LANDONOLFO

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 63 (2004)

LANDONOLFO (Landenolfo)

Luigi Andrea Berto

Figlio del gastaldo di Capua Landolfo, nacque probabilmente verso la fine del secondo decennio del secolo IX. È ignoto il nome della madre, mentre conosciamo i nomi dei fratelli: Landone (I), Pandone e Landolfo. L. aveva probabilmente raggiunto la maggiore età nell'843, quando suo padre morì: il cronista Erchemperto racconta che in quel periodo L. governava su Teano, mentre la guida di Capua era passata al fratello maggiore Landone. L'eventualità che in quella data L. fosse minorenne e che comandasse sotto la guida di un tutore è da escludere. Erchemperto infatti specifica che, allorché il gastaldo di Capua Landolfo morì, soltanto il figlio Landolfo, futuro vescovo e conte di Capua, era ancora un adolescente; anche un'altra fonte, i Chronica S. Benedicti Casinensis, riferisce che L. aveva già la carica di gastaldo.

Nell'843 era in pieno svolgimento la guerra civile tra i Longobardi dell'Italia meridionale (839-849), che ebbe come conseguenza la divisione del Principato di Benevento in due parti facenti rispettivamente capo a Salerno e a Benevento. Il padre di L. si era schierato con i Salernitani nella speranza di emanciparsi dalla dipendenza da Benevento, e quando questi morì, la medesima condotta fu adottata da Landone (I).

Le fonti non sono molto ricche di particolari al riguardo e non riportano alcun dettaglio a proposito dell'impegno di Landonolfo. Quasi sicuramente anch'egli diede il proprio contributo contro i Beneventani. Pur avendo il controllo di Teano, L. con ogni probabilità non agiva come un governante autonomo, ma doveva essere soggetto a una qualche forma di dipendenza da suo fratello Landone, conte di Capua.

L'unica informazione su L., nel periodo di questo conflitto, è contenuta in un aneddoto riguardante il gastaldo di Capua Landolfo e i suoi quattro figli. Per stigmatizzare il desiderio di autonomia dei Capuani, Erchemperto racconta che, poco prima di morire, Landolfo chiamò i figli, fra i quali L., al suo capezzale e disse loro che i Capuani avrebbero ottenuto benefici se avessero agito in modo tale che tra Benevento e Salerno ci fosse sempre guerra. Secondo il cronista, tale suggerimento avrebbe caratterizzato la condotta della dinastia fondata da Landolfo, perché i suoi figli lo trasmisero ai loro discendenti.

In base agli accordi stabiliti nell'849 in occasione della suddivisione del Principato di Benevento, il territorio della contea di Capua doveva fare parte del Principato di Salerno, ma i Capuani approfittarono dei problemi interni a Salerno per rendersi di fatto indipendenti. Tale situazione non fu però più tollerata allorché nell'855 Ademario, principe di Salerno, formò un'ampia alleanza anticapuana, che includeva il duca di Spoleto Guido, il Ducato napoletano e in un secondo tempo gli Amalfitani e persino Landolfo, gastaldo di Suessola e figlio del conte di Capua, Landone. I Capuani riuscirono comunque a vanificare tutti i tentativi di conquista e l'unico a pagare un duro prezzo fu proprio Landonolfo. Egli infatti dovette sostenere l'attacco proveniente da Spoleto e fu obbligato a cedere Sora agli assalitori; pare che proprio per il dispiacere provocato da tali perdite L. sia morto. Non si conosce la data della sua scomparsa, ma essa dovette avvenire tra l'855-856 e l'859.

A L. e a suo fratello Landolfo è attribuita l'iniziativa, avviata intorno all'856, di spostare la sede della contea di Capua dal centro fortificato sul colle Triflisco (dove era stata trasferita dal padre Landolfo) in un sito posto su un'ansa del Volturno, dove ancor oggi si trova Capua. I due fratelli avrebbero preso tale decisione in seguito a un incendio che aveva distrutto il centro abitato. In un primo momento Landone (I) si oppose a tale progetto, perché pensava fosse poco prudente abbandonare un sito facilmente difendibile, come quello sul Triflisco, per un luogo pianeggiante. Poco dopo però, dato che Landolfo e L. avevano ugualmente proceduto all'edificazione del nuovo centro, Landone cambiò idea e fornì un contributo determinante alla costruzione della nuova città.

Si ritiene che L. fosse sposato con una figlia di Potelfrit, uno dei due figli di Dauferio il Profeta (Taviani-Carozzi, pp. 398 s.).

L. ebbe tre figli: Landone (III), conte di Capua tra l'882 e l'885, Landonolfo, conte di Capua dall'885 all'887, e Atenolfo, conte di Capua (887) e principe di Capua e Benevento (900-910).

Fonti e Bibl.: Erchempertus, Historia Langobardorum Beneventanorum, a cura di G. Waitz, in Mon. Germ. Hist., Scriptores rerum Langobardicarum et Italicarum, saec. VI-IX, Hannoverae 1878, pp. 242-244; Chronica S. Benedicti Casinensis, a cura di G. Waitz, ibid., pp. 474 s.; Il "Chronicon Vulturnense" del monaco Giovanni, I, a cura di V. Federici, in Fonti per la storia d'Italia [Medio Evo], LVIII, Roma 1925, p. 315; N. Cilento, La cronaca della dinastia di Capua, in Id., Italia meridionale longobarda, Milano-Napoli 1971, p. 298; Regesti dei documenti dell'Italia meridionale 570-899, a cura di J.-M. Martin et al., Roma 2002, n. 804; M. Schipa, IlMezzogiorno d'Italia anteriormente alla Monarchia. Ducato di Napoli e Principato di Salerno, Bari 1923, pp. 76, 79, 97; N. Cilento, Le origini della signoria di Capua nella Longobardia minore, Roma 1966, pp. 90, 98, 101 s., 127; M. Schipa, Storia del Principato longobardo di Salerno, in F. Hirsch - M. Schipa, La Longobardia meridionale (570-1077). Il Ducato di Benevento, il Principato di Salerno, a cura di N. Acocella, Roma 1968, p. 120; G. Cassandro, Il Ducato bizantino, in Storia di Napoli, II, 1, Napoli 1969, p. 82; I. Di Resta, Capua medievale. La città dal IX al XIII secolo e l'architettura dell'età longobarda, Napoli 1983, p. 48; Id., Il Principato di Capua, in Storia del Mezzogiorno, a cura di G. Galasso - R. Romeo, II, 1, Il Medioevo, Napoli 1988, pp. 161 s., 165; H. Taviani-Carozzi, La Principauté lombarde de Salerne (IXe-XIe siècle). Pouvoir et société en Italie lombarde méridionale, Rome 1991, pp. 55, 374, 382, 397-399, 402, 405, 736.

CATEGORIE