linea Sigfrido si atteneva più al concetto di regione fortificata che a quello di linea, al quale si era mantenuta più aderente la Maginot.

Funzione svolta. - La linea Sigfrido facilitò alla Germania l'attuazione delle accennate manovre strategiche. Anche per essa non esiste prova sperimentale vera e propria circa la sua reale capacità difensiva poiché, quando la linea fu attaccata, le sorti della guerra erano ormai nettamente segnate.

Linea stalin. - Scopo. - Si presume che questo sistema avesse lo scopo di proteggere il grande arroccamento Pskov-Vitebsk-Mogilev-Gomel′-Kiev che univa Leningrado a Kiev e a Odessa, costituendo uno sbarramento avanzato sulle direttrici che portano a Leningrado, a Mosca, a Kiev. A tale funzione difensiva sembra accoppiasse quella di base di partenza e di appoggio per la manovra controffensiva.

Sviluppo e tracciato. - Il sistema si sviluppava, in modo discontinuo e con ineguale consistenza difensiva, per circa 2500 km., dal Lago Peipus al mar Nero, ad est dell'arroccamento predetto. Sfruttando l'ostacolo del lago Peipus, si volgeva poi verso il gomito del Dnepr ad est di Smolensk; sfruttava poi l'ostacolo del Dnepr stesso fino alla zona di Kiev, che copriva; da qui, volgendosi verso sud-sud ovest, andava ad appoggiarsi alla linea del Dnestr, che seguiva fino alla foce, ad ovest di Odessa. La costruzione del sistema risalirebbe al periodo 1934-37.

Costituzione e caratteri. - Il sistema comprendeva gli organi e i mezzi fondamentali della sistemazione difensiva moderna, già accennati per gli altri sistemi. Non era continuo, non sempre aveva carattere di fortificazione permanente, ma era molto profondo. La sua consistenza materiale era molto minore di quella della linea Maginot. Era essenzialmente costituito da fortini, funzionalmente interdipendenti, che formavano complessi difensivi autonomi e compartimentati in modo da assicurare l'isolamento completo degli elementi eventualmente occupati dal nemico. Forti riserve erano predisposte nelle zone di facilitazione per la penetrazione nemica. Sembra fosse anche preordinata l'occupazione delle opere da parte di truppe reclutate nella zona stessa. La principale caratteristica stava nel grande scaglionamento in profondità, che costringeva l'avversario a successive organizzazioni di attacco. Giova qui aggiungere un chiarimento di carattere generale. La denominazione di "linea", per analogia estesa dalla Maginot (la prima costituita ex novo dopo il primo conflitto mondiale e alla quale effettivamente poteva convenire) alle altre successive, come la Sigfrido e la Stalin, divenne sempre meno propria per queste ultime, vere regioni fortificate. Dalla Maginot alla Sigfrido e alla Stalin c'è una progressiva diminuzione del concentramento della potenza materiale in una sola zona. Nacque da qui qualche incertezza circa la precisa individuazione spaziale della cosiddetta linea Stalin. In effetti, il sistema difensivo russo era una successione eccezionalmente profonda di organizzazioni difensive, ciò che costituì, insieme con la tenacia dei difensori e la possibilità di alimentare la difesa mediante le grandi riserve di uomini, la sua vera forza.

Funzione svolta. - La cosiddetta linea Stalin svolse funzione difensiva e di appoggio alla controffensiva, consentendo ai Russi di rallentare l'avanzata delle forze tedesche di von Leeb nella zona della frontiera lettone e quelle di von Rundstedt nella zona di Kiev; e di attuare quindi, con la resistenza al centro contro von Bock, la prima reazione di carattere strategico all'offensiva tedesca (battaglia di Smolensk, 20-27 luglio 1941). Dopo la prima settimana di agosto poteva ritenersi in gran parte sfondato il primo sistema, ma a questo ne seguivano altri.

Linea mannerheim. - Scopo. - Strettamente difensivo, inserentesi nel piano di campagna ideato dal maresciallo Mannerheim con intenti puramente difensivi. Era da prevedersi che lo sforzo principale di un'eventuale offensiva sovietica sarebbe stato esercitato in corrispondenza dell'istmo di Carelia o di Viipuri (Viborg). Pertanto in tale zona fu allestita la maggiore opera di fortificazione della Finlandia.

Sviluppo e tracciato. - La linea si sviluppava per circa 100 km. da Koivisto sul golfo di Finlandia a Taipale sul lago Ladoga. Fu costruita alcuni anni prima della seconda Guerra mondiale.

Costituzione e caratteri generali. - Era costituita da fortini in cemento, il cui fiancheggiamento di fuoco era dato dalle armi automatiche. Sfruttava accortamente gli ostacoli naturali, quali i laghi e le paludi, e comprendeva numerosi ostacoli anticarro (larghi fossati a pareti verticali occultati in modo perfetto, allineamenti di blocchi di roccia affondati nel suolo). La linea era di non trascurabile valore difensivo, ma mancava di profondità, disponeva di artiglierie scarse e poco potenti e la copertura dei fortini non resisteva ai colpi delle artiglierie più potenti.

Funzione svolta. - La linea corrispose alla funzione assegnatale, resistendo validamente per un certo periodo agli attacchi russi ma cedendo alla fine.

