Carroll, Lewis

Enciclopedia dei ragazzi (2005)

Carroll, Lewis

Emilio Varrà

L'ideatore del meraviglioso mondo di Alice

Il reverendo inglese Charles Lutwidge Dodgson, autore di Alice nel paese delle meraviglie e Attraverso lo specchio, è conosciuto sotto lo pseudonimo di Lewis Carroll. Uomo religioso e rispettabile, insegnava matematica nell'illustre università di Oxford; fu anche instancabile fotografo e inventore di giochi, storie e indovinelli e sembrava preferire di gran lunga l'infanzia alla seriosità degli adulti

Una doppia vita

Lewis Carroll, nato a Daresbury nel 1832, è stato uno degli uomini più curiosi del suo tempo nel cercare i misteri e i segreti che si nascondono dietro la realtà. Dalle fotografie che lo ritraggono, con il suo viso di eterno ragazzo e lo sguardo perso in fantasticherie, si intuisce che ci troviamo di fronte a una person a poco convinta che il mondo possa essere solo come lo pensiamo di solito. In fondo, tutta la sua vita è stata doppia come un'immagine riflessa nello specchio, appunto lo specchio di Alice.

In quell'epoca capitava spesso che le persone fossero 'divise in due': era il tempo in cui regnava in Inghilterra la regina Vittoria che aveva imposto regole di comportamento così rigide che era difficile poterle rispettare per davvero. Capitava così che anche gli uomini più stimati avessero segreti da nascondere dietro un comportamento apparentemente conformista. Non a caso proprio in quell'epoca Stevenson inventò il personaggio del dottor Jekyll, illustre medico di giorno, assassino folle (sotto le sembianza di mister Hyde) di notte.

Il reverendo Dodgson, uomo abitudinario e quasi noioso, diventò professore di matematica all'università di Oxford dove visse tutta la vita, senza mai spostarsi troppo. Questa carriera era un vero successo, ma a lui non bastava. Era come se si sentisse addosso un vestito scomodo, che lo facesse inciampare di continuo. E infatti 'inciampava', nel senso che quando faceva lezione, o parlava ai fedeli o chiacchierava con i suoi colleghi era timidissimo e balbettava continuamente. Ma c'erano momenti in cui, invece, le sue parole uscivano veloci e fluide, senza nessun balbettio, e questo accadeva sempre quando si trovava in compagnia dei bambini.

Metamorfosi di un serio matematico

Giochi e bambini. Con i bambini, e in particolare con le bambine, il reverendo Dogson si trovava più a suo agio e si divertiva a fare passeggiate sul fiume o nei giardini o a prendere il tè. Il serio reverendo Dodgson si trasformava allora in Lewis Carroll, l'uomo più divertente del suo tempo. Era capace di inventare lì per lì scherzi, storie e indovinelli, aveva una valigetta sempre piena di giocattoli e una camera piuttosto strana per un professore: c'erano tantissimi carillon e una pianola, uno specchio deformante, una collezione di bambole e pupazzi automatici, compreso un pipistrello finto che volava per davvero, senza contare gli scacchi e i giochi di sua invenzione. Le stesse lettere, che scriveva numerosissime alle sue piccole amiche, erano veri rompicapo: alcune volte erano scritte all'inverso e bisognava leggerle dal fondo, altre contenevano disegni per risolvere rebus.

Queste stranezze erano viste con un certo stupore dai colleghi dell'università meravigliati che un adulto, autore di numerosi studi di matematica, preferisse la compagnia dei bambini. Ancora in quell'epoca le esigenze dei bambini non erano molto considerate: l'essenziale era controllarli e farli crescere secondo regole precise. Carroll invece si prendeva gioco proprio delle regole e delle convenzioni: ne sono testimonianza i personaggi assurdi di Alice nel paese delle meraviglie (1865) e di Attraverso lo specchio (1872), dedicati all'amica preferita Alice Liddell, o le poesie 'senza senso' di La caccia allo snark (1876), dedicata alla piccola Gertrude Chataway. L'unica eccezione è il suo ultimo romanzo Sylvie e Bruno che è meno stravagante, forse più vicino allo spirito di Dodgson che a quello di Carroll.

La magia delle foto. Carroll considerò sempre l'infanzia come l'età preferita, tanto che si dedicò a ritrarla per tanti anni anche con la fotografia, invenzione recente e sua altra grande passione. Carroll fu uno dei più importanti fotografi del suo tempo e sicuramente il primo a dedicarsi così tanto a ritrarre bambini e bambine. Queste foto si possono ancora vedere: sono ormai molto vecchie, ma conservano inalterata un'atmosfera magica e misteriosa, proprio come quel mondo ignoto che Carroll inseguì per tutta la vita, da entrambi i lati dello specchio.

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