Portoghese, letterature di lingua

Enciclopedia Italiana - VII Appendice (2007)

Portoghese, letterature di lingua

Simone Celani

Distribuiti su quattro continenti, i Paesi di lingua ufficiale portoghese sono attualmente otto e contano, nell'insieme, oltre 235 milioni di abitanti; di conseguenza, la lusitana è l'ottava lingua più parlata al mondo, terza tra le lingue d'origine europea (dopo l'inglese e lo spagnolo). Questo ampio blocco è costituito da popolazioni e culture tra loro molto lontane, ma che trovano nella lingua comune, a distanza di secoli, uno strumento d'identità e tradizioni condivise, una via privilegiata di contatto. All'interno di questa vasta comunità linguistica, il Brasile, con i suoi 186 milioni di abitanti, rappresenta, da un punto di vista quantitativo e grazie alla sua costante crescita demografica, l'attuale centro della comunità dei Paesi lusofoni: la brasiliana è la variante di gran lunga più parlata tra le portoghesi. Il Portogallo rappresenta invece la tradizione storica della lingua portoghese; una lenta ma progressiva modernizzazione gli ha permesso di raggiungere, a oltre trent'anni dalla 'rivoluzione dei garofani' (1974) e dalla fine della lunghissima dittatura che ha monopolizzato buona parte del 20° sec., un livello economico vicino alla media dell'Unione Europea, di cui fa parte dal 1999; all'interno di essa, con i suoi 10.600.000 abitanti, possiede certo una posizione e un ruolo ancora periferici, ma gli sarà possibile proporsi in futuro come mediatore economico e culturale con i diversi continenti e Paesi incontrati durante la sua lunga storia di viaggi e scoperte geografiche. In Africa, in tutti e cinque gli Stati ex colonie portoghesi (Angola, Mozambico, Capo Verde, Guinea-Bissau e São Tomé e Príncipe), che contano complessivamente circa 38 milioni di abitanti, la lingua ufficiale portoghese è fortemente assediata dalle lingue di origine locale, che molto spesso ricoprono il ruolo di lingua materna, ma permane come lingua dell'amministrazione e della cultura; tuttavia, in Angola in particolare, e parzialmente anche in Mozambico, il portoghese sta recuperando terreno in seguito al forte processo di urbanizzazione prodotto dalle recenti guerre civili, che ne ha fatto la principale lingua veicolare, tanto che in entrambi i Paesi si stanno formando varianti proprie; d'altro canto non mancano proposte sempre più concrete per trasformare alcune lingue locali in lingue ufficiali, come nel caso del creolo capoverdiano. In Asia, infine, la lingua portoghese continua il suo generale declino, sopravvivendo fondamentalmente, nella forma originale o sotto forma di creoli, nell'uso familiare di piccole comunità sempre più ristrette dell'India (in particolare Goa), della Cina (principalmente a Macao) e della Malaysia (soprattutto Malacca); in controtendenza appare perciò la nascita proprio in quest'area di un nuovo Stato dove il portoghese è la seconda lingua ufficiale (accanto alla lingua locale, il tetum, certamente più diffusa): si tratta di Timor Est, di circa 950.000 abitanti, la cui indipendenza dall'Indonesia è stata proclamata nel maggio 2002. Con Timor Est sono diventati otto gli Stati membri della Comunidade dos Países de Língua Portuguesa (CPLP), organizzazione di mutua amicizia tra le nazioni lusofone fondata nel 1996, che tenta non senza difficoltà di coordinare politiche linguistiche comuni.

