Letezza

Enciclopedia Dantesca (1970)

Letezza

Luigi Vanossi

Personificazione del Fiore, corrispondente a Leece del Roman de la Rose; figura tra i vassalli al seguito di Amore, elencati in LXXIX 6 Angelicanza, Sicurtà e Letezza / e Sollazzo... (cfr. Rose 10455 " Seürtez, Deduiz e Leece "), e rappresenta la letizia, l'intimo gaudio che accompagna l'esperienza amorosa. Rispetto a ‛ lietezza ' la forma l. ricalca più fedelmente l'etimo.

Maggiore spazio Leece occupava nel romanzo di Guillaume, che la rappresentava come una fanciulla dalle carni rosate, tenerissime, che un piccolo pruno sarebbe bastato a lacerare (vv. 840-843). Il protagonista l'incontra tra le nobili figurazioni cortesi del giardino di Deduit, che essa allieta col suo canto, stabilendo come il tono, l'atmosfera musicale in cui si muove la rappresentazione (vv. 727-742); il suo amico è Deduit, col quale si accompagna nella danza (vv. 831-839).

Può essere utile osservare che i concetti di sicurtà e letezza si ripresentano congiunti in un verso della Commedia (qui in serie aggettivale): la voce tua sicura, balda e lieta / suoni la volontà, suoni 'l disio (Pd XV 67).