Legge di stabilita

Lessico del XXI Secolo (2013)

legge di stabilita


légge di stabilità locuz. sost. f. – In Italia è il principale strumento della manovra di finanza pubblica insieme alla legge di bilancio; è stata introdotta nel sistema contabile tramite la l. 468/1978 e il nome di legge finanziaria. La denominazione di legge di stabilità deriva dalla riforma della legge di contabilità 196/2009, che ha introdotto variazioni alle entrate e alle spese delle pubbliche amministrazioni, coerentemente con gli obiettivi programmatici di finanza pubblica fissati nel documento di programmazione (v. DEF). Tale legge è lo strumento contabile per superare il limite costituzionale di cui all’art. 81, 3 co., che vieta alla legge di bilancio di introdurre nuovi tributi o maggiori spese. Le variazioni introdotte con la legge di stabilità vengono immesse nella legge di bilancio con la nota di variazioni. Riguardo alla sua composizione, la legge di stabilità presenta una parte normativa e una tabellare. La prima, per quanto riguarda le variazioni alle entrate, può agire sui saldi di finanza pubblica sia in senso restrittivo sia in senso espansivo, mentre relativamente alla spesa può agire soltanto in senso restrittivo, producendo risparmi. Incrementi di spesa sono però consentiti mediante la parte tabellare. Le tabelle da A a E allegate alla legge contengono, infatti, modulazioni di stanziamenti di spesa, iscritti nel bilancio dello Stato, da cui possono conseguire variazioni in aumento degli stessi. Le caratteristiche delle legge di stabilità finanziabili, rifinanziabili o rimodulabili tramite le citate tabelle, sono tipologicamente definite dalla stessa legge di contabilità. La legge può contenere anche le norme relative al cosiddetto patto di stabilità interno (v. ), ovvero il coordinamento della finanza pubblica in un sistema multilivello, e le misure correttive delle leggi di spesa che evidenziano, in fase di attuazione, scostamenti rispetto alla quantificazione ex ante dei relativi oneri. Oltre ai citati limiti di contenuto (per superare i quali è stato introdotto nella prassi e poi codificato dalla legge di contabilità l’istituto dei provvedimenti collegati alla manovra di finanza pubblica), la legge di stabilità soggiace anche a due vincoli quantitativi. In base al primo, l’effetto netto delle modifiche da essa introdotte deve realizzare un saldo coerente (uguale o inferiore) a quello indicato nel documento di programmazione. Inoltre, i maggiori oneri correnti da essa recati devono trovare copertura in risparmi di spesa o aumenti di entrata di natura corrente, ovvero utilizzando il miglioramento del risparmio pubblico rispetto alle previsioni a legislazione vigente. Tale ultima modalità di copertura è possibile solo per finanziare riduzioni di entrata e purché risulti assicurato un valore positivo dello stesso risparmio pubblico.