Letteratura portoghese

Alla svolta del terzo millennio, la letteratura portoghese continua nel suo lento processo di riconoscimento internazionale; mentre prosegue la scoperta e la diffusione di sempre nuovi inediti dell'inesauribile F. Pessoa (1888-1935), fatto oggetto di una nuova attenzione critico-testuale, gli autori di punta sono ancora, da un lato, il premio Nobel J. Saramago (n. 1922), la cui ultima produzione, abbandonata la prospettiva storica, si è spostata su temi più universali di tono fortemente allegorico (O homem duplicado, 2002, trad. it. 2003; Ensaio sobre a lucidez, 2004, trad. it. 2004; As intermitências da morte, 2005, trad. it. 2005), dall'altro, A. Lobo Antunes, che, dopo aver esplorato la storia recente del suo Paese, prima e dopo la 'rivoluzione dei garofani', nell'ultima produzione si è riavvicinato all'originaria tematica legata alle memorie della guerra coloniale. Rimanendo alla prosa, pur dovendosi segnalare la scomparsa di A. Abelaira (1926-2003) e M. Ondina Braga (1932-2003), sono diversi gli autori già affermati che hanno proseguito il loro percorso artistico; tra gli altri, autrici come A. Bessa Luís (n. 1922), la cui vasta produzione è stata consacrata nel 2004 dall'attribuzione del premio Camões, L. Jorge (n. 1946), M. Velho da Costa (n. 1938), H. Correia (n. 1949), M.G. Llansol (n. 1931), e autori come U. Tavares Rodrigues (n. 1923), M. Cláudio (n. 1941), M. de Carvalho (n. 1944). Li seguono alcuni giovani scrittori che hanno trovato in questi ultimi anni una prima diffusione, fra tutti J.L. Peixoto (n. 1974: Nenhum olhar, 2000, trad. it. 2002; Uma casa na escuridão, 2002, trad. it. 2004) e G.M. Tavares (n. 1970: O Senhor Valéry, 2002, trad. it. 2005; Jerusalém, 2005, trad. it. 2006). A livello generale, per quanto sia difficile identificare, soprattutto nelle nuove generazioni, linee guida che associno tra loro i diversi autori, si osservano un progressivo abbandono di tematiche direttamente legate alla realtà e all'ambiente portoghese stricto sensu, o alla definizione di una precisa identità nazionale, e un'apertura sia a un maggiore soggettivismo sia a un orizzonte sovranazionale che sembra far sfumare parzialmente le vecchie frontiere e unire la realtà portoghese, ormai prevalentemente urbana, a quella di altre nazioni europee o genericamente occidentali. In ambito poetico, è recente la scomparsa, a breve distanza, di due delle più grandi voci della poesia del secondo Novecento: S. de Mello Breyner Andresen (1919-2004: O búzio de cós e outros poemas, 1997) ed E. de Andrade (1923-2005: O sal da língua, 1995; trad. it. 1998), due anime in qualche modo opposte, rappresentanti l'una l'apertura, la declamazione, l'azione, il mare, l'altro il ritiro, la gelosa conservazione dell'intimità, l'essenzialità, la campagna assolata dell'interno. Molte altre sono le figure che con la loro produzione rappresentano ancora oggi l'evoluzione storica della poesia portoghese: A. Ramos Rosa (n. 1924), H. Helder (n. 1930), P. Tamen (n. 1934), H. Macedo (n. 1935), M. Alegre (n. 1936), G. Cruz (n. 1941), V. Graça Moura (n. 1942), N. Júdice (n. 1949). E le ultime generazioni non hanno spezzato il costante dialogo intertestuale con una tradizione poetica certamente ricca, che si ritrova rappresentata in nuovi autori come, per es., P. Mexia (n. 1972) o P.J. Miranda (n. 1965). Riguardo al teatro, considerato tradizionalmente come relativamente poco frequentato dalla letteratura portoghese, va segnalato che negli ultimi anni si è accentuata la produzione di opere drammatiche, grazie anche all'attenzione di autori già consacrati in altri ambiti, come Saramago, Breyner Andresen, M. de Carvalho, e a drammaturghi come J. Salazar Sampaio (n. 1925) e M.J. de Carvalho (1921-1988).

