LEONI, Leone

Enciclopedia Italiana (1933)

LEONI, Leone

Adolfo Venturi

Scultore e medaglista, nato nel 1509 a Menaggio (Como) da padre aretino, morto a Milano nel 1590. Medaglista, rivelò un fine e delicato senso pittorico nella medaglia dell'Aretino, modellata nel 1537; nettezza, precisione, sicurezza incisiva, forti qualità ritrattistiche, si ammirano poi nelle medaglie di Carlo V, d'Isabella, di Filippo II, di Maria d'Ungheria; in quella di Michelangelo queste sue stesse tendenze appaiono sviluppate, animate da una maggiore sensibilità.

Scultore favorito di Carlo V, che lo colmò di privilegi, si presenta originale e indipendente nella statua di Filippo II (1551) e nel gruppo di Carlo V e il Furore al Prado; con la precisione acquistata nel paziente lavoro di cesello e la forte sensibilità ritrattistica, nel busto di Carlo V al Prado, e in un ovato del museo di Vienna. Ha larga e robusta modellatura nel monumento di Francesco Gonzaga, a Guastalla; è sotto l'influsso di Michelangelo e del Sansovino, nel monumento a Gian Giacomo Medici nel duomo di Milano; appare forte nella costruzione, nobile d'espressione, sobrio d'ornato, nella statua di Vincenzo Gonzaga all'Incoronata di Sabbioneta. Negli ultimi anni lavorò all'Escoriale per il "Dossale" - da lui disegnato ed eseguito da suo figlio - e a Milano, dove si era costruita - riempiendola di opere d'arte e di calchi dall'antico - la nota "casa degli omenoni", così chiamata dalle massicce cariatidi che appesantiscono, a terreno, la deliziosa facciata.

Pompeo, scultore e medaglista, figlio di Leone, nato circa il 1533, morto a Madrid il 13 ottobre 1608. Cresciuto alla scuola paterna, visse, protetto da Filippo II, lungamente in Spagna, ove condusse a termine le sculture iniziate dal padre per il "Dossale" dell'Escoriale, la statua di Doña Juana, per la sepoltura del convento de Las Valdés a Salas (Asturie), la statua del cardinale Espinosa a Segovia, i gruppi grandiosi per le sepolture di Carlo V e di Filippo II all'Escoriale. Altre sculture da lui eseguite andarono perdute; ma i suoi ritratti restano a mostrare la sua forza di caratterizzazione, spontanea, viva; il suo senso pittorico che stampa le impronte della regalità prepotente e del cupo spirito religioso.

Bibl.: C. Casati, L. L. d'Arezzo e Giov. Paolo Lomazzo pittore milanese, Milano 1884; E. Plon, L. L. sculpteur de Charles Quint et Pompeo L. sculpteur de Philippe II, Parigi 1887; Soprintendenza ai monumenti della Lombardia; (A. Brusconi), La casa di L. L., Milano 1913; F. Schottmüller e G. F. Hill, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXIII, Lipsia 1929 (con esauriente bibl.); H. H. Malon, Ein Grabmal von Pompeo L., in Zeitschrift f. bild. Kunst, LXV (1931-1932), pagine 90-96.