CATARGIU, Lascar

Enciclopedia Italiana (1931)

CATARGIU, Lascar

Oscar Randi

Uomo politico romeno, capo del partito conservatore, nato nel novembre 1823 nella Moldavia, morto a Bucarest l'11 aprile 1899. Entrò, ancora giovane, nell'amministrazione pubblica e nella vita politica. Fu prefetto di IaŞi e di Galaţi durante il governo del principe Sturza. Nel 1858 fu deputato del cosiddetto "divano ad hoc" (Consiglio nazionale) della Moldavia, riunitosi a IaŞi, e vi si distinse per le sue tendenze conservatrici, favorevoli all'aristocrazia (boerimea) e contrarie alla riforma agraria, desiderata dai contadini. Perciò ebbe la fiducia dei boiari, che nel 1859 lo portarono candidato al trono di Moldavia. Eletto invece Alessandro Cuza (v.), il Catargiu divenne capo dell'opposizione, imperniata nel partito conservatore. Non poté impedire, nel 1864, la legge agraria, per la quale un milione e mezzo di ettari di terreno furono distribuiti a 400.000 famiglie di contadini, e invece partecipò alla caduta del principe Cuza; e dopo la sua abdicazione (febbraio 1866) fu nominato triumviro della cosiddetta "luogotenenza principesca". Avvenuta l'elezione del principe tedesco Carlo di Hohenzollern-Sigmaringen, che si appoggiò al partito conservatore, germanofilo nella politica estera, il C. fu il primo presidente del consiglio (maggio 1866); sostenne con tutte le sue forze il nuovo principe tedesco, ed ebbe anzi il merito di aver represso i disordini suscitati per le vie di Bucarest (11 marzo 1871) dai liberali, che a PloeŞti avevano proclamato la repubblica, e di aver quindi trattenuto il principe Carlo I dall'intenzione di abdicare. C. presiedette di conseguenza il primo ministero, veramente romeno, formato tutto da conservatori e che visse dal marzo 1871 all'aprile 1876. Alla fine del 1875 la crisi finanziaria aveva raggiunto il culmine e il malcontento determinatosi in seguito a un tale stato di cose era generale. Minacciava una guerra russo-turca (1877), alla quale il C. era contrario. Si dimise, cedendo il governo ai liberali. Nel 1888 fu eletto presidente della Camera e nel 1889, dopo la caduta del liberale Bratianu, tornò a capo di un breve ministero conservatore; riebbe il potere dal 1891 al 1895; infine, sentendo che ormai il suo seguito si indeboliva, accettò, contrariamente alle tradizioni, la collaborazione dei junimisti del Carp, e specialmente il loro programma agrario nella politica interna e in quella estera l'orientamento verso la Triplice alleanza.

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