Letteratura gallega

Negli ultimi anni è proseguito il processo di autonomia della letteratura gallega - scritta in un idioma strettamente imparentato con la lingua portoghese - nei confronti delle altre letterature della Spagna, di cui la Galizia fa parte, e in particolare della castigliana, grazie a diversi autori che, con la loro opera, hanno arricchito una tradizione ormai in via di consolidamento. Fra i maggiori, sono da citare C. Casares (n. 1942), oltre che romanziere già direttore dell'importante rivista Grial, e X.L. Méndez Ferrín (n. 1938). L'impostazione storica ha una sua importanza nella nuova narrativa, in autori come X. Bernárdez Vilar (n. 1936), M. Rivas (n. 1957) o, per l'ambito sudamericano, X. Alcalá (n. 1947). Ma si apre uno spazio anche a una produzione maggiormente rivolta al fantastico, in A. Conde (n. 1945) o P. Martín (n. 1940), o alla narrativa di genere, come in X. Fernández Ferreiro (n. 1931) o A.C. Malvar (n. 1964). La nuova poesia gallega si è invece sviluppata particolarmente attorno ad alcune riviste letterarie, come Nordés, Coordenadas, Cen Augas e Dorna; le nuove generazioni poetiche hanno teso ad abbandonare una visione strettamente locale, per aprirsi a un maggior cosmopolitismo, in poeti come V. Vaqueiro (n. 1948), X. Rodriguez Baixeras (n. 1945), R. Fonte (n. 1957), M.A. Fernán-Vello (n. 1958) o P. Pallarés (n. 1957). Si sono aperti, a partire dagli anni Novanta, nuovi spazi alla sperimentazione (A.R. Reixa, n. 1957), al discorso femminile (M.X. Queizán, n. 1935; C. Pato, n. 1955; A. Romaní, n. 1962), alla riflessione metaletteraria (X.M. Millán Otero, n. 1964). Inoltre la letteratura gallega ha visto anche un certo sviluppo in ambito teatrale, con una produzione da un lato fortemente simbolica (ancora Fernán-Vello; I.A. Souto, n. 1968), dall'altro maggiormente ironica (A.R. Ballesteros, n. 1952; A. Avendaño, n. 1957) o legata all'assurdo (R. Salgueiro, n. 1966); non manca una forte tradizione intertestuale, con autori come C. Pazó (n. 1960) o M.-A. Murado (n. 1965). Tra i critici infine, spesso legati alla valorizzazione dell'autonomia politica e letteraria della Galizia, sono da citare almeno i nomi di X. Alonso Montero (n. 1928), X. Chao Rego (n. 1932), R. Villares (n. 1951) o A. Baamonde (n. 1959).

Letteratura brasiliana

Il passaggio di secolo è stato innanzitutto segnato dalla scomparsa di alcune grandi figure, in primo luogo quel J. Amado (1912-2001) che, grazie a una produzione della durata di settant'anni e a un'amplissima diffusione internazionale, è stato sinonimo di letteratura brasiliana in gran parte del mondo; oltre a lui, sono scomparsi anche due poeti, forse meno noti internazionalmente, ma altrettanto importanti: J. Cabral de Melo Neto (1920-1999), autore della celebre Morte e vida severina (1955; trad. it. 1973), e H. de Campos (1929-2003), prima tra i principali teorici del 'concretismo' brasiliano e poi originalissimo poeta e traduttore. La narrativa attuale è rappresentata da autori come A. Dourado (n. 1926), che ha raccontato la storia dello Stato di Minas Gerais dall'apogeo del periodo barocco a oggi, R. Fonseca (n. 1925: Secreções, excreções e desatinos, 2001; Diário de um fescenino, 2003), grande narratore di trame noir ambientate nelle realtà urbane brasiliane, il medico M. Scliar (n. 1937: Os leopardos de Kafka, 2000; trad. it. 2006), originale inventore di storie spesso sconfinanti nel fantastico ma sempre strettamente legate alla critica sociale, e il più giovane M. Hatoum (n. 1952: Dois irmãos, 2000, trad. it. 2005; Cinzas do Norte, 2005), che ha inserito nella letteratura brasiliana le storie e le memorie di personaggi di origine musulmana; alquanto recente è anche il fenomeno P. Coelho (n. 1947), prolifico scrittore le cui opere, legate a un certo misticismo di grande presa, sono tradotte in moltissimi Paesi e diffusissime anche in Italia; sono ancora da segnalare il ritorno al romanzo del cantautore C. Buarque (n. 1944), con Budapeste (2003; trad. it. 2005), e la produzione di autori come L.A. Garcia-Roza (n. 1936), C. Nascimento Silva (n. 1937), D. da Silva (n. 1948), A. Miranda (n. 1951), B. Carvalho (n. 1960) e P. Melo (n. 1962). In ambito poetico, sono molti gli autori ormai consacrati, i quali, concluso il periodo delle numerosissime avanguardie e dei movimenti, a cui più o meno hanno tutti partecipato, hanno proseguito percorsi meno collettivi e più personali; tra le figure ancora attive, da ricordare almeno M. de Barros (n. 1916), L. Ivo (n. 1924), A. Costa e Silva (n. 1931), A. de Campos (n. 1931), G. Mendonça Teles (n. 1931), I. Junqueira (n. 1934), M. de Oliveira (n. 1935), L. Coelho Frota (n. 1938), C. Nejar (n. 1939), A. da Cunha Melo (1942) e P. Lyra (n. 1945). Anche le generazioni successive conoscono oramai un proliferare di personaggi notevoli, per i quali è però impossibile una qualsiasi classificazione unitaria; sono da ricordare, fra gli altri, per lo meno, A.C. Secchin (n. 1952), A. Espínola (n. 1952), e, tra i giovani ma già affermati, A. Bueno (n. 1963) e F. Carpinejar (n. 1972). Il teatro brasiliano infine, che possiede una vasta tradizione e ha toccato nel 20° sec. alcune delle sue punte massime - per es., con N. Rodrigues (1912-1980) -, ha proseguito il suo percorso con diversi autori ormai affermati, principalmente drammaturghi, come D. Gomes (1922-1999) e A. Boal (n. 1931), o prestati al teatro da altri generi letterari, come P. Melo e Nejar.

