Laos

Dizionario di Storia (2010)

Laos


Stato interno dell’Asia sudorientale. Un regno del L. è ricordato dal 14° sec.; nel tardo 17° sec. fu diviso nei due regni di Vientiane e di Luang Prabang, il primo annesso al Siam (Thailandia) nel 1827 e il secondo controllato dallo stesso. Dal 1893 al 1941 i territori del L. appartennero alla Francia, ma furono occupati nel 1945 dai giapponesi che, al loro ritiro, lasciarono fermenti anticoloniali che diedero vita a un movimento di indipendenza, il Lao issarak, e a un governo retto dal principe Petsarah, che al ritorno dei francesi (1946) si rifugiò in Thailandia. Nel 1947 si formò il Regno unito del L. (monarchia costituzionale con la dinastia Luang Prabang) e nel 1949 il L. divenne uno Stato dell’Unione francese. Con Souphanouvong alcuni capi del Lao issarak si allearono con i comunisti del Vietminh e diedero vita al movimento ribelle del Pathet Lao, che invase il L. nel 1953. Il L. fu riconosciuto Stato indipendente dalla Francia e ammesso all’ONU (1955), e con il primo ministro Souvanna Phouma e Souphanouvong fu creato un governo (1957) che includeva il Pathet Lao. Nel 1960, con il Comitato per la difesa degli interessi nazionali nacque un governo di destra sotto il principe Somsanith. Un colpo di Stato militare riportò al potere Souvanna Phouma, che in piena guerra civile fu mantenuto a capo di un governo di unione nazionale (1962) con l’intervento di Gran Bretagna e URSS. Nel 1963 fu assassinato il ministro degli Esteri neutralista, e gli esponenti politici della sinistra furono costretti ad abbandonare Vientiane; nel 1964 alcuni generali appoggiati dagli USA s’impadronirono del potere e con Souvanna Phouma venne formato un governo che fuse le forze di destra e neutraliste; il Pathet Lao riprese l’espansione verso Sud, nonostante i bombardamenti americani (1965), arrivando a Luang Prabang (1970). Nel 1971 truppe del Vietnam del Sud tentarono invano di bloccare il «sentiero di Ho Chi Minh», distruggendo le basi nordvietnamite; nel 1973 cessarono le ostilità in Vietnam e furono avviate trattative tra Souvanna Phouma e il Partito popolare rivoluzionario (Neo Lao haksat, fronte delle sinistre guidate dal Pathet Lao), per dar vita a una coalizione governativa. Il 5 apr. 1974 entrò in carica un governo di unità nazionale guidato da Souvanna Phouma, mentre Souphanouvong assumeva la presidenza del Consiglio nazionale e le forze militari straniere lasciavano il Paese. Nel 1975 fu estromessa la destra e il Pathet Lao assunse il controllo: Savang Vatthana (re dal 1959) abdicò e nacque la Repubblica democratica popolare; entrò in carica il nuovo governo presieduto dal segretario del Partito popolare rivoluzionario, Kaysone Phomvihane, e Souphanouvong divenne presidente della Repubblica e della Suprema assemblea del popolo. Si rafforzarono i rapporti con Vietnam e URSS, ma si deteriorarono quelli con Thailandia e Repubblica popolare di Cina (RPC). Sul piano economico fu varato un piano triennale di sviluppo (1978-80) e furono inseriti nel governo dei tecnici non comunisti (1980). Nei primi anni del nuovo regime vi fu un forte esodo politico e si presentarono formazioni politico-militari antigovernative sostenute dagli USA. Nella seconda metà degli anni Ottanta assunse importanza istituzionale il movimento guerrigliero Fronte per la costruzione nazionale (con Souphanouvong); furono ristabiliti i rapporti con RPC, Thailandia e USA. Nel 1989 il Fronte tentò senza successo un’insurrezione, e nel 1990 fu epurato un gruppo di ufficiali ed ex ministri che intendevano introdurre il multipartitismo. Varata la Costituzione del 1991, K. Siphandon divenne capo del governo e Phomvihane presidente della Repubblica, al quale successe (1992) N. Phoumsavanh. Agli inizi degli anni Novanta la dissoluzione dell’URSS e il venir meno degli aiuti sovietici aprirono la strada a più intense relazioni con i Paesi occidentali. La collaborazione con l’Australia e gli USA nel controllo del traffico di stupefacenti e nella ricerca dei militari statunitensi dispersi durante il conflitto del Vietnam sfociò nel ristabilimento delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi e successivamente (1995) nel ripristino degli aiuti economici da parte di Washington. Sul piano regionale, nel 1995 L., Thailandia, Vietnam e Cambogia conclusero un accordo per lo sviluppo economico del bacino del Mekong e per lo sfruttamento delle sue risorse; nel 1997 il L. entrò a fare parte dell’ASEAN. Sul piano politico il Partito popolare rivoluzionario manteneva il suo predominio. Nel 2000-2001 si verificarono in tutto il L. numerosi attentati terroristici, volti a destabilizzare il regime, mentre prendeva forma la protesta di studenti e lavoratori per ottenere una maggiore libertà politica. Benché coinvolgessero solo una ristretta élite, le manifestazioni provocarono un ulteriore restringimento delle libertà civili. A livello economico tornò ad accentuarsi il controllo dello Stato su tutti i settori della vita pubblica. Le elezioni del 2002 confermarono al potere l’ala più ostile alle riforme, e nel 2003 il Paese fu colpito da una nuova ondata di attentati. Nel marzo 2006 Sighandon, capo dello Stato dal 1998, decise di lasciare la direzione del partito e poco dopo C. Sayasone fu nominato nuovo presidente. In politica estera il governo cercò di accrescere il ruolo del L. nel contesto regionale, stringendo accordi con gli Stati vicini, nel tentativo di rilanciare il processo di sviluppo economico e sociale. In particolare crebbero le relazioni con la Cina, che divenne il principale partner economico del Paese; ma i rapporti commerciali crebbero anche con il Vietnam e la Thailandia. Con quest’ultima, già alla fine del 2004, fu ridefinita la demarcazione dei confini. Si registrava intanto anche un miglioramento delle relazioni con gli Stati Uniti, per cui il L. tornò a essere tra i Paesi con cui gli USA intrattenevano regolari rapporti commerciali, e nel 2005 entrò in vigore l’accordo bilaterale di commercio.

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