BONASTRI, Lattanzio

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 11 (1969)

BONASTRI (Buonastri), Lattanzio

Silvia Meloni Trkulja

Le poche notizie che abbiamo della vita e delle opere di questo pittore, nato a Lucignano (Val di Chiana) verso la metà del Cinquecento, ci vengono fornite dal Mancini, che con ogni probabilità conobbe personalmente l'artista e da lui, secondo l'ipotesi del Longhi, dovette avere informazioni sul soggiorno del Greco a Roma; ché infatti il B. fu allievo del Greco, giunto in questa città intorno al 1570, e da questo prese la maniera di "botte tizianesche" che, a dire del Mancini, lo caratterizzava. Non esistono testimonianze del primo soggiorno romano del pittore, interrotto, sempre secondo il biografo, da una chiamata a Siena per dipingere nella confraternita di S. Caterina in Fontebranda, assieme al Riccio e ad altri senesi. Nell'oratorio si conserva tuttora, infatti, un suo Miracolo della santa "che convertisce a penitenza un attanagliato disperato". Nella tela sono rappresentati anche due custodi della confraternita; e dai documenti pubblicati dal Toncelli veniamo a sapere che nel 1587 il dipinto era già eseguito e il pittore doveva averne centosessanta lire.

Il Mancini non cita poi un'altra tela dell'artista, vista invece dal Brogi: una Sacra Famiglia con san Giovannino nella cappella del quartiere del generale nel convento di Monteoliveto Maggiore; segnala un soggiorno del B. a Lucignano, senza specificare alcuna delle opere compiute: finora non se ne è trovata nessuna. Infine il pittore sarebbe ritornato a Roma, morendovi a circa trentacinque anni, per la caduta da un palco nel palazzo Altemps dove stava lavorando: ma la sua mano nella decorazione del palazzo non è stata identificata.

Il Mancini ci fornisce altre notizie biografiche del B. e cita un Nicolao "detto fu Lattanzio Buonastri", pittore operoso a Città della Pieve alla fine del XVI secolo.

Il Brogi avvicina alla maniera del B. tre tele esistenti ancora in provincia di Siena: i Ss. Cristoforo ed Elisabetta in S. Cristoforo a Vagliagli, un San Girolamo in S. Bernardo a Montepulciano e bozzetti con Misteri del Rosario nella confraternita del Corpus Domini a Rapolano, basandosi forse sulla maniera tizianesca che l'artista imparò dal suo maestro. Comunque, allo stato attuale delle conoscenze, una ricostruzione e un giudizio sull'opera del B. appaiono prematuri.

Fonti e Bibl.: G. Mancini, Considerazioni sulla pittura, I, a cura di A. Marucchi, Roma 1956, pp. 79, 229 s., 334; II, Commento... di L. Salerno, Roma 1957, pp. 128 s. nn. 925, 927; A. Chigi, L'elenco delle pitture,sculture e architetture di Siena, in Bull.senese di storia patria, n.s., X (1939), p. 324; G. Pacciani, Notizie spettanti la casa diS. Caterina da Siena..., Siena 1813, pp. 7 s.; F. Brogi, Inventario generale degli oggetti d'artedella provincia di Siena, Siena 1897, pp. 37, 81, 301, 459; D. Toncelli, La casa diS. Caterina da Siena, Roma 1909, pp. 80, 86 n. 30; R. Longhi, Il soggiorno romano del Greco, in L'Arte, XVII (1914), pp. 301-303; E. Borea, Grazia e furia in Marco Pino, in Paragone, XIII (1962), 151, p. 43; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, IV, p. 274.

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