Letterature africane di lingua portoghese

Le cinque letterature africane di lingua portoghese hanno continuato il loro processo di autodeterminazione e sviluppo, attraverso una ricerca d'identità basata specialmente sulla ricostruzione del passato storico, prima e dopo il conseguimento dell'indipendenza, e su un profondo lavorio linguistico. La letteratura angolana ha proseguito nella sua evoluzione e appare, tra le cinque, forse quella di più ampia tradizione. Ai nomi ormai consacrati, anche internazionalmente, di J. Luandino Vieira (n. 1935), geniale inventore di una nuova lingua letteraria, e di Pepetela (pseud. di A.C.M. Pestana dos Santos, n. 1941), privilegiato e inesausto osservatore della realtà, storica, sociale e politica del suo Paese (Jaime Bunda, agente secreto, 2001, trad. it. 2006; Predadores, 2005), si affiancano i nomi di R. Duarte de Carvalho (n. 1941), M. Rui (n. 1941), B. Cardoso (n. 1944) e A.P. Tavares (n. 1952); tra le rivelazioni relativamente più recenti sono da annoverare J. Melo (n. 1955), nato come poeta, ma ormai tra i principali innovatori della prosa a livello stilistico, J.E. Agualusa (n. 1960), autore di romanzi legati a una ricreazione dell'Angola ottocentesca e a una rilettura della storia recente del Paese e delle altre realtà lusofone, e infine il giovanissimo Ondjaki (pseud. di N. de Almeida, n. 1977), poeta e prosatore, nuova rivelazione di una letteratura ormai avviata verso la maturità.

La letteratura mozambicana si prospetta invece come quella probabilmente più carica di promesse; è recente la scomparsa di due poeti, fondatori della sua tradizione, come J. Craveirinha (1922-2003), autore di una vasta e insuperata produzione poetica e narrativa, e N. de Sousa (1926-2002), autrice di un unico libro, Sangue negro (1951), prototipo della lirica di protesta ispirata alla negritudine. Ma grazie a nuove figure, la letteratura del Mozambico ha continuato a offrire una produzione originale e innovativa, innanzitutto sul piano della narrativa, con autori come l'ormai consacrato M. Couto (n. 1955: O fio das missangas, 2003; O outro pé da sereia, 2006), astuto manipolatore della lingua e creatore di nuovi miti contemporanei, ma anche U. Ba Ka Khosa (pseud. di F.E. Cossa, n. 1957), con la sua dissacrante rilettura della storia patria, S. Cassamo (n. 1962), A. Artur (n. 1962), N. Saúte (n. 1967), R. Manjate (n. 1972) e soprattutto P. Chiziane (n. 1955), prima romanziera del suo Paese, narratrice originalissima di storie dedicate alla condizione femminile nel Mozambico attuale (Niketche: uma história de poligamia, 2002; trad. it. 2006); l'ambito poetico è invece rappresentato, tra gli altri, da autori come H. Baptista (1944), L.C. Patraquim (n. 1953), ancora Artur ed E. White (n. 1963). La letteratura capoverdiana ha visto recentemente la scomparsa degli ultimi rappresentanti della sua prima generazione letteraria, come M. Lopes (1907-2005), prosatore e poeta, tra i fondatori della gloriosa rivista Claridade, e H. Teixeira de Sousa (1919-2006), romanziere, principale esponente del neorealismo a Capo Verde. Nonostante una tradizione letteraria tra le più precoci dell'Africa lusofona, l'arcipelago vede attualmente una produzione non particolarmente ricca; tra i prosatori primo fra tutti è da segnalare G. Almeida (n. 1945), inventore di storie ironiche sospese tra realtà e fantasia, non senza intenzioni di satira sociale (As memórias de um espírito, 2001; O mar na Lajinha, 2005), seguito, a distanza, da altri autori come A. Vieira (n. 1941), noto soprattutto come poeta, e V. Martins (n. 1956), conosciuto, oltre che come romanziere, come musicista e compositore; la poesia, anch'essa di ricca tradizione, annovera, tra gli esponenti principali, C. Fortes (n. 1933), autore di una trilogia poetica apportatrice di importanti innovazioni formali (recentemente raccolta nel volume A cabeça calva de Deus, 2001), V. Duarte (n. 1952) e i fratelli D. Hopffer Almada (n. 1945) e J.L. Hopffer Almada (n. 1960); infine è da segnalare una vivace e dinamica letteratura scritta nel creolo delle isole, che recentemente, oltre al tradizionale dominio della poesia, ha raggiunto anche la prosa, e in particolare il romanzo con M. Veiga (n. 1948).

