Laodicea

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(arabo Lādhaqiyya o Lādhiqiyya) Città della Siria occidentale (468.700 ab. nel 2004), capoluogo dell’omonimo distretto, situata sulla costa del Mediterraneo. È centro di una regione agricola ben coltivata (olivi, fichi e tabacco) e svolge funzioni commerciali, favorita dalla sua posizione, soprattutto dopo essere diventata lo sbocco di Aleppo, in seguito alla cessione di Alessandretta alla Turchia. Il porto, formato da una insenatura poco profonda aperta ai venti del Sud, che è stata allargata e approfondita a partire dal 1930, è ora di importanza internazionale.

Sul luogo dell’odierna L. sorgeva in età ellenistica L. ad mare (gr. Λαοδίκεια ἡ ἐπὶ ϑαλάσσῃ) su un centro preesistente, di cui è ignoto il nome, come porto di Apamea. Ebbe grande floridezza dal 2° sec. a.C. in poi, e con Apamea, Seleucia e Antiochia formò una tetrapoli. Divenne autonoma nel 96 a.C., durante le ultime lotte dei Seleucidi; poi Pompeo la unì alla provincia romana. Danneggiata da Pescennio Nigro per aver parteggiato per Settimio Severo, fu poi restaurata da quest’ultimo (149 d.C.). Molto fiorente durante il 3° e 4° sec., dal 7° fu contesa fra Bizantini e Arabi; nel 1098 fu conquistata da Boemondo di Antiochia. Sottomessa nel 1287 dal sultano d’Egitto, decadde rapidamente.

Ben poco resta della città antica: il monumento più notevole è un arco quadrifronte dedicato a Settimio Severo o a Lucio Vero; si notano anche avanzi di un edificio porticato, di una via colonnata, delle mura, dell’acquedotto di Erode il Grande e di sepolcri.

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