LIMOSINO

Enciclopedia Italiana (1934)

LIMOSINO (A. T., 35-36)

Clarice EMILIANI
Giulio CAPODAGLIO

Regione della Francia centro-occidentale e una delle antiche provincie, limitata a N. dalla Marche, a E. dall'Alvernia, a SO. dal Périgord, a NO. dall'Angumese e per un breve tratto dal Poitou. Corrisponde alla parte meridionale del dipartimento Alta Vienna, all'intero dipartimento di Corrèze, a parte dei dipartimenti della Creuse e della Dordogna. Il Limosino appartiene, quasi per intero, al possente nucleo di scisti cristallini, gneiss e micascisti, iniettato di rocce eruttive (porfirite, anfibolite, diorite), che costituisce l'estremità nord-occidentale del Massiccio Centrale; solo a E., e in piccola parte, ai terreni primarî si sostituiscono le formazioni secondarie, specialmente triassiche con qualche isola giurassica; mentre a SO. vi è una zona giurassica compatta. Alla diversa natura del terreno corrispondono aspetti diversi del paesaggio. L'altipiano presenta infatti una superficie uniforme e monotona su cui si elevano delle alture arrotondate conosciute col nome generico di monti del Limosino, che dall'altipiano di Millevaches a NE. in cui si raggiungono le massime altezze della regione (monte Besson, 978 m. s. m.), gradatamente si abbassano terminando a O: nei monti del Nontronnais. A SO. dell'altipiano di Millevaches si innalza il massiccio di Monédière dalle forme più ardite, in cui ha origine la Corrèze. Grande è il contrasto tra la superficie monotona dell'altipiano, solo interrotta dalle alture arrotondate dei monti del Limosino, e cosparsa di stagni e acquitrini, e le valli dalle pareti alte e scoscese che presentano forme giovanili. Il terreno sterile e coperto da uno scarso strato di humus, sotto cui subito s'incontra la roccia, poco si presta alle coltivazioni; boschi di castagni ricoprono in genere le alture fino ai 500 m. circa; al disopra si trova solo la brughiera o magri pascoli. Nelle valli coperte da uno spesso strato di rena granitica, il suolo più fertile permette la coltivazione dei cereali, specialmente segala, che insieme alle patate e alle castagne è il principale alimento della popolazione. Il clima è freddo e umido, con lunghi e rigidi inverni in cui per mesi il suolo rimane coperto di neve; i venti oceanici, carichi di umidità, incontrando le alture del Limosino vi lasciano cadere piogge abbondanti (1100 mm. circa). Per la natura impermeabile del terreno e per le abbondanti precipitazioni la regione è solcata da numerosi corsi d'acqua che nascono nella parte più elevata dell'altipiano; dall'altipiano di Millevaches, importante nodo idrografico, hanno origine a NO. la Vienne e a NE. la Creuse, affluenti della Loira, che scorrono in gole profonde; a SO. la Vézère che attraversa la regione granitica con rapide e cascate, e la Corrèze, affluenti l'una e l'altra della Dordogna. A SE. e a SO., dove prevalgono i terreni secondarî, il paesaggio presenta un aspetto più variato e ridente con lunghe file di colline poco elevate (200-500 m.) dalle creste acute che separano valli anche profonde. Man mano che si procede verso S., il clima più dolce e il terreno più fertile permettono colture più redditizie; alla segala si vengono sostituendo il grano, il granturco, la vite; da poco tempo nella valle della Dordogna si è iniziata la coltivazione di primizie.

Il Limosino, esclusa la parte meridionale, è in complesso una regione poco fertile; l'irrigazione dei prati largamente praticata favorisce l'allevamento del bestiame che ha raggiunto un notevole grado di perfezione e che costituisce la principale ricchezza della regione. Le risorse minerarie non hanno grande importanza, a eccezione dei giacimenti di caolino che hanno dato origine alla celebre e florida industria della porcellana a Limoges e a Saint-Yrieix.

Gli abitanti del Limosino, che parlano uno dei più armoniosi dialetti della lingua d'oc, si dedicano in gran parte all'agricoltura; scarsa è la densità: da 60 ab. per kmq. nelle regioni più fertili a 37 e meno nelle parti più elevate. La popolazione che vive dispersa in piccoli villaggi e in case isolate è in costante diminuzione. L'emigrazione sia stagionale che permanente verso Parigi e altre città della Francia fornisce un notevole numero di muratori e operai. Centri di qualche importanza oltre a Limoges (v.), capoluogo della regione, che sorge su una collina presso la Vienne all'incrocio di importanti strade, sono: Saint-Yrieix (7037 ab.) sviluppatasi intorno al convento di Atane; Aubusson, con l'industria dei tappeti (6324 ab.); Tulle (15.021 ab.), che all'antica industria dei merletti ha sostituito la fabbricazione di armi, e Brive (26.718 ab.), importante mercato agricolo al centro di una fertile regione.

Storia. - I primi influssi cristiani nel Limosino datano dal secolo III, con la predicazione di San Marziale. Dal 419 al 507 fa parte del regno visigoto, e poi successivamente passa a quello di Clodoveo (507-511), al primo e secondo regno di Neustria (511-584), e al regno, poi ducato, di Aquitania (584-876). Dopo un breve dominio del conte di Tolosa (876-918), si alternano e si sovrappongono a vicenda le influenze del conte di Poitiers e del duca di Aquitania, mentre i re di Francia tentano con varia fortuna di far valere la loro sovranità. Nel 1154-1204, 1259-86, 1360-71 troviamo il Limosino sotto il dominio inglese e ciò rende ancor più complicata e oscura la storia di questo periodo.

Fra queste vicende, però, la provincia si schiuse a intense manifestazioni di vita culturale, economica e anche politica. I monasteri che vi si fondarono fin dal sec. VI e poi quelli famosi di Solignac e di Saint-Martial, divennero culla delle tradizioni letterarie dell'epoca. Numerosi trovadori preferirono spesso il dialetto limosino. Nella regione fiorì l'industria dell'oreficeria e degli smalti, sorsero importanti comuni (Limoges, Saint-Léonard, Saint-Junien, Brive). Limosini furono i papi avignonesi Clemente VI, Innocenzo VI e Gregorio XI.

Superato il periodo critico della guerra dei Cento anni, e ripresa dalla monarchia la politica di accentramento, anche il Limosino viene a perdere gran parte della sua autonomia, ché le funzioni dei suoi feudatarî e dei suoi comuni sono assorbite dagli agenti del re e la sua storia si confonde sempre più con quella della Francia.

Nel secolo XVIII il Limosino torna ad attirare l'attenzione, e non dei soli Francesi: Giacomo Turgot, nominato intendente, vi esperimenta le dottrine liberiste della scuola fisiocratica (1761-74). Un'ondata di rinnovamento sembra pervadere la vecchia provincia: la Francia spera dall'esempio la salvezza dei suoi mali e Turgot viene elevato alla carica di controllore generale. La caduta di questo (1776) accelera la fine dell'antico regime e la legge di riorganizzazione amministrativa del 1790 segna pure la fine di ogni vita autonoma per il Limosino.

Bibl.: Bonaventure de Saint-Amable, Annales du Limousin, 1689; A. Leroux, Géogr. et hist. du Limousin, Limoges 1892; id., Les sources de l'Histoire du Limousin, Limoges 1895; Berny de Romanet, Hist. de Limoges et du Haut- et Bas-Limousin, 1821; G. d'Hugues, Essai sur l'administration du Turgot dans la généralité de Limoges, 1891.