Lavatrice

Enciclopedia dei ragazzi (2006)

lavatrice

Nicola Nosengo

Acqua, sapone, movimento

La lavatrice è stata inventata nell’Ottocento come aiuto meccanico per togliere lo sporco dai vestiti e dalla biancheria. Dalle prime macchine mosse da manovelle e ingranaggi si è passati a quelle dotate di un motore elettrico, a cui negli ultimi anni si sono aggiunti microprocessori e controlli elettronici per adattare il funzionamento della lavatrice ai diversi tipi di tessuto

Un regalo davvero indovinato

Una lavatrice è una macchina che, sfruttando l’acqua, i detersivi e il movimento, ripulisce i tessuti dalle impurità causate dall’esposizione agli agenti atmosferici, dalla sporcizia e dalle macchie che noi stessi possiamo aver prodotto.

Fino a non molto tempo fa, non c’era che un modo per fare tutto ciò: immergere gli abiti in acqua e sfregarli forte, un lembo contro l’altro. Fin dall’antichità il sapone, in varie forme, e il ranno, un miscuglio sgrassante formato da acqua bollente e cenere, sono stati d’aiuto per rimuovere le macchie; a partire dal Settecento, ha fatto la sua comparsa una tavola di legno con assicelle in rilievo contro cui sfregare i vestiti. Ma quest’attività ha sempre richiesto un pesante lavoro manuale e quello della lavandaia (perché per secoli lavare i panni è stato un lavoro affidato alle donne) era un mestiere assai diffuso e molto duro.

La prima macchina in grado di sostituire l’uomo o, meglio, la donna in questo compito è stata inventata nel 1874 da William Blackstone, un commerciante statunitense deciso a costruire con le sue mani un regalo di compleanno per la moglie. Si trattava di una vasca di legno, sul cui fondo era fissato un asse, sempre in legno, con sei piccole assicelle trasversali. Una volta riempita la vasca di acqua calda, grazie all’uso di una manovella e a un sistema di ingranaggi, era possibile strofinare il tessuto sulle assicelle e così pulirlo.

Blackstone iniziò a vendere le sue macchine e l’immediato successo fece sì che sul mercato si presentassero rapidamente molti concorrenti. All’inizio del Novecento diventò possibile eliminare del tutto l’uso della forza muscolare, grazie a motori a vapore, a gasolio e finalmente, nel 1906, elettrici. A partire dagli anni Sessanta sono diventate popolari le lavatrici automatiche, che controllano il quantitativo di acqua e sapone immesso all’interno e la velocità di rotazione in base al tipo di tessuto. Per esempio, la lana ha bisogno di più bassa temperatura e deve essere agitata con minor forza rispetto al cotone. Alcuni anni fa questi sistemi erano regolati da dispositivi elettromeccanici; oggi tutte le lavatrici hanno microprocessori e controlli elettronici.

Come funziona una lavatrice moderna

Una lavatrice deve essere dotata di un cestello, una piccola vasca ruotante, di forma cilindrica, completamente traforata in superficie per lasciare entrare e uscire l’acqua. Nel cestello si mette il tessuto che qui viene coperto di acqua contenente detersivo ed è agitato in modo da rimuovere le macchie per sfregamento. Alla fine l’acqua sporca viene pompata fuori dal cestello e i vestiti sono almeno in parte strizzati facendoli girare molto rapidamente (centrifuga), un movimento che permette di espellere il liquido verso l’esterno. Quindi seguono una fase di risciacquo con acqua pulita e una nuova centrifugazione per eliminare quasi del tutto i residui d’acqua.

Esistono due tipi fondamentali di lavatrici: quelle a caricamento dall’alto e quelle a caricamento frontale. Nelle prime gli indumenti sono inseriti dall’alto aprendo uno sportello, nelle seconde è presente un oblò frontale da cui si possono osservare i tessuti anche durante il lavaggio.

La lavatrice è dotata, oltre che di un cestello, anche di una vasca esterna, in cui si raccoglie l’acqua che poi viene scaricata attraverso un tubo. Dentro alla cassa della lavatrice è presente anche un contrappeso in cemento, che serve a tenere fermo l’elettrodomestico quando la centrifuga è in azione, ed evitare così che se ne vada a spasso per la casa!

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