Vallo atlantico. - Si chiamò così il sistema di difesa costiera costruito dai Tedeschi fra il 1942 e il 1943 per impedire lo sbarco degli Alleati. Si sviluppava dalle coste del Mare del Nord, della Manica e dell'Atlantico, fino ai Pirenei. Comprendeva tutti gli elementi di una potente difesa costiera, che fu però superata dagli Alleati (v. anche coste, in questa App.).

Linee minori. - Linea Metaxás. - Aveva il compito dell'arresto, da parte greca, della prevista offensiva bulgara verso sud. Si svolgeva nella zona di confine della Grecia con la Bulgaria, dalla vallata dello Struma al mare. Era stata costruita tra il 1938 e il 1940. Era costituita da opere costruite con criterî difensivi moderni, atte a lunga resistenza e collegate fra di loro da gallerie sotterranee, sul tipo della Maginot. La linea traeva poi particolare efficacia difensiva dal terreno montano e costituiva una vera barriera. Alcuni capisaldi sorgevano su cime di alta montagna. La linea svolse una resistenza notevole durante l'offensiva tedesca contro la Grecia. Il generale tedesco Boehme, che aveva il compito di conquistare Salonicco, fece attaccare da truppe di montagna il potente forte del colle di Rupel, all'estremità occidentale della linea, mentre attuava una manovra di aggiramento della linea stessa per la valle del Vardar. Il forte fu attaccato col sistema tedesco, consistente nell'impiego di pochi uomini forniti di forti cariche esplosive che attraverso le feritoie riescono a sconvolgere l'organizzazione del tiro; di lanciafiamme, usati anche attraverso le feritoie e per fondere il filo di ferro dei reticolati; di Stukas che lanciano bombe ad alto esplosivo.

Vallo alpino del Littorio. - Fra i sistemi difensivi che nel periodo successivo al 1938 subirono perfezionamenti ed integrazioni vi furono quelli, contrapposti, del confine italo-francese. Il sistema italiano si sviluppava in prevalenza nella zona delle Alpi Marittime e in quelle dei colli delle Alpi Cozie e Graie. Il sistema francese, più importante e complesso, era suddiviso in tre settori: Alpi Marittime, Alte Alpi, Savoia. Essi comprendevano sostanzialmente: i campi trincerati di Nizza, Tournoux-Condamine, Briançon, Modane (zona), Grenoble e gli sbarramenti della linea di operazioni del passo del Piccolo S. Bernardo.

Linee campali. - Oltre le linee suddette di carattere permanente, altre ne sorsero durante la seconda Guerra mondiale, ma di carattere prevalentemente campale. Tuttavia, se ne fa cenno schematico.

Linea Parpach. - Costruita dai Russi a sbarramento dell'accesso alla penisola di Kerč e superata dai Tedesco-Romeni dopo viva lotta. Aveva uno sviluppo di circa 20 km. e appoggiava le sue ali al mare.

Linea di el-‛Alamein. - Sbarrava l'avanzata verso Alessandria, sfruttando la specie di stretto esistente fra il mare e la depressione impercorribile di el Qattara. Gl'Inglesi l'avevano resa molto profonda, sfruttando tutti i mezzi della fortificazione campale moderna. Fu inutilmente attaccata dagl'Italo-Tedeschi (v. el-alamein, in questa App.).

Linea Mareth. - Costruita dai francesi nel periodo di poco anteriore alla guerra a sbarramento dell'accesso alla piana di Gabes, fra il mare e i monti del Matmata, di difficile percorribilità. Nel giugno 1940 fu demilitarizzata. Esistevano ancora, quando fu attaccata dagl'Inglesi nel 1943, un certo numero di opere e di elementi difensivi, che furono resi efficienti dagli Italiani.

Linea Gustav. - Controllava le due vie di facilitazione per l'avanzata alleata su Roma: la valle del Liri e la linea litoranea. Cassino ne era l'elemento fondamentale. Fu costruita dai Tedeschi. Occupata nel gennaio 1944, fu da essi abbandonata, dopo valida e lunga resistenza, nel maggio 1944. (I Tedeschi tentarono anche la difesa di una linea arretrata, da Terracina ad Aquino, detta linea Hitler).

Linea gotica. - Si svolgeva lungo gli Appennini, approssimativamente dalla zona a sud di Viareggio a quella di Rimini. Era costituita da una fascia profonda che sfruttava soprattutto gli elementi naturali. Fu costruita dai Tedeschi e da essi occupata verso la fine dell'agosto 1944 e tenuta (almeno la sezione occidentale) sino all'aprile 1945, senza che vi si svolgessero combattimenti della violenza di quelli svoltisi sulla linea Gustav.

Conclusione. - Da quanto finora esposto può dedursi la considerazione che le linee difensive, per quanto non abbiano corrisposto al compito essenziale per il quale erano sorte, hanno tuttavia assolto, qualche volta, una loro funzione. L'utilità dei sistemi difensivi permanenti non può pertanto negarsi del tutto, purché essi non siano considerati come organi fine a sé stessi, ma come mezzi atti all'applicazione del principio dell'economia delle forze, nel quadro della manovra. I recenti mezzi di guerra, quali i proietti atomici e i proietti-razzo, pur facendo sorgere nuovi problemi per le linee difensive, non ne aboliscono l'utilità, mentre accentuano il valore dell'interramento profondo e della dispersione.