Lambliasi

Dizionario di Medicina (2010)

lambliasi


Malattia parassitaria endemica in quasi tutto il mondo, causata da un protozoo (Giardia Lamblia), che si localizza nell’intestino (soprattutto al duodeno) o, più raramente, nelle vie biliari. I microrganismi penetrano, in forma cistica, per mezzo di bevande e cibi contaminati da individui malati o da insetti precedentemente posatisi su feci infette. A seconda della localizzazione prevalente dei parassiti, si possono avere quadri clinici diversi: enterocolite, duodenite ‒ con o senza colecistite e talora con epatite ‒, disturbi dispeptici vari, ecc. La l. può però essere clinicamente muta. La diagnosi si basa sull’esame parassitologico delle feci e della bile prelevata con sonda duodenale. La profilassi mira soprattutto a evitare che le feci dei malati divengano fonte di contaminazione dell’acqua e degli alimenti, e che le mosche, o altri insetti, possano trasportare le cisti delle lamblie. Giardia lamblia si riscontra anche con frequenza nell’apparato digerente di individui con difetti dell’immunoglobulina IgA, solitamente localizzata nelle secrezioni mucose e la cui assenza facilita l’impianto di vari microrganismi.