La letteratura della Guinea-Bissau appare certamente ancora come la più debole e meno sviluppata tra le cinque; ciò nonostante è da segnalare, oltre a una certa produzione poetica, legata soprattutto alla pubblicazione di antologie e a nomi quali V. Cabral (n. 1926) e H. Proença (n. 1956), anche la recente nascita in questo Paese del romanzo, con autori come A. Sila (n. 1958) e F. de Barros (n. 1942). La letteratura di São Tomé e Príncipe infine possiede una tradizione maggiormente radicata, legata ad autori come F.J. Tenreiro (1921-1963) e M. da Veiga (1892-1976), anche se la produzione contemporanea è alquanto limitata; le figure di maggiore spicco sono attualmente i poeti A. do Espírito Santo (n. 1926) e C. Lima (n. 1962), e, tra i prosatori, C. do Espírito Santo (n. 1952) e A. Bonfim (n. 1955).

Letteratura in lingua portoghese in Asia

In una situazione di grave compromissione della tradizione portoghese in Asia, come anche della lingua e dei suoi derivati (creoli), decisamente in controtendenza appare il caso di Timor Est, Paese in cui la radicata eredità cristiano-portoghese ha inserito elementi di forte discontinuità rispetto alla colonizzazione indonesiana, tanto da portare alla recente indipendenza del Paese. Sebbene il portoghese sia solo la seconda lingua ufficiale, e sia correntemente parlato da una minoranza della popolazione, esiste comunque un'incipiente letteratura in questa lingua, il cui principale esponente è probabilmente J.A. 'Xanana' Gusmão (n. 1946), leader della resistenza timorense contro l'Indonesia e primo presidente della nuova nazione; tra gli altri autori si possono segnalare il romanziere L. Cardoso de Noronha (n. 1958) e il poeta F. Sylvan (1917-1993).

bibliografia

Per la parte generale: I. Castro, Storia della lingua portoghese, Roma 2006.

Per la letteratura portoghese: A.J. Saraiva, O. Lopes, História da literatura portuguesa, Porto 199717; O. Lopes, M. de Fátima Marinho, História da literatura portuguesa, 7° vol., Lisboa 2002; F.J. Viegas, Frammenti di un ritratto: un panorama della letteratura portoghese contemporanea (1974-2004), Lisboa 2005.

Per la letteratura gallega: D. Vilavedra, Historia da literatura galega, Vigo 1999.

Per la letteratura brasiliana: A. Bosi, História concisa da literatura brasileira, São Paulo 1995; M. Massaud, História da literatura brasileira, São Paulo 2001; L. Stegagno Picchio, Breve storia della letteratura brasiliana, Genova 2005.

Per le letterature africane lusofone: P. Laranjeira, Literaturas africanas de expressão portuguesa, Coimbra 1995; P. Chabal, The post-colonial literature of Lusophone Africa, London 1996; S. Celani, L'Africa di lingua portoghese: letteratura, storia, cultura, Viterbo 2003.

Per la letteratura di Timor Est: J.P.T. Esperança, Um brevíssimo olhar sobre a literatura de Timor, in Mealibra - Revista de Cultura, 2005, 16, pp. 131